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Seduta segreta per la mozione sulla nomina della moglie dell’assessore. Scoppia la polemica in Consiglio comunale

La mozione riguardava la nomina a commissario, per un concorso indetto dall’amministrazione comunale saronnese, della moglie dell’assessore D’Amato. Veronesi (Lega): "Che il presidente del Consiglio comunale decida una cosa del genere senza sottoporlo ai voti dei consiglieri è una cosa illegittima e assurda"

Consiglio Saronno

È sulla base dell’articolo 43 del regolamento del Consiglio comunale di Saronno che è stato dichiarato il dibattito in forma non pubblica della mozione presentata da Obiettivo Saronno, che chiedeva chiarezza sulla vicenda che ha visto al centro del mirino la moglie dell’assessore Domenico D’Amato, dirigente nel settore lavoro, giovani e sport del Comune di Milano, che era stata nominata, da parte di un dirigente del Comune di Saronno, commissario per un concorso indetto dall’amministrazione comunale saronnese (ne avevamo parlato qui).

La mozione era all’ordine del giorno dell’assemblea civica di martedì 29 novembre. Prima dell’inizio della trattazione dell’argomento, la consigliera di Tu@ Saronno Francesca Rufini ha posto in dubbio la legittimità della trattazione della mozione all’interno di un Consiglio comunale aperto al pubblico, facendo riferimento al comma 1 dell’articolo 43, che recita “L’adunanza del Consiglio comunale si tiene in forma non pubblica quando vengono trattati argomenti che comportano apprezzamento delle qualità o del comportamento delle persone e su tale apprezzamento si debba fondare la deliberazione del Consiglio comunale”.

Sospesa per qualche minuto la seduta, il presidente del Consiglio comunale Pierluigi Gilli ha deciso e comunicato la deliberazione a porte chiuse della mozione. 

Una decisione definita “illegittima” dal segretario cittadino della Lega di Saronno Angelo Veronesi, presenta tra il pubblico e uscito dall’aula come richiesto dal presidente Gilli: «È legittimo discutere in maniera segregata, però bisogna metterlo ai voti – commenta a caldo il consigliere leghista -. Non è espressamente previsto dal regolamento, quindi non si può decidere di imperio. Che il presidente del Consiglio comunale decida una cosa del genere senza sottoporlo ai voti dei consiglieri è una cosa illegittima e assurda, anche perché ci sono dei precedenti in cui si è sempre messo ai voti. Non si può arrivare in Consiglio comunale e avere il presidente del Consiglio che fa il dittatore». 

La mozione è stata poi ritirata dai proponenti. La motivazione di questa decisione la spiega il capogruppo di Obiettivo Saronno Luca Amadio: «Abbiamo ritirato la mozione perché secondo noi non c’era nulla che poteva precludere il fatto di potesse essere discussa in presenza. La mozione l’abbiamo pubblicata ed è sotto gli occhi di tutti; non c’è nulla di personale, non ci sono apprezzamenti sulle qualità delle persone, quindi decade nel merito la decisone del presidente».

«Non abbiamo un documento del segretario che avrebbe dovuto quantomeno esprimere un parere preventivamente sulla segretazione, avendo ricevuto la mozione più di un mese fa – conclude Amadio -. Questo ci fa ancora più comprendere il fatto che si voglia nascondere ai cittadini cosa accade all interno dell’amministrazione. La trasparenza tanto decantata da questa amministrazione fa acqua da tutte le parti, penso che i cittadini ormai lo abbiano compreso. Noi saremo sempre in prima linea nel combattere questo modus operandi, che non fa onore ai cittadini e alla città».

Valentina Rizzo
valentina.rizzo@varesenews.it
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Pubblicato il 30 Novembre 2022
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