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Ospedale di Saronno, sindaci in Regione. Airoldi: “Ci aspettiamo risposte entro dieci giorni”

Il sindaco di Saronno ha evidenziato i problemi della struttura di Saronno chiedendo interventi e progettualità. Le risposte del presidente della commissione Sanità Monti e del consigliere del Pd Astuti

In piazza per difendere l'ospedale di Saronno

Audizione con i sindaci del Saronnese in merito alla situazione del presidio Ospedaliero di Saronno, partendo dalla lettera inviata dai sindaci a Regione Lombardia ormai 40 giorni fa. 

Il sindaco di Saronno Augusto Airoldi ha esposto i problemi della struttura ospedaliera, evidenziando difficoltà per la mancanza di personale, pochi anestesisti (solo 4/5 al momento), bandi deserti: «Serve rendere attrattivo l’ospedale, ma se dietro non c’è un progetto di rilancio, rischiamo che i bandi continuino ad andare deserti – ha detto Airoldi -. I cittadini chiedono azioni pressanti dei sindaci sulla Regione, perchè il ridimensionamento e la depauperazione dell’ospedale venga fermata. Saronno dovrebbe avere una serie di requisiti che non ha più, dovrebbe essere un ospedale interprovinciale, ma rischia di diventare un poliambulatorio se non si interviene. Ci aspettiamo risposte, risorse, previsioni, progetti di rilancio. Non siamo a chiedere nuove Tac o risonanze magnetiche, che vanno bene (meglio se sono di ultima generazione e non di penultima) ma non sono sufficienti, serve un progetto complessivo. Lo abbiamo chiesto all’assessore Moratti perchè senza risposte ci troviamo scoperti e soli nel rispondere ai cittadini. Un diverso azzonamento non può essere la soluzione, sono passati 40 giorni, ci aspettiamo entro dieci giorni una risposta chiara».

Ad Airoldi hanno fatto eco Paolo Pavan, sindaco di Rovello Porro e Luigi Clerici, sindaco di Uboldo, tra i primi cittadini presenti in audizione e firmatari della lettera mandata in Regione. Il primo ha ribadito la richiesta di investimenti strutturali, per recuperare l’attrattività della struttura saronnese e superare paure e dubbi dei cittadini, mentre Clerici ha sottolineato il problema delle donazioni di sangue, segnalando un calo costante di donatori dovuto alle ridotte chiamate dall’ospedale, che senza un’attività di chirurgia all’altezza non ha bisogno di sangue. 

Ad Emanuele Monti, presidente della Commissione Sanità, il compito delle risposte e delle prime riflessioni: «Ho sentito le esigenze dei sindaci e promosso l’audizione di oggi. Sul presidio di Saronno la mia posizione è nota: sconta da anni problematiche legate alle infrastrutture, mancati investimenti su personale medico e infermieristico, un problema diffuso su diverse strutture. Questo dovuto a mancanza di programmazione nazionale, tagli alle finanze pubbliche e ai posti di lavoro. Su entrambi i fronti Regione vuole intervenire: nelle infrastrutture gli investimenti sono stati importanti, oltre 20 milioni di euro, sia dal punto di vista infrastrutturale (anti incendio e altro) sia in tecnologia e negli spazi dell’ospedale per renderli più adeguai al servizio che devono svolgere. Debbono essere fatti ulteriori investimenti, ma il cambio di passo c’è stato e nel futuro, in vista del Recovery Fund penso che su Saronno gli investimenti non siano finiti – ha detto Monti -. Lato personale, è il tema più complicato, e le risposte sono difficili: gli sforzi ci dicono che i bandi vanno deserti, l’attrattività del polo ospedaliero è un problema. il personale sceglie altri ospedali, spesso quelli che sono hub. Va ragionato sia sul piano nazionale, sia regionale con la riforma della legge 23: ragionare su logiche di bandi meno stringenti, che diano più flessibilità, ci sono diverse proposte, credo che una riflessione debba essere fatta. Per gli anestesisti servono risposte veloci, urgenti, con la Regione che deve essere fondamentale per trovare risposte e non dover dire “il bando è andato deserto” e basta. Si deve intervenire sugli ambiti delicati, in un momento Covid complicato, con tanto personale impegnato nei reparti dedicati. Il messaggio forte è che devono esserci risposte, non solo affidate alla singola azienda ospedaliera: l’impegno di Regione c’è. In prospettiva bisogna ragionare sull’attrattività del polo ospedaliero: Saronno si trova in una cintura dell’hinterland milanese, soffocato da un territorio su più province, problema che emerge in tutti i servizi. Va pensato su come rendere attrattivo l’ospedale in un progetto più strategico, senza posizioni preconcette. Io ho lanciato il sasso nello stagno, proponendo un cambio di Asst per favorire nuove prospettive di sviluppo, nel quadro della revisione della legge 23: rivedere il territorio saronnese nel suo complesso, basandoci su dati tecnici e su evidenze specifiche. Bacchette magiche non ce ne sono».

Dalla minoranza è Samuele Astuti, consigliere regionale di Malnate del Partito Democratico, a bacchettare la Regione: «Ho sentito tanti “riflettere, pensiamoci, vediamo, ragioniamo”. Non è più il tempo per fare riflessioni. Dopo 40 giorni che i sindaci aspettano una risposta è irrispettoso non averne date ancora, come discutere della legge 23, di cui non abbiamo visto nulla ancora. Partiremo a marzo? Speriamo, ma non ci credo. Lo avete detto troppe volte. Saronno non può aspettare mesi, non ce lo possiamo permettere. Si rischia di trovare le porte chiuse se non si fa nulla. Si devono dare risposte ai sindaci e ai cittadini che hanno partecipato a presidi e manifestazioni per difendere l’ospedale, un importante ospedale, con un bacino d’utenza da 200 mila persone – ha detto Astuti -. I bandi per i rianimatori, per come erano fatti, non erano attrattivi: rischiamo che senza rianimazione chiudano reparti chiave, facendo diventare Saronno davvero un polimabulatorio, un incubo che purtroppo potrebbe diventare realtà. Servono più risorse sui bandi, per dare più opportunità. Il sasso lanciato da Monti? Non è l’azzonamento il problema, non è spostando la Asst che si risolve il problema, anzi così facendo si mettono in difficoltà le altre strutture di Gallarate, Busto e Somma. Cosa fare? Due anni fa abbiamo presentato un piano di investimenti su Saronno da 50 milioni di euro: allora la maggioranza rise, ma quella era la proposta giusta, va riportata sul tavolo per evitare di fare andare in forte difficoltà l’ospedale di Saronno e trascinarsi dietro tutta la Asst Valle Olona. Ci aspettiamo a giorni una risposta dell’assessore Moratti ai sindaci, dopo 40 giorni, con una presa di posizione e prospettive. Non accetteremo che ci siano rimandi, è finito il tempo dei rimandi. Sono due anni che ne parliamo, basta rinviare». 

Tommaso Guidotti
tommaso.guidotti@varesenews.it
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Pubblicato il 10 Marzo 2021
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