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Rubava per comprare i vestiti ai pusher in cambio della dose, trentenne arrestata a Tradate

La ragazza, tossicodipendente, sorpresa dai vigilantes di un esercizio. I carabinieri l’hanno trovata con la refurtiva addosso. Ha altri due procedimenti penali

spaccio nei boschi

Aveva in testa la “lista della spesa”. Ma non per il rifornimento settimanale fra gli scaffali del supermercato poiché il suo obiettivo era di portare ai pusher vestiario nuovo. In cambio avrebbe avuto lo stupefacente che occorre per sopravvivere in uno stato di forte dipendenza: cocaina sintetizzata – il crack – e l’eroina: droghe considerate pesanti, quasi antagoniste l’una dell’altra, di cui la donna accusata abusava e di cui fa uso.

Almeno due i procedimenti penali che la ragazza, classe 1995, ha a suo carico per il medesimo reato, contestazioni penali contro il patrimonio, per i quali ha già in corso la misura cautelare dell’obbligo di firma. E anche nella giornata di mercoledì il copione si è ripetuto: lei in giro per le strade di Tradate alla ricerca di un modo per sbarcare il lunario che per una persona con profonda dipendenza vuoi, dire arrivare a «farsi» non appena possibile, e dunque la via d’uscita che sembra a portata di mano, cioè quella lista della spesa dei pusher comprensiva di magliette, pantaloni e vestiario generale per fungere da cambio nelle torride giornate di luglio fra i boschi del Tradatese.

Dunque la giovane ha individuato un magazzino della città, è entrata e ha rotto gli antitaccheggio apposti su alcuni capi di vestiario da uomo, è stata vista ed è uscita mentre il personale della sicurezza le intimava di fermarsi, ha poi percorso circa 200 metri e a quel punto una pattuglia dei militari di Gorla Minore – Compagnia di Saronno – l’hanno bloccata. La giovane, che è apparsa fortemente disturbata, ha assistito all’udienza di convalida dell’arresto, difesa dall’avvocato Egon Bianchi, del foro di Como.

Il giudice Luciano Luccarelli ha convalidato l’arresto come richiesto dalla Pm Arianna Cremona, e rimesso in libertà l’imputata che risulta senza fissa dimora ma domiciliata a casa della madre, e ha trasmesso gli atti ai giudici competenti per gli altri due procedimenti penali con la conseguente possibilità di un aggravamento della misura cautelare. L’ipotesi difensiva potrebbe portare alla richiesta di rito abbreviato.

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 17 Luglio 2025
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