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Pacchi alimentari, la replica dell’assessore Tosi

Il titolare dell'assessorato ai Servizi Sociali spiega il provvedimento e chiarisce: "Abbiamo fatto delle scelte e agito in maniera prudenziale. Le richieste per la seconda tranche di aiuti sono drasticamente ridotte"

Pacchi alimentari, anche Croce Rossa e Banco Alimentare avviano la distribuzione

L’assessore ai Servizi Sociali del Comune di Saronno, Gianangelo Tosi, replica alle domande poste da Obiettivo Saronno in una nota stampa pubblicata giovedì 28 maggio. Tema della discussione, i pacchi alimentari, nello specifico la seconda tranche del provvedimento

Le domande che Obiettivo Saronno si pone con il comunicato passato alla stampa mi danno l’occasione di tornare per l’ennesima volta in argomento, con buona pace dei Consiglieri di minoranza che si lamentano della mia prolissità, piuttosto che del numero dei miei comunicati in materia. Ma se domandare è lecito, rispondere è cortesia! Ed allora ancora una volta spiego finalità e modalità operative del fondo destinato ad inizio aprile dal Governo per affrontare l’emergenza alimentare indotta dalla pandemia.

Alla Città di Saronno è stata destinata una somma prossima ai 209mila euro, da utilizzare unicamente per aiuti alimentari a cittadini che a causa della pandemia si trovassero senza mezzi di sostentamento, che non fossero già altrimenti seguiti dai servizi sociali, né fruitori di altri aiuti pubblici (come ad esempio il reddito di cittadinanza) ed esclusivamente mediante dirette forniture alimentari o erogazione di buoni spesa. Sulla scorta dell’esperienza e di concerto con le associazioni di volontariato coinvolte nell’organizzazione e nello svolgimento del servizio, questa amministrazione ha optato per la predisposizione di pacchi alimentari onde fornire a tutti i cittadini richiedenti il medesimo aiuto essenziale e satisfattivo dei bisogni alimentari urgenti e prevenire il fenomeno – purtroppo puntualmente verificatosi in buona parte dei comuni che hanno scelto la strada dell’erogazione dei buoni – del mercato nero dei buoni o, comunque, del loro inadeguato utilizzo. E, questione non secondaria, la scontistica ottenuta in ragione della quantità degli acquisti, ha permesso di esaudire col medesimo importo il 15% in più di richieste, dunque di aiutare una più larga platea di nuclei in difficoltà, anziché far avere ai singoli un tutto sommato trascurabile 15% in più di generi alimentari.

Prudenzialmente l’amministrazione, in considerazione del fatto che l’utilizzo del fondo non prevede un termine di scadenza e del timore che l’emergenza economica possa svilupparsi in modo ancor più dirompente a medio termine, quando verosimilmente la crisi economica avrà costretto più larghe fasce di popolazione e dare fondo ai propri risparmi per ritrovarsi infine davvero senza risorse né prospettive concrete, ha deciso di impegnare una prima quota di poco meno di un terzo delle risorse disponibili all’intervento più immediato ed emergenziale. Ed, evidentemente, la stima è stata fatta con particolare precisione, se con quel primo importo è stato possibile soddisfare tutte le richieste (oltre 500) pervenute nel primo mese, addirittura conservando un piccolo residuo di poco più di mille euro. Quando, poi, questo primo intervento stava per esaurirsi, l’amministrazione ha stanziato una seconda quota di quelle risorse per la ripetizione dell’azione, adottando qualche accorgimento migliorativo e rendendo più approfondita l’istruttoria preliminare all’erogazione dell’aiuto.

Contestualmente, però, le richieste dei cittadini si sono drasticamente ridotte (oggi ne contiamo 45, raccolte in due settimane mentre nel primo mese se ne ricevevano una media di 50 al giorno), alcune provenienti da nuclei che non l’avevano ancora avanzata, ai quali verranno consegnati pacchi uguali a quelli della prima fase, con l’aggiunta di buoni spesa di modico valore per l’approvvigionamento dei cosiddetti “freschi”, mentre ai nuclei già aiutati che rinnovano la richiesta viene caricato un importo sulla Carta Regionale dei Servizi, con cui recarsi – ora che non c’è più il divieto di uscire di casa – a fare la spesa in alcuni esercizi convenzionati.

Con questo secondo intervento si è arrivati ad impegnare all’incirca la metà del fondo messo a disposizione dello Stato e l’altra metà la teniamo a disposizione per quella che sarà la fase tre, cioè quella in cui, probabilmente già a partire dal mese prossimo, dovremo fare i conti con gli effetti negativi del consolidamento della crisi economica causata dal CoViD-19, la cui portata oggi nessuno è ancora in grado di prevedere con certezza. Mi perdoneranno, dunque, i lettori che già hanno sentito e letto queste mie spiegazioni più e più volte ma, evidentemente, c’è chi ancora non aveva non aveva letto, né ascoltato. O, forse, più semplicemente non aveva capito.

Gianangelo Tosi, assessore ai Servizi Sociali e Affari Generali
Comune di Saronno

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 29 Maggio 2020
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