Regione Lombardia investe sulla formazione dei medici di base per la diagnosi e la cura della fibromialgia
Il Consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno presentato dal conigliere PD Samuele Astuti per finanziare percorsi di formazione rivolti ai medici di medicina generale e campagne di sensibilizzazione per i cittadini
Un passo avanti concreto per il riconoscimento e la cura della fibromialgia in Lombardia. Il Consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno, presentato dal consigliere del Partito Democratico Samuele Astuti, che impegna la Giunta a investire nella formazione dei medici di medicina generale per migliorare la diagnosi precoce della patologia. La misura è stata inserita nel bilancio di previsione regionale votato nei giorni scorsi al Pirellone.
Che cos’è la fibromialgia
La fibromialgia è una sindrome cronica complessa e debilitante, caratterizzata da dolore muscolo-scheletrico diffuso, affaticamento persistente, disturbi del sonno e difficoltà cognitive. Colpisce in prevalenza le donne e può compromettere profondamente la qualità della vita. La diagnosi, spesso lunga e difficile, è uno dei principali ostacoli alla presa in carico tempestiva dei pazienti.
Più formazione, diagnosi più rapide
«È un passo avanti importante – commenta Astuti – che rende ancora più urgente che la Lombardia si doti degli strumenti necessari, sia per la presa in carico clinica sia per il diritto all’esenzione». Il consigliere regionale richiama anche il recente aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), che riconosce la fibromialgia, nelle forme più gravi, come patologia cronica e invalidante.
L’ordine del giorno chiede in particolare due azioni mirate:
- finanziare programmi di formazione specifici per i medici di base,
- avviare campagne informative rivolte ai cittadini.
Il rischio di restare solo sulla carta
Astuti mette in guardia sul rischio che i riconoscimenti formali restino inefficaci senza un reale impegno operativo: «Senza fondi adeguati e una volontà politica forte, tutto rischia di rimanere solo sulla carta». Per questo, annuncia, l’azione proseguirà: «Continueremo la nostra battaglia insieme alle associazioni e ai pazienti finché la fibromialgia non avrà il riconoscimento pieno che merita».
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