Vuole i soldi per la droga e minaccia il parroco: arrestato a Cesate per tentata estorsione
Un uomo già sottoposto a sorveglianza speciale ha cercato più volte di estorcere denaro al sacerdote della parrocchia. Dopo aver violato i domiciliari, è finito in carcere

È stato arrestato con l’accusa di tentata estorsione aggravata un cittadino italiano classe 1971, già noto alle forze dell’ordine e sottoposto alla misura della sorveglianza speciale. L’uomo è finito ai domiciliari su disposizione del Tribunale di Milano a seguito di un’indagine condotta dai Carabinieri della Stazione di Cesate, avviata dopo diverse segnalazioni giunte dal parroco della chiesa locale.
Le indagini hanno ricostruito un comportamento estorsivo reiterato da parte dell’indagato, che avrebbe cercato più volte, anche con minacce, di ottenere denaro dal sacerdote. Un primo episodio risale al 2 aprile scorso: l’uomo, in evidente stato di alterazione psicofisica presumibilmente dovuta all’assunzione di stupefacenti, ha fatto irruzione in chiesa interrompendo una funzione religiosa e minacciando il parroco nel tentativo di ottenere 500 euro, verosimilmente per acquistare droga.
Un secondo episodio si è verificato il 16 maggio, quando lo stesso soggetto si è nuovamente avvicinato alla vittima, avanzando nuove richieste di denaro e proferendo frasi minacciose di fronte al rifiuto.
A seguito di questi eventi e dell’emissione dell’ordinanza cautelare, l’uomo è stato posto agli arresti domiciliari. Tuttavia, la sua condotta ha presto dimostrato ulteriore inosservanza delle disposizioni giudiziarie. Il 29 maggio è stato infatti sorpreso fuori dalla propria abitazione dai Carabinieri della Stazione di Garbagnate Milanese e nuovamente, il 3 giugno, è stato rintracciato presso la stessa chiesa di Cesate dai militari locali, in violazione della misura domiciliare.
Alla luce delle reiterate trasgressioni, l’Autorità Giudiziaria di Milano ha disposto un aggravamento della misura cautelare, disponendo la custodia in carcere, eseguita il 4 giugno.
L’uomo resta indagato e, come previsto dalla legge, si applica nei suoi confronti la presunzione di innocenza fino all’eventuale condanna definitiva.
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