E’ morto uno dei tre falchetti del Pirellone, la costernazione della community di Giò&Giulia
Settimana scorsa per i tre falchetti è iniziata fase dell'involo, il momento più delicato. Il corpo del giovane falco è stato recuperato nei giorni scorsi ai piedi dell'edificio e non ci sono certezze sulle cause della morte, che verranno accertate da parte dei veterinari

E’ stato ritrovato senza vita uno dei giovani falchi (il maschio più piccolo) della nidiata 2025 di Giò&Giulia, gli ormai famosissimi falchetti del Pirellone.
Il corpo del giovane falco è stato recuperato nei giorni scorsi ai piedi dell’edificio e non ci sono certezze sulle cause della morte, che verranno accertate da parte dei veterinari dell’Università di Milano.
Si tratta di un evento triste ma che rientra nelle statistiche, spiegano i referenti del gruppo Facebook Giò&Giulia Falchi Pellegrini a Milano: «Purtroppo sia in natura che in città i rischi sono molteplici e la mortalità molto alta (una statistica australiana parla di un tasso del 66% di mortalità dei giovani entro il primo anno di vita)». Settimana scorsa è iniziata la fase dell’involo e dopo le prime prove i falchetti hanno iniziato la prima parte della vita adulta. E’ la fase forse più delicata, tant’è che sono stati predisposti dispositivi per il recupero nel caso dovessero trovarsi in difficoltà a terra. I giovani saranno accuditi ancora per un certo periodo da Giò e Giulia, ma tra qualche settimana si allontaneranno definitivamente.
La scomparsa del giovane falco pellegrino ha destato grande sconforto nella numerosissima community che ha seguito cime ogni anno tutta la vita della nidiata, dalla deposizione delle uova alla schiusa, fino ai primi voli: sono ormai più di 25mila le persone che fanno parte del gruppo, e migliaia quelli che seguono le vicende dei falchetti grazie alle due webcam installate in quella che da 11 anni è la casa di Giò&Giulia: un attico con vista mozzafiato a 125 metri d’altezza dove ogni anno, tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, la coppia torna per nidificare.
Il primo avvistamento dei rapaci risale ad aprile 2014, quando la coppia è stata individuata durante alcuni lavori di manutenzione sul tetto dell’edificio. Successivamente è stato costruito un nido artificiale, una vasca in legno con un letto di ciottoli alla base, adatta a ospitare la cova dei falchi. In corrispondenza del nido sono state installate due webcam, che permettono di osservare in diretta streaming 24 ore su 24 la loro vita ad alta quota.
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