La Martesana non delude mai. A piedi lungo il naviglio
Anche con la pioggia o il tempo grigio che smorza i colori, quei trenta chilometri sono sempre interessanti. La seconda tappa del cammino di Lombardia Coop to Coop parte da Cernusco sul naviglio per arrivare a Milano
Anche con la pioggia o il tempo grigio che smorza i colori, quei trenta chilometri sono sempre interessanti. La seconda tappa del cammino del progetto Lombardia Coop to coop parte da Cernusco sul naviglio, a due passi dall’importante ospedale della cittadina.
Abbiamo dormito in una foresteria con cinque comode stanze. Al mattino ci ha accolto Il cafferino per una piacevole colazione e poi via verso Milano con un tempo minaccioso, ma che poi ci ha lasciato tranquilli fino in fondo alla tappa.
La sera prima una cena speciale, non tanto per le pietanze, ma per la sua storia. Siamo tornati a PizzAut per scoprire una realtà che sta facendo il giro del mondo. Tre anni fa ci aveva accolto il suo fondatore Nico Acampora, stavolta sono i suoi ragazzi protagonisti del servizio. L’esperienza sta crescendo molto ed è attivo il secondo ristorante a Monza.
PizzAut ha una relazione speciale con Coop Lombardia che è stato uno dei primi sostenitori del progetto.

La storia di PizzAut
“Insieme possiamo nutrire l’inclusione. – come è scritto sul loro sito internet – In Italia ci sono oltre 600.000 persone autistiche e quasi nessuna di loro è inserita nel mondo del lavoro. PizzAut nasce per offrire ai ragazzi autistici un presente fatto di dignità e lavoro, per costruire il loro futuro.
Siamo un gruppo di sognatori che pensa si possa costruire un mondo migliore… tutti insieme anche grazie a te. Siamo un gruppo di ragazzi autistici che insieme a Nico Acampora, fondatore di PizzAut e papà di un bimbo autistico, sta costruendo un grande progetto di inclusione, una grande opportunità per noi ma anche per te.
Il 19 novembre 2017 questo gruppo di sognatori – inizialmente informale e formato dai genitori dei ragazzi autistici – si trasforma nell’associazione PizzAut Onlus con l’obiettivo di sensibilizzare le Istituzioni e la società civile sul tema dell’occupabilità delle persone autistiche.
L’associazione non si limita però a realizzare convegni (ai quali prende parte invitata da importanti Università e Soggetti del terzo settore), ma si pone l’ambizioso progetto dell’apertura della prima pizzeria in Italia gestita da personale autistico.
Da settembre 2025 l’Associazione PizzAut è diventata Fondazione PizzAut ETS”.

Per la serata il gruppo dei dieci camminatori si è allargato con la presenza di Roberto, Zac e Alessio. Due ore in compagnia per Elena, Sara, Fiorella, Wilma, Giovanna, Luigi, Fabrizio, Neven, Ettore e Marco. Tante provenienze diverse: dal pavese, Varese, Cantù, Cesate, Bareggio, Milano. Il cammino ha tanti elementi positivi e il progetto Lombardia Coop to Coop li svela tutti. Quello che ogni volta si ripete è una sorta di magia perché le persone poche ore dopo essersi incontrate, magari per molte per la prima volta, è come se si conoscessero da sempre. Il piacere dell’incontro diventa così vera condivisione.
Il percorso da Cernusco sul naviglio ci porta velocemente a Gorla dove ci siamo fermati per qualche minuto di fronte al monumento che ricorda l’eccidio del 1944 quando per un terribile errore gli americani sganciano alcune bombe su una scuola provocando la morte di 184 bambini, 19 docenti, la direttrice e 5 membri del personale della scuola elementare “Francesco Crispi”.
Da lì alla stazione centrale ci siamo mossi velocemente per non perdere la prenotazione per la visita al Binario 21. L’ingresso è presidiato dall’esercito con controlli di sicurezza simili a un aeroporto. Misure da sempre necessarie, ma oggi ancor di più visto quanto sta succedendo in Medio Oriente.

Il Memoriale della Shoah
“L’area dove oggi sorge il Memoriale della Shoah di Milano originariamente era adibita alla movimentazione dei vagoni postali, e tra il 1943 e il 1945 fu il luogo in cui migliaia di ebrei e oppositori politici furono caricati su vagoni merci, trasportati al sovrastante piano dei binari. Una volta posizionati alla banchina di partenza venivano agganciati ai convogli diretti ad Auschwitz- Birkenau, Mauthausen e altri campi di sterminio e di concentramento, o ai campi italiani di raccolta come quelli di Fossoli e Bolzano.
Il 6 dicembre 1943 partì il primo convoglio di prigionieri ebrei (169 persone, ne tornarono 5), il 30 gennaio 1944 il secondo, entrambi diretti ad Auschwitz-Birkenau. Soltanto 22 delle 605 persone deportate quel giorno sopravvisse. Tra di loro Liliana Segre, allora tredicenne, che benché così giovane sopravvisse all’amatissimo padre.
Tra tutti i luoghi che in Europa sono stati teatro delle deportazioni, oggi il Memoriale è il solo ad essere rimasto intatto. Esso rende omaggio alle vittime dello sterminio e rappresenta un contesto vivo e dialettico in cui rielaborare attivamente la tragedia della Shoah. Un luogo di commemorazione, quindi, ma anche uno spazio per costruire il futuro e favorire la convivenza civile. Il Memoriale vuole essere, infatti, un luogo di studio, ricerca e confronto: un memoriale per chi c’era, per chi c’è ora ma soprattutto per chi verrà.
Esso è dunque un luogo simbolo della deportazione degli ebrei e degli altri perseguitati verso i campi di concentramento e di sterminio. Ma anche luogo di memoria e di conoscenza; un centro polifunzionale dove ospitare incontri, dibattiti, mostre per ricordare le atrocità del passato e, soprattutto, dove creare occasioni di dialogo e di confronto fra le culture e per educare i giovani a superare le barriere linguistiche, culturali, sociali e perché la barbarie del XX secolo che vide nella Shoah il segno del massimo degrado dell’umanità, non possa ripetersi”.
Si esce sempre frastornati da esperienze dove si tocca con mano il dolore e la follia del genere umano. Il pensiero per molti va all’attualità e alla fatica di tenere un equilibrio quando tutto sembra sconfinare nel male assoluto. La parola forte resta quella incisa sul muro all’ingresso: indifferenza. Il peggiore dei comportamenti che svela tutta l’ipocrisia, la codardia quando addirittura qualcosa di peggio come collaborare con l’esecuzione di piani criminali.
Ci salutiamo e poco dopo sulla chat aperta per comunicare arrivano tanti messaggi. “A tutti voi grazie per i bei momenti di amicizia e di condivisione, di storie e di scoperte di luoghi a me sconosciuti. Bello! A presto!” E il suono del telefono prosegue per una buona ora con tanti segnali. “Grazie a tutti voi sono stati due giorni di spensieratezza, amicizia e sorridi per me importanti. A presto”.
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