Arpa Lombardia: “Limiti rispettati per i Pfas con oltre 1.000 campioni analizzati nel 2024”
Secondo l’Agenzia, «come negli anni precedenti, i risultati confermano la presenza in tracce di diverse sostanze perfluoroalchiliche senza superamenti dei limiti normativi, fatta eccezione per il PFOS
«Nel 2024 abbiamo analizzato 1.088 campioni tra fiumi, laghi, acque sotterranee e scarichi e, dal 2017 a oggi, superato i 4.600 campionamenti complessivi, per un totale di oltre 70.000 analisi su tutto il territorio regionale». È quanto emerge dal Rapporto 2025 sul monitoraggio dei PFAS, pubblicato da Arpa Lombardia.
I PFAS E IL PFOS – I PFAS sono composti chimici sintetici la cui presenza nell’ambiente è stata riconosciuta solo negli ultimi decenni. Questi composti sono caratterizzati da stabilità chimica e termica, oltre che da proprietà idrorepellenti, che li hanno resi utili e molto diffusi in numerosi settori industriali sin dagli anni 50. Vengono impiegati in trattamenti di rivestimento per contenitori alimentari, in tessuti antimacchia e impermeabili, in vernici, schiume antincendio, imballaggi, mobili, e anche in biocidi e prodotti fitosanitari. Il PFOS (acido perfluoroottansolfonico), sostanza appartenente al gruppo dei PFAS, è soggetto a restrizioni in Europa da diversi anni e dal 2009 è incluso nella Convenzione internazionale di Stoccolma e ne è stato eliminato l’uso nei processi produttivi.
Secondo l’Agenzia, «come negli anni precedenti, i risultati confermano la presenza in tracce di diverse sostanze perfluoroalchiliche senza superamenti dei limiti normativi, fatta eccezione per il PFOS, per il quale in alcuni corpi idrici superficiali si registra il superamento del valore medio annuo, pur rimanendo al di sotto del limite massimo previsto dalla normativa».
Arpa Lombardia spiega inoltre che «nel 2024 il monitoraggio ha interessato 127 stazioni sui corsi d’acqua, con frequenza trimestrale e in alcuni casi mensile, 19 laghi e 100 pozzi per il controllo delle falde, attraverso due campagne di rilevazione sulle acque sotterranee grezze». A queste si sono aggiunte «due campagne sulle acque reflue, in primavera e in autunno, coinvolgendo numerosi depuratori e scarichi industriali».
«Per tutti gli altri parametri analizzati – PFBS, PFBA, PFPeA, PFHxA e PFOA – non sono stati riscontrati superamenti dei limiti di legge», precisa ancora l’Agenzia, sottolineando che «i casi di sforamento del valore soglia nelle acque sotterranee per il PFOS risultano isolati».
Il Rapporto 2025, che include anche l’andamento dei dati dal 2018 e approfondimenti grafici, è stato redatto al termine di «un complesso e accurato processo di controllo e valutazione complessiva dei risultati», con analisi svolte dal Dipartimento regionale Prestazioni analitiche di Arpa Lombardia nelle sedi di Milano Niguarda e Brescia.
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