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Il centro ricerche di Gerenzano rischia la chiusura

Il presidente: "La nostra è l'unica struttura del genere di tutta la Lombardia, siamo molto sorpresi della revoca dei finanziamenti"

Il centro di ricerca di Gerenzano rischia la chiusura. Due grandi progetti di ricerca, già finanziati, sono stati revocati dalla Regione Lombardia. In particolare, la decisione sarebbe stata presa dalla Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica, presieduta dal professore Antonio Lanzavecchia. Angelo Carenzi, presidente del FIIRV commenta: «La revoca dei progetti finanziati e deliberati un anno e mezzo fa da parte della Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica ci lascia stupefatti. Se confermata, saremo costretti a chiudere».

Il nuovo cda dell’ente regionale di controllo si è insediato a gennaio e ha in pratica cambiato idea rispetto a quanto deliberato da quello precedente. La Fondazione Istituto Insubrico di Ricerca per la vita ha convocato d’urgenza il Consiglio di amministrazione per elaborare un piano di dismissione delle ricerche in corso, dal 2013 – 2015. La grande preoccupazione per il futuro del Centro ricerche di Gerenzano viene espressa con un comunicato dal presidente del FIIRV Angelo Carenzi e dal direttore Andrea Gambini:

«Il nostro è l’unico bioparco in tutta la Lombardia totalmente dedicato alla ricerca biotecnologica applicata alla salute dell’uomo – afferma Carenzi – per le competenza che storicamente si sono accumulate nel sito di Gerenzano, la ricerca di nuovi antibiotici costituisce l’interesse principale di questi laboratori. I due progetti di ricerca, a cui si fa riferimento, sono giunti a un punto di svolta importante, poiché siamo vicini al traguardo della brevettazione di 2 nuovi composti con profilo particolarmente interessante per la loro attività antibiotica. Per far capire la loro importanza, è sufficiente ricordare che nel campo degli antibiotici, negli ultimi anni, non ci sono stati nuovi brevetti. Siamo perciò meravigliati e sorpresi che le due progettualità, valutate, approvate e sostenute vengano, in corso d’opera, revocate: questo produrrà certamente il blocco delle attività di ricerca, il licenziamento dei ricercatori impegnati e la dispersione di questo patrimonio e degli investimenti fatti. E’ evidente che nel momento in cui tali indirizzi venissero approvati, la Fondazione si riserverà di adire a vie legali nei confronti del Cda del FRRB per l’ottenimento dei pregressi e per l’eventuale riconoscimento dei danni patrimoniali».

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 19 Giugno 2014
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