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IV Novembre, la celebrazione a Saronno

Dopo la messa officiata da don Armando Cattaneo, il sindaco Augusto Airoldi, affiancato dal presidente del consiglio Pierluigi Gilli, ha deposto una corona presso il Monumento “Cavalieri di Vittorio Veneto”

Celebrazione senza pubblico per la giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate a Saronno.

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IV Novembre, la commemorazione a Saronno 4 di 8

Dopo la messa officiata da don Armando Cattaneo in suffragio dei Caduti di tutte le guerre delle ore 10 nella chiesa “S.S. Pietro e Paolo” il sindaco Augusto Airoldi, affiancato dal presidente del consiglio Pierluigi Gilli ha deposto una corona presso il Monumento “Cavalieri di Vittorio Veneto” di via Primo Maggio per poi riunirsi per un momento di ricordo e commemorazione al Quadrato Militare del Cimitero Maggiore in via Milano.

Il 4 novembre è una ricorrenza significativa per l’Italia, perché è il giorno in cui nel 1918 entrò in vigore l’Armistizio di Villa Giusti, con cui terminava la Prima Guerra Mondiale.

IL MESSAGGIO DEL SINDACO DI SARONNO AUGUSTO AIROLDI

Oggi celebriamo il giorno dell’unità nazionale e delle forze armate.

Una celebrazione che si svolge senza manifestazioni pubbliche, senza partecipazione dei cittadini per consentire il rigoroso rispetto delle normative anti-Covid. Non per questo è una celebrazione meno significativa.
Accompagnato dal Presidente del Consiglio comunale in rappresentanza di tutti i Consiglieri, dopo aver rappresentato la città partecipando alla funzione religiosa in memoria dei caduti di tutte le guerre, mi sono recato al monumento ai caduti della grande guerra e al quadrato militare per rendere il dovuto omaggio a chi ha dato la vita per difendere l‘Italia e deporre una corona d’alloro e di fiori.

Il 4 Novembre è una data in cui si riassumono i valori di una identità nazionale lungamente perseguita dai popoli d’Italia con le aspirazioni risorgimentali e con i grandi sacrifici compiuti dal popolo italiano nella prima guerra mondiale.
“Commemorare degnamente il 4 novembre non implica affatto glorificare la guerra, bensì il nostro ritrovarci uniti come italiani, perché quel giorno è stato soprattutto il giorno della nostra unità” ebbe a dire l’ex Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

Il 4 novembre è anche la data in cui facciamo memoria delle gesta e dell’esempio che hanno contraddistinto il comportamento di tante donne e tanti uomini delle forze armate nelle vicende che hanno accompagnato nei decenni lo sviluppo dell’Italia, e che ispirano ancora oggi il personale delle forze armate, al quale va la riconoscenza di tutto il Paese per il contributo fornito alla sicurezza della comunità nazionale e internazionale.

“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. Così l’art. 11 della Costituzione repubblicana, incastonato nei primi 12 articoli, quelli dei principi fondamentali.

Non appare allora improprio domandarsi cosa significhi celebrare le forze armate alla luce di questo dettato costituzionale.

Recita la Costituzione che l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa di altri popoli, non l’utilizzo delle forze armate come strumento di difesa: l’Italia può legittimamente rispondere con le armi qualora un attacco armato metta in pericolo l’esistenza e l’indipendenza dello Stato, la vita o la libertà dei cittadini.

Lo stesso articolo mostra la via, in positivo, per conseguire le finalità di pace e giustizia nei rapporti internazionali: la disponibilità a limitare la propria sovranità, cioè il proprio autogoverno, a favore di organizzazioni che promuovano la pace, come le Nazioni Unite e la Comunità Europea. Tanto l’ONU nel suo Statuto, quanto la Comunità europea nella “Carta dei Diritti fondamentali” dichiarano esplicitamente di perseguire finalità di pace. La pace è quindi posta, dall’art. 11, come bene supremo, che motiva l’adesione a organizzazioni internazionali e le conseguenti limitazioni di sovranità dell’Italia.

Ancora una volta risulta palese la saggezza dei Padri costituenti che hanno saputo sapientemente orientare l’esistenza e l’eventuale l’utilizzo delle forze armate, al perseguimento e mantenimento della pace di cui, in questo contesto, esse divengono indispensabile presidio. Commemorare le forze armate non può quindi essere disgiunto dall’esprimere gratitudine per chi si impegna oggi a servizio della pace e del bene comune.

Viviamo anni nei quali, in molte parti del mondo, la guerra, anche se non esplicitamente dichiarata, viene ancora utilizzata come strumento di offesa e di espansione dei propri interessi nazionali. Fare memoria dei caduti di tutte le guerre, del dolore e delle tragedie che queste hanno sempre causato e causano, ci sia di monito a non considerare mai giusta alcuna guerra di aggressione e a saperci comportare di conseguenza nel contesto internazionale.

Alle nostre forze armate, presidio di pace e libertà, va quindi il nostro sentito ringraziamento. Un ringraziamento che riconosce e plaude alla loro professionalità, al loro spirito di abnegazione e alla loro fedeltà al dettato della Costituzione repubblicana.

Augusto Airoldi – Sindaco di Saronno

Redazione Saronnonews
saronnonews@gmail.com
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Pubblicato il 04 Novembre 2020
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