Mano ignota ha imbrattato con simboli e scritte blasfeme, nell’oscurità della notte, il cippo in memoria dei morti nelle foibe e degli esuli italiani dall’Istria, dalla Dalmazia, dalla Venezia Giulia e dal Quarnaro, nonché il venerato Santuario della Beata Vergine dei Miracoli: un atto ignobile, di estrema vigliaccheria e prepotenza, che dimostra di per sé il senso della democrazia che alberga negli autori di un gesto disgustoso, che in un sol colpo ha colpito il sentimento popolare di pietà e di solidarietà verso Italiani costretti all’esilio e la basilica mariana, retaggio di religione, arte e cultura radicato in tutti i Saronnesi. Negli ultimi mesi, gran parte degli edifici della città è stata malamente rovinata da scritte inconsulte: un fenomeno di per sé purtroppo già presente e segno di pessima educazione e di incapacità di coesistere ordinatamente, che è proliferato con inusitata frequenza e violenza verbale. Ora si provvederà rapidamente – e per quanto tecnicamente possibile – a riparare ai guasti, nella speranza che non siano irreversibili. Porto la mia solidarietà ed il mio turbamento agli esuli delle Terre Orientali ed alla comunità del Santuario; ma non basta: occorre che vi sia una reazione generale, di tutte le forze politiche, associative e sociali, di cui Saronno è tanto ricca, contro questo intollerabile degrado, dimostrativo della mancanza dei più elementari principi di rispetto, annidatasi in qualche minoritaria ed arrogante frangia estremista, che deve essere isolata e condannata senza condizioni da chiunque abbia a cuore la pacifica convivenza ed il rispettoso, democratico e leale confronto tra le idee. Saronno, 13 febbraio 2009.