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Le lacrime di Achille Lauro a Sanremo? Opera del truccatore di Saronno Andrea Leanza

Per il Festival di Sanremo 2021 a Leanza, insieme ai suoi collaboratori, è stato affidato il ruolo di designer e supervisore del "blood-delivery-system" e delle protesi applicate sul volto del cantante

Generica 2020

La performance sul palco del teatro Ariston di Sanremo di Achille Lauro, anche quest’anno, ha fatto discutere e attirato l’attenzione.

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Il trucco di Achille Lauro 4 di 11

Le lacrime di (finto) sangue che scendono dal suo viso mentre canta la sua canzone “Solo Noi” così come le altre trasformazioni dell’artista romano sono figlie del lavoro dietro le quinte del team di artisti guidato da Andrea Leanza, il truccatore di Saronno già noto per diversi lavori di livello internazionale, dalla candidatura ai David di Donatello alla trasformazione dell’attore Pierfrancesco Favino in Bettino Craxi per il film “Hammamet”.

Per il Festival di Sanremo 2021 a Leanza e a Denise Boccacci è stato affidato il ruolo di designer e supervisore del “blood-delivery-system (il sistema che ha fatto lacrimare Achille Lauro) e delle protesi applicate sul volto del cantante, necessarie non solo a nascondere l’impianto, ma anche a modificare con eleganza e armonia la struttura anatomica di fronte, arcata sopracciliare e zigomi del performer.

«C’è stata una lunga preparazione, ci stiamo lavorando da un paio di mesi. Abbiamo realizzato più look diversi per tre serate – spiega Leanza -. Mi ha contattato lo stylist di Achille Lauro, Nick Cerioni, che ha lavorato spesso con Favino: è proprio l’attore che ci ha messi in contatto, grazie al lavoro fatto per Hammamet. Lauro non lo conoscevo, ho trovato una persona intelligente, preparata, che ha cervello: è molto studiato quello che fa, niente è lasciato al caso da lui e da tutta la squadra che gli sta intorno».

Con i suoi collaboratori del team ALCFX (Diana Branca, Christian Colombo, Elisa Ferrotto, Andrea “Gommo” Giomaro, Marilena Guatteri, Giorgia Leanza, Davide Marino, Andrea Masi, Chiara Solina, Mauro Zenoniani; Beauty makeup: Maddalena Brando per Simone Belli; Capelli: Francesco Pegoretti; Nail art: Marcella Caricato; Stylist e concept: Nick Cerioni, Gucci, Achille Lauro), oltre alla trasformazione in Mina della seconda serata, con la fronte finta, le protesi per alzare la fronte e nascondere le sopracciglia, c’è stata la lunga operazione per realizzare la protesi e il sistema di pompaggio del sangue che ha impressionato tutti all’esordio del Festival: «Abbiamo lavorato sulla protesi, fatto le scansioni 3D del busto dell’artista, la lavorazione digitale, la stampa 3D, poi le operazioni di stampaggio delle copie in gesso. Poi abbiamo scolpito e prodotto le protesi di silicone da applicare – spiega il “truccatore speciale” o meglio “make-up & prosthetics designer” di Saronno -. Il meccanismo di pompaggio del sangue da utilizzare in diretta, nascosto dal trucco e attivato dal performer stesso è stato difficile e complesso da realizzare. Devo dire grazie ad un professionista come Andrea “Gommo” Giomaro che si è occupato della realizzazione: io ho immaginato il sistema, lui l’ha messa in pratica».

«È il mio primo Sanremo, è stranissimo vederlo vuoto. Avevo sentito i racconti, le descrizioni di quando era pieno di gente. Questo è un anno particolare, anche qui – continua Leanza -. Noi col pass possiamo arrivare dentro al teatro, fare gli ultimi ritocchi in camerino e poi basta. Mascherine, distanziamento, sono super severi, ci sono continue misurazioni della temperatura. Sembra di stare su set di fantascienza sempre. Mi piace».

Tommaso Guidotti
tommaso.guidotti@varesenews.it
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Pubblicato il 04 Marzo 2021
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