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Società della Cura, al via la mappatura dei servizi sanitari e sociali del Saronnese

La Società della Cura sta iniziando, in collaborazione con alcuni singoli e associazioni del territorio, una grande operazione di mappatura dei servizi sanitari e sociali del Saronnese. Nel frattempo comunica l'esito del convegno dello scorso 23 gennaio, servito a ideare questa iniziativa

Un regalo al sindaco di Saronno dalla delegazione cittadina de "La Società della Cura"

La Società della Cura sta iniziando, in collaborazione con alcuni singoli e associazioni del territorio, una grande operazione di mappatura dei servizi sanitari e sociali del Saronnese. Nel frattempo comunica l’esito del convegno dello scorso 23 gennaio, servito a ideare questa iniziativa

Siamo un gruppo di cittadine/i e associazioni che si stanno mobilitando dallo scorso ottobre in città sulla base di un Manifesto nazionale per la Società della Cura, vista come fuoriuscita possibile dall’economia del profitto in cui ci troviamo. Il 19 ottobre il manifesto è stato presentato all’Auditorium Aldo Moro. Oggi in Italia ha visto l’adesione formale di 350 gruppi e associazioni e oltre 1000 singoli.

Il convegno ha rappresentato la tappa di un cammino iniziato il 19 ottobre e proseguito a Saronno, ma che intende “allargarsi” come potrà leggere di seguito, con un corso di “autoformazione orientata all’azione” che nel novembre 2020 ha ospitato 4 lezioni su “Salute pubblica e territorio”.

Il 21 novembre, all’interno della cornice della prima giornata nazionale della Società della Cura, abbiamo tenuto un presidio davanti all’ex Ufficio d’Igiene di Saronno, per sollecitare la riorganizzazione della medicina di territorio in città e distretto, citando a modello le “Case della salute” esistenti in altre regioni e sperimentabili da noi.

Analoghe richieste sono state prodotte all’interno della seconda giornata di mobilitazione nazionale, il 22 dicembre data in cui abbiamo consegnato il nostro “Dono di Natale” in tutto il Paese, dove vi è la presenza di un nostro comitato territoriale.

Eravamo quindi presenti sotto il palazzo di Regione Lombardia perché non c’era bisogno della pandemia per sapere che il modello di sanità, e di welfare in generale, nella nostra regione è inadeguato a rispondere ai bisogni di salute e di benessere di tutti i cittadini e delle comunità di cui fanno parte.

Un modello di impianto aziendalistico, prestazionale e mercantile, che ha parcellizzato e privatizzato l’idea stessa di salute e di benessere. Con le conseguenze che conosciamo: svuotamento dei presidi territoriali  (addirittura il ruolo dei medici di famiglia è stato svilito), liste d’attesa infinite, pronto soccorso sovraffollati, ricorso sistematico al voucher per le prestazioni assistenziali, esplosione della spesa per le famiglie costringendo a pagare per ciò che sarebbe un diritto (per chi può permetterselo e, per chi non può, meno prevenzione e meno cure tempestive), minori diritti anche per i lavoratori del comparto.

A Legnano, per esempio, c’è un grande ospedale, anzi contando anche quelli vicini e privati Mater Domini e Santa Maria, ce ne sono tre: ma non sono bastati a proteggere i cittadini dalla pandemia. C’è la struttura dell’ex ospedale che dovrebbe diventare, almeno in parte, una cittadella della salute, di cui però ancora non conosciamo i dettagli di cosa conterrà e che stenta a decollare. C’è un’azienda speciale per l’erogazione dei servizi sociali sul cui funzionamento è aperta una riflessione.

Localmente abbiamo consegnato al Municipio di Saronno, un “plastico” della Casa della Salute come gesto simbolico per un primo presidio territoriale, quindi “di prossimità” per la cittadinanza, per cercare di arginare l’emergenza che si è verificata massicciamente negli ospedali.

Ed ora il convegno del 23 gennaio, frutto di un lavoro collettivo di quanti soggetti hanno sinora aderito al gruppo dei cittadini per la Società della Cura a Saronno e dintorni, con analoghi soggetti di Legnano.

Siamo entrati nel concreto delle proposte fattibili per iniziare un percorso di riorganizzazione territoriale dei servizi sanitari, sociali e socio-sanitari.

Abbiamo preso spunto dalle indicazioni provenienti dai nostri relatori emiliano-romagnoli: il dott. Luigi Cavanna, oncoematologo a Piacenza, efficace sia prima che in pandemia nei servizi di prossimità a soggetti fragili, partendo proprio dall’ascolto dei loro bisogni; il dott. Andrea Zamboni, medico e sindaco di Riva del Po (Ferrara) che ci ha raccontato, insieme alla referente dell’Azienda USL Elisa Mazzini, la progressiva creazione di servizi territoriali e il ruolo delle amministrazioni comunali, pienamente coinvolte sin dall’inizio di tale percorso.

Ma anche dalle precise indicazioni portateci da persone del nostro territorio: Fulvio Aurora, di Medicina Democratica, che ci ha spiegato cos’è la Casa della Salute, che in Lombardia viene chiesta sin da prima della riforma sanitaria di Formigoni, proseguita da Maroni; Manuela Serrentino, del comitato per la Cittadella della Slaute, gruppo di cittadini di Como che da anni chiede l’istituzione di un tale servizio nell’area del vecchio ospedale Sant’Anna di Como; Stefania Buzzetti, della cooperativa sociale L’Arcobaleno, tuttora protagonista in provincia di Lecco di esperienze (PreSST Valsassina, infermieri di comunità a Oggiono) che vanno in questa direzione; Stefania Nava, lavoratrice in lotta dell’ospedale di Saronno, che ci ha spiegato come il salvataggio del nostro ospedale passi solo attraverso un rafforzamento complessivo della sanità territoriale.

Il convegno è disponibile a questo link:

https://www.facebook.com/societadellacura.saronno/posts/103496585087222

Per contatti: societadellacura.saronno@gmail.com

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 08 Febbraio 2021
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