Imparare l’arte del circo per avere fiducia negli altri, per socializzare, per guardare il mondo da un altro punto di vista. È questo l’obiettivo che si è posto un gruppo di professori della scuola superiore Ipsia Parma di Saronno che ha avviato il progetto extrascolastico “A scuola… di Circo!” nello scorso mese dei ottobre e che in queste settimane arriva alla sua conclusione creando anche degli spettacoli. Alle lezioni hanno aderito una ventina di ragazzi tra i 14 e i 18 anni che tutti i mercoledì pomeriggio si sono trovati insieme per imparare la giocoleria e l’arte cincense, tra acrobazie e giochi.

Ideatore della proposta è l’insegnante Vincenzo Tumminello, originario di Palermo, ma da dieci anni a Saronno. Insieme a lui il professore Thomas Layden, con il quale, da anni, pratica le arti circensi. Con loro ha collaborato anche la professoressa di scienze motorie Marta Bettini, oltre all’artista di strada Marco Rabaroli che è anche maestro di circo e fondatore dell’associazione Juggling di Gallarate.

«L’idea è nata dall’esigenza di offrire agli studenti quella della pedagogia del circo necessaria per trasmettere valori positivi quali l’impegno, la costanza, la fiducia reciproca, l’attenzione, il sacrificio e il lavoro di gruppo – spiega Tumminello -. Il corso di Circo ha previsto una parte di giochi teatrali che avevano come scopo di far uscire il clown che è in ognuno di noi. Oltre a giochi tratti dalle tecniche del teatro dell’oppresso di August Boal. Poi una parte del corso è stata dedicata alla giocolerai con attrezzi, come palline, cappelli, travi, ed anche sia Acrogym, come la costruzioni di piramidi umane. Dal gruppo è nata una piccola compagnia circense a cui abbiamo dato il nome di Minimal Circus. Nome che è stato scelto dai ragazzi in onore di Kremo, primo giocoliere minimalista al mondo».

Il corso di arte circense e giocoleria è un progetto che è stato approvato dalla dirigenza scolastica. «È un successo sia a livello di risultati che a livello pedagogico – commentano i professori -. Hanno già fatto due spettacoli con l’open day dell’istituto e un altro spettacolo nella scuola con la visita di un gruppo di anziani. Il 24 maggio i ragazzi saranno alla casa di riposo Focris di Saronno e poi ci sarà lo spettacolo a fine anno, una sorta di saggio finale».

«Inizialmente i ragazzi hanno trovato delle difficoltà perché praticare la giocoleria vuol dire liberare oppressioni come paura di essere giudicati, di lasciarsi andare, di non avere giudizi – spiega Tumminello che ha anche raccontato tutto con un libro e con una pagina Facebook -. Ma poi hanno capito lo scopo del corso e sperano che il prossimo anno il corso possa continuare».

«Credo che per invogliare questi ragazzi che arrivano da contesti magari a volte difficili, è giusto puntare su un modo diverso di coinvolgere le loro passioni – prosegue il professore -. Il rapporto tra insegnante e allievo non è verticale come in una classe, ma è orizzontale, è quasi alla pari. Questo oltre a mettere in gioco i ragazzi, mette costantemente in confronto noi adulti e loro. I ragazzi portano a casa un modo diverso di vivere e di affrontare la vita. Con una maggiore consapevolezza del confronto mettendo in discussione i propri punti di vista. In questo modo sono costretti ad aprirsi all’altro e a fidarsi. Proprio la fiducia è un elemento essenziale della giocolerai, come nella costruzione della piramide, come nel passaggio degli attrezzi: se non mi fido nel modo in cui mi lanci le cose, viene meno tutto quello che si vuole costruire insieme».