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Al Cinema Prealpi la proiezione di un film speciale grazie al Villaggio Amico di Gerenzano

Alla sala saronnese la proiezione di "Keys, bags, names, words. Ricordi e demenza: storie di speranza" ha portato a un proficuo dibattito sul tema

villaggio amico gerenzano

“Keys, bags, names, words. Ricordi e demenza: storie di speranza” è una singolare e stimolante lente sulla speranza nell’invecchiamento e nella demenza. Racconta storie vere sugli impatti personali e globali del morbo di Alzheimer e di altre forme di demenza.

Dopo la prima americana del 7 settembre sono più di 50 le tappe nel mondo: da New York alla California, passando per il Connecticut, Illinois, Nevada, Barbados, Ghana, India, Portogallo, Florida, Scozia, Cile, Irlanda, e altri. In Italia il film è arrivato a Milano il 21 settembre in occasione della Giornata Mondiale Alzheimer e al Nuovo Cinema Prealpi di Saronno il 22 settembre grazie all’organizzazione di Villaggio Amico e della Comunità Amica delle Persone con Demenza di Gerenzano.

Un gruppo di giovani scienziati e artisti provenienti da tutto il mondo sfruttano ogni aspetto della creatività, dell’umorismo e della compassione per aprire la strada verso la speranza e la resilienza. Al centro della narrativa del film non compaiono più paura, disperazione e rassegnazione, ma speranza e azione per ridurre il rischio di sviluppare demenza e per connettersi in modo significativo con i propri cari, anche se non ci riconoscono più. Prendersi cura delle persone affette da demenza presenta sfide profonde per le famiglie e le società, e l’onere globale è ampiamente sottostimato.

Gli attori non sono famosi. Sono persone comuni, neurologi, psichiatri, geriatri, ricercatori, artisti o esperti di policy che studiano come la musica, la danza, l’antropologia, la scienza, l’arte in generale, possano aiutare la memoria o come intervenire sui fattori di rischio per prevenire o rallentare l’insorgere della demenza.

L’invecchiamento della popolazione globale, infatti, fa crescere il numero di persone che vivono con demenza. Numero destinato a triplicare entro il 2050 fino a raggiungere i 152 milioni, travolgendo famiglie, comunità, sistemi sanitari pubblici ed economie in tutto il mondo. Fino al 40% dei casi di demenza previsti a livello globale entro il 2050 potrebbero essere ritardati o addirittura evitati intervenendo sui principali fattori di rischio. È quanto emerge da una ricerca della Lancet Commission: in Italia – dove le persone con demenza oggi sono 1.480.000 – significherebbe fermare o rallentare l’insorgere di questa condizione in più di 900.000 persone, sulle oltre 2.300.000 che si stima vivranno con la demenza entro la stessa data.

«Con la proiezione del film “Keys, bags, names, words. Ricordi e demenza: storie di speranza” a beneficio della cittadinanza  abbiamo voluto dare un messaggio importante: l’Alzheimer non è da ricordare solo a settembre, ma 365 giorni all’anno, attraverso l’impegno che dà una risposta alle famiglie e ai malati, attraverso personale qualificato, formazione, ricerca, strumenti nuovi, ma sopratutto attraverso la sensibilizzazione delle persone – afferma Marina Indino, Direttore Generale di Villaggio Amico -. È per questo che vogliamo creare sempre più comunità amiche delle persone con demenza. Gerenzano con Villaggio Amico lo è diventato a maggio».

Alla fine della proiezione si sono confrontati in un dialogo aperto con il pubblico Marina Indino, Alessia Rossetti, Psicologa di Villaggio Amico, Sara Maria Colombo, Medico del Nucleo Alzheimer, Francesco Losavio, Neurologo e dirigente medico della Asst Valle Olona, Giuseppe Carfì, caregiver, e Francesca Vitale, attrice, operatrice culturale, avvocato, autrice e interprete di “Parole Mute, una testimonianza sull’Alzheimer”.

Nel dialogo tra relatori e pubblico sono emerse chiaramente le esigenze dei familiari dei pazienti e dei caregiver di trovare sostegno nella gestione del paziente e supporto sul territorio a seguito di una diagnosi.

Dalla gestione concreta nel quotidiano alla fatica di doversi confrontare con un proprio caro che non si riconosce più. Non sentirsi soli ma sostenuti, supportati, aiutati diventa il primo strumento per far fronte alla malattia. Nel dibattito ha trovato molto spazio anche il tema della prevenzione e degli stili di vita che possono prevenire i disturbi legati alla demenza e infine si sono rivelate significative le testimonianze dei caregiver presenti sul palco, che hanno voluto condividere la loro esperienza. Francesca Vitale  che si è occupata della malattia del padre si è rivolta così a tutte le persone che sono vicine a chi soffre di Alzheimer: «Quello che vorrei suggerire alle famiglie che attraversano un momento così difficile è di andare incontro alla nuova dimensione che vivono i loro familiari. Imparate ad agire con un linguaggio sensoriale, imparate a guardare con occhi nuovi, a toccare con delicatezza. Imparate l’ascolto di quello che la nuova persona vuole dirvi. Lo stimolo che chi soffre di Alzheimer vuole darci è proprio quello di imparare un nuovo linguaggio».”

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 25 Settembre 2023
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