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Caso Gianetti Ruote di Ceriano Laghetto, per la Corte d’Appello di Milano c’è stato comportamento antisindacale

La vicenda risale al luglio del 2021. La soddisfazione dei sindacati: "Aspettiamo il dispositivo e ci prepariamo ad impugnare i licenziamenti"

Lavoratori della Gianetti Ruote in corteo a Carpenedolo

La corte d’appello di Milano ha pronunciato la sua sentenza sul caso Gianetti Ruote a seguito dell’impugnazione della sentenza di primo grado: per i giudici l’azienda ha messo in atto una condotta antisindacale quando ha inviato le mail con i licenziamenti dopo il turno straordinario del sabato.

La vicenda risale al luglio del 2021: poche ore dopo la decisione del Governo di togliere il blocco ai licenziamenti, deciso dal Governo durante la pandemia, il 3 luglio la proprietà (il fondo Quantum Capital Partner) inviò una mail ai 152 lavoratori della Gianetti Ruote (Gianetti Fad Wheel), storica azienda di Ceriano Laghetto che produceva cerchi per camion e ruote di ogni tipo, anche per l’Harley Davidson, comunicando loro il licenziamento immediato. Era un sabato, molti dipendenti lessero la mail dopo aver regolarmente svolto il turno mattutino. 

Da allora partì una lunga battaglia fatta di presidi, proteste, cortei e manifestazioni, con interventi di politici di ogni livello, che però non fece cambiare idea alla proprietà che ha confermato i licenziamenti e smantellato lo stabilimento in Brianza.

L’ultima speranza dei sindacati stava proprio nel pronunciamento della Corte d’appello, dopo che erano andati male i tentativi in Tribunale a Monza, sulle orme di quanto fatto in Toscana, alla Gkn, storia “gemella” e finita bene per i lavoratori di Campi Bisenzio, i cui licenziamenti sono stati annullati dal Tribunale di Firenze.

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LE REAZIONI DEI SINDACATI

C’è soddisfazione in casa UILM, anche se confermano che la vicenda è ancora aperta. Si aspetta infatti il deposito delle motivazioni per far valere poi l’impugnazione per illegittimità dei 152 licenziamenti.

«E’ un grandissimo risultato – commenta a caldo il segretario generale Uilm Lombardia Vittorio Sarti – perché innanzitutto restituisce la dignità ai lavoratori e alle lavoratrici della Gianetti ruote e alle loro famiglie che sono state avvisate di un licenziamento prima dell’apertura della procedura con palese violazione dell’articolo quattro della L. 223. I lavoratori erano infatti stati avvisati tramite mail subito dopo la fine degli straordinari e dei turni del sabato. Ma la sentenza ridà dignità anche alle ragioni del sindacato che ormai da due anni combatte per rivendicare i diritti di queste persone. La sentenza in questione ha riguardato l’articolo 28 in cui si chiedeva l’anti sindacalista proprio per l’atteggiamento dell’azienda. A questo punto, dopo aver vinto questa nostra battaglia aspettiamo le motivazioni per vedere se ci sono anche gli spazi per inserire all’interno l’impugnazione dei licenziamenti che è già in atto. Dal nostro punto di vista, confidiamo che ciò sarà possibile. Abbiamo sempre avuto estrema fiducia nella magistratura perché siamo sempre stati convinti della le nostre buone ragioni».

«Attendiamo di poter leggere le motivazioni che hanno determinato questa sentenza ma oggi abbiamo accolto questo giudizio con un misto di rabbia e soddisfazione. Rabbia perché si è dovuto attendere oltre un anno per vedere riconosciute le tesi nostre e dei lavoratori e soddisfazione perché questa sentenza possa essere il presupposto che porti al giusto risarcimento per le lavoratrici ed i lavoratori che un anno fa hanno perso il loro posto di lavoro e che attualmente hanno in corso cause individuali contro quel licenziamento», dichiarano Pietro Occhiuto e Stefano Bucchioni della Fiom Cgil Brianza.

I due sindacalisti proseguono nel sostenere che «la Gianetti a Ceriano Laghetto era nelle condizioni di proseguire la produzione e garantire il lavoro per le 150 persone che in quel sito operavano. Siamo consapevoli che la storia non si fa con i se e con i ma, però se la Giustizia ci avesse dato ragione sin da subito ed il nostro Paese avesse una normativa che tuteli l’industria da pericolosi faccendieri che si credono imprenditori, noi oggi saremmo a raccontare un’altra storia. L’importante è che adesso i lavoratori abbiano il giusto risarcimento e che situazioni come la Gianetti non accadano più».

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 19 Ottobre 2022
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