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“Dama con l’ermellino” reinterpretata in chiave pop dall’artista saronnese Sara Digiovanni

È lei la protagonista del dipinto su tela della saronnese Sara Digiovanni, pittrice autrice del quadro "Rinascimento Pop", incluso nel libro "Congiunti" di Giunti editore, pubblicato nel gennaio 2023

Generico 20 Feb 2023

Una “Dama con l’ermellino” reinterpretata in chiave moderna. È lei la protagonista del dipinto su tela della saronnese Sara Digiovanni, pittrice autrice del quadro “Rinascimento Pop”, incluso nel libro “Congiunti” di Giunti editore, pubblicato nel gennaio 2023.

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"Dama con l'ermellino" reinterpretata in chiave Pop dall'artista saronnese Sara Digiovanni 4 di 4

Diplomata all’Accademia delle Belle Arti di Brera, Digiovanni ha iniziato la sua attività professionale come graphic designer nel settore della moda; oggi lavora come artista libera professionista. «Ho modernizzato questa nobildonna del Rinascimento, aggiungendo ad esempio la bandiera italiana, dei tatuaggi, il simbolo di Louis Vuitton» spiega la pittrice a SaronnoNews, che ha reinterpretato il famoso quadro che raffigura Cecilia Gallerani, dipinto da Leonardo Da Vinci.

Il libro è una raccolta di opere di diversi autori contemporanei che hanno affinità e legami con i maestri del passato: “L’arte, nel corso dei secoli, è stata fonte di ispirazioni e rimandi allo stesso modo il progetto, articolato in diverse mostre di cui la pubblicazione rappresenta uno spaccato visivo, andrà a suggerire quelle opere che, nonostante un linguaggio attuale, siano foriere di valori di bellezza universalmente validi – si legge nella copertina del libro -. Autorevoli maestri del passato in pittura, scultura e fotografia troveranno nuovi “eredi” in alcuni autori di oggi secondo una prospettiva che vede il sistema artistico come una grande famiglia di modi espressivi differenti, imparentati tra loro, a dirla mutuando le parole di Ludwig Wittgenstein. Questo passo decisivo di avvicinamento tra passato e presente è una caratteristica strutturale dell’arte in cui si possono riconoscere quelli che Francesco Arcangeli chiamava “tramandi”, ovvero lunghi fili che collegano ad esempio le opere di Mondrian a Piero della Francesca, quelle di Wiligelmo a Pollock o i lavori di Cimabue a Morandi. Ecco allora che l’idea di “classico” non viene più intesa come valore immutabile a cui ancorarsi per contrastare la fluidità del presente, bensì come punto di partenza, di riflessione e fondamento per la creazione di nuove forme estetiche e contenuti”.

Valentina Rizzo
valentina.rizzo@varesenews.it
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Pubblicato il 21 Febbraio 2023
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