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Coronavirus, alcuni casi di positività nella Rsa Papa Giovanni XXIII di Turate

Il responsabile della struttura ha confermato la presenza di positivi all'interno della struttura: "Abbiamo avuto dei casi nelle ultime settimane. Al momento sono quasi tutti asintomatici"

Generico 2018

Sono diversi i casi di Coronavirus accertati all’interno della Casa di Riposo Papa Giovanni XXIII di Turate. Nei giorni scorsi è deceduta una paziente di 92 anni risultata positiva al tampone del Covid-19.

La struttura è composta da un nucleo sanitario con 41 posti, una casa albergo con 20 posti, una comunità alloggio con 10 posti e un centro diurno integrato, al momento chiuso.

Il responsabile della Rsa ha confermato la presenza di positivi all’interno della struttura, anche se non ne ha specificato il numero: «Abbiamo avuto dei casi nelle ultime settimane – ha spiegato il dottor Mazzoleni -. Al momento sono quasi tutti asintomatici».

La struttura ha chiuso definitivamente l’accesso ai parenti il 1 marzo sebbene già dopo il primo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri la direzione avesse posto delle limitazioni alle visite dall’esterno.

Il 15 aprile sono stati effettuati in struttura i primi tamponi arrivati da Ats Insubria, che al momento ne ha forniti un numero complessivo di 20. I tamponi sono stati effettuati ad alcuni ospiti che presentavano delle lievi sintomatologie e che erano stati precedentemente isolati per precauzione. Alcuni sono dunque risultati positivi al Covid-19, mentre altri no.

«Abbiamo notato che al momento i pazienti positivi sembrano avere sintomi lievi, nel senso che, a parte i primi giorni, quando sono stati isolati, ora pur essendo positivi risultano quasi tutti asintomatici», ha commentato il dottor Mazzoleni.

In una seconda fase il personale che presentava delle sintomatologie è stato dapprima lasciato a casa in quarantena e poi prima di rientrare al lavoro sottoposto a tampone: «Dalle direttive sia nostre che di Regione e Ats, se c’è la presenza di uno o più sintomi, il lavoratore deve essere isolato a casa. Noi fin da subito abbiamo preferito isolare a casa quei dipendenti che mostravano sintomi anche minimi per essere sicuri».

«Il personale è stato fin da subito dotato, nei limiti del possibile e delle disponibilità, dei dispositivi di protezione individuale necessari, quindi mascherine chirurgiche e in una prima fase anche mascherine FFP2 – ha spiegato il dottor Mazzoleni -. Avevamo già una discreta scorta iniziale di mascherine, c’è stato un momento in cui i nostri fornitori non ne avevano più e l’Ats faceva fatica a fornirle, così tramite volontari e il Comune di Turate abbiamo ricevuto degli aiuti per cui quello che ci mancava siamo riusciti a recuperarlo».

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 28 Aprile 2020
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