Caccia sui valichi montani, la Lombardia cambia la legge regionale: confronto acceso in aula
Nel corso del dibattito, non sono mancate le critiche delle opposizioni, che hanno definito la norma una forzatura e un potenziale motivo di contenzioso giuridico, soprattutto in relazione alle direttive europee

Con 43 voti favorevoli e 18 contrari, il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato a maggioranza la modifica alla legge regionale sulla caccia. Il provvedimento recepisce la nuova legge nazionale sulla promozione delle zone montane, che ha eliminato il divieto di caccia sui valichi montani interessati dalle rotte migratorie, modificando di fatto l’assetto normativo in vigore.
Cosa cambia per i valichi montani
La modifica introduce nella legge regionale n. 26 del 1993 la nuova definizione di “valichi montani attraversati da rotte di migrazione di maggior rilevanza”, individuati con Decreto del Ministero dell’Ambiente. Tali valichi potranno essere sottoposti a tutela parziale o totale se inclusi in Zone di Protezione Speciale (ZPS), riconosciute nell’ambito della Rete Natura 2000.
Massardi: “Una norma per chiarire il quadro giuridico”
«La legge approvata oggi – ha spiegato il relatore Floriano Massardi (Lega) – ha lo scopo di allineare la normativa regionale a quella nazionale, evitando così dubbi applicativi. Avremmo potuto non intervenire, perché la legge nazionale prevale comunque, ma con questo passaggio rendiamo più chiaro il quadro normativo come da tempo richiesto da operatori, enti e associazioni» – ha aggiunto, ricordando l’udienza in calendario il 9 ottobre in cui il tema sarà oggetto di valutazione.
Il testo è stato sottoscritto da 11 consiglieri di maggioranza, tra cui Claudia Carzeri, Carlo Bravo, Marcello Ventura, Pietro Macconi, Michele Schiavi, Giacomo Zamperini, Anna Dotti, Alberto Mazzoleni, Maira Cacucci e Silvana Snider.
Contrasti in aula e un ordine del giorno respinto
Nel corso del dibattito, non sono mancate le critiche delle opposizioni, che hanno definito la norma una forzatura e un potenziale motivo di contenzioso giuridico, soprattutto in relazione alle direttive europee. È stato infatti respinto un ordine del giorno presentato da Massimo Vizzardi (Gruppo Misto), che chiedeva un esplicito richiamo al rispetto delle direttive UE.
L’assessore all’Agricoltura Alessandro Beduschi è intervenuto per precisare che le direttive europee sul tema sono già state recepite a livello nazionale con un decreto firmato all’epoca dal ministro Pecoraro Scanio.
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