Deviazione del Bozzente tra Gerenzano e Rescaldina: “Troppe incognite rinviate alla conferenza dei servizi”
Il progetto di spostamento dell'alveo prosegue ma solleva perplessità il rinvio di diversi nodi ambientali e progettuali ad una futura Conferenza dei Servizi
Prosegue l’iter per la realizzazione del progetto di spostamento di un tratto dell’alveo del Torrente Bozzente sul confine tra Gerenzano e Rescaldina, ma solleva perplessità il rinvio di diversi nodi ambientali e progettuali ad una futura Conferenza dei Servizi.
A sollevare il problema è Alex Carsetti di Rescaldina, protagonista di progetti di cittadinanza attiva che sta seguendo da vicino il procedimento relativo al progetto di deviazione del torrente.
Rifiuti sepolti nel greto e sulle sponde
Il motivo per cui si è giunta a progettare la deviazione di un tratto del torrente arriva da lontano.
Negli anni scorsi, dopo la segnalazione di rifiuti nel greto e sulle sponde, sono state eseguite le analisi del terreno tra i territori di Rescaldina e Gerenzano, all’altezza dell’ex discarica regionale. E’ stata rilevata una massiccia presenza di rifiuti, scaricati abusivamente, anche nei terreni di Rescaldina, in cui sono stati rilevati ad una profondità di 15 metri e più. Il piano iniziale di rinforzo delle sponde non avrebbe risolto il problema e si è reso necessario pensare ad un nuovo scenario: quello della sua deviazione.
Dopo tre anni è stato presentato il progetto dello spostamento dell’alveo del Bozzente da parte di Regione Lombardia, promosso dal Consorzio Est Ticino Villoresi (CETV), con l’obiettivo è quello di migliorare la sicurezza idraulica del corso d’acqua, mettendo al riparo le sue acque dalle criticità legate all’ex discarica di Gerenzano.
Un nuovo alveo artificiale
«L’intervento prevede la costruzione di un nuovo alveo artificiale e di argini, con attraversamenti ferroviari e opere di difesa spondale all’interno del Plis Bosco del Rugareto, un contesto ambientale molto delicato – spiega Carsetti – Proprio per questo Regione Lombardia ha avviato il procedimento di verifica di assoggettabilità alla VIA, la Valutazione di impatto ambientale, chiedendo una serie di integrazioni a CETV e acquisendo i pareri dal Comune di Rescaldina, PLIS Parco dei Mughetti, Provincia di Varese e Città Metropolitana di Milano. Il recente riscontro di CETV a queste richieste, pubblicato sulla piattaforma regionale SILVIA, lascia però aperti più interrogativi che certezze: alcune integrazioni vengono accolte solo in parte, altre vengono rinviate alla futura Conferenza dei Servizi, mentre su temi come biodiversità, rete ecologica e destino del vecchio alveo l’impostazione resta fortemente discutibile».
Da qui nasce la preoccupazione di Carsetti ma anche di cittadini ed enti locali: che l’opera, pur rispondendo a esigenze di sicurezza idraulica, venga portata avanti con un approccio troppo ingegneristico, sacrificando il ruolo fondamentale del Bozzente come corridoio ecologico e rimandando a fasi successive le scelte più importanti.
Il delicato equilibrio del Bosco del Rugareto
«Da un lato, CETV propone un’unica vera integrazione immediata: sul punto 1.1, relativo alla biodiversità, si dichiara disponibile a svolgere un monitoraggio faunistico ante-operam – prosegue Alex Carsetti – Un passo avanti solo in apparenza, perché lo stesso Consorzio continua a sostenere che l’area di progetto “non interseca alcuna area protetta” e che la check-list sulla biodiversità prevista dalla D.G.R. X/5565 sarebbe “poco efficace”. Una posizione discutibile, poiché l’intervento ricade all’interno del PLIS Bosco del Rugareto, che le stesse linee guida regionali includono tra le aree protette: la compilazione completa della check-list non è un di più ma un obbligo, poiché rappresenta uno strumento essenziale per valutare gli effetti dell’opera su habitat e fauna locale».
Ancora più preoccupante è il fatto che diversi nodi ambientali e progettuali centrali vengano esplicitamente rinviati alla futura Conferenza dei Servizi: «È il caso, in particolare, dei punti che riguardano le modalità di protezione delle sponde e uso delle scogliere in massi, con impatto sul carattere naturalistico del nuovo alveo; la frequenza di allagamento delle aree golenali e volumi di scavo, tema cruciale per la qualità ecologica del corridoio fluviale; le modifiche al percorso ciclopedonale previsto sulla sommità degli argini, che incide sia sulla fruizione che sulla sicurezza dell’area; approfondimenti sulle condizioni idrauliche in caso di eventi estremi e sulle tecniche costruttive dei manufatti e infine la valutazione di soluzioni progettuali alternative, con minore impiego di massi ciclopici e un’impostazione più vicina alla rinaturalizzazione.
Perché non affrontare subito tutti i temi?
«Si tratta di aspetti che non sono dettagli marginali – conclude Alex Carsetti – Riguardano la forma stessa del nuovo corso del Bozzente, il grado di artificializzazione delle sponde, il modo in cui verrà garantita (o compromessa) la funzione di corridoio ecologico, la risposta agli eventi estremi in un contesto di cambiamenti climatici. Rinviare questi temi alla Conferenza dei Servizi significa affrontarli in una fase in cui lo schema principale dell’opera (deviazione del torrente in un nuovo alveo rigido, con largo uso di massi di difesa) rischia di essere già dato per acquisito. In quel momento sarà più difficile ottenere modifiche profonde e un riequilibrio reale tra sicurezza idraulica, tutela del paesaggio fluviale e salvaguardia della biodiversità e dei suoi habitat».
Alla luce di tutto ciò, emerge una richiesta: che Regione Lombardia e gli enti coinvolti pretendano fin da ora un quadro più completo delle valutazioni ambientali, una reale applicazione delle linee guida sulla biodiversità e un’analisi trasparente delle alternative progettuali: «La Conferenza dei Servizi non dovrebbe essere il momento in cui “mettere una pezza” su criticità lasciate in sospeso, ma il passaggio finale di un percorso in cui corridoio ecologico, boschi e vecchio alveo del Bozzente siano considerati elementi centrali, e non semplici variabili da gestire a valle».
Da Regione Lombardia quasi 5 milioni di euro per lo spostamento dell’alveo del Bozzente
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