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Chiara Lanzani è la nuova dirigente scolastica del Legnani di Saronno: “Un’emozione tornare in questa scuola”

Dopo tre anni Chiara Lanzani è tornata nella veste di dirigente scolastica nella scuola in cui per 17 anni aveva insegnato materie umanistiche e che in precedenza l'aveva vista studentessa del liceo classico

Chiara Lanzani

Lo scorso 1 settembre è stato un primo giorno di lavoro davvero speciale per Chiara Lanzani, nuova dirigente scolastica del liceo Stefano Maria Legnani di Saronno.

Dopo tre anni passati in qualità di dirigente al liceo Claudio Cavalleri di Parabiago, è infatti tornata in una veste diversa nella scuola in cui per ben diciassette anni aveva insegnato italiano, latino e storia e che precedentemente l’aveva vista essere studentessa del liceo classico. «È stato molto emozionante questo ritorno, perché è una scuola che ho nel cuore, piena di ricordi molto diversi» spiega la dirigente Lanzani, che incontriamo all’interno del suo nuovo ufficio.

Una scuola che oggi è certamente cambiata dal punto di vista numerico e dell’offerta formativa, rispetto ai tempi in cui Lanzani la frequentava da studentessa. Oggi sono quattro gli indirizzi proposti: Classico, Linguistico, Scienze Umane ed Economico-Sociale. Per l’anno scolastico 2022-2023 gli studenti iscritti sono ben 1427, così suddivisi: 203 al Classico, 516 al Linguistico, 302 a Scienze Umane, 406 Economico-Sociale. «L’Economico-Sociale è un indirizzo che sta crescendo negli ultimi anni – racconta la dirigente -. Quest’anno abbiamo avuto un buon numero di iscrizioni anche al Classico: abbiamo due classi prime da 25 studenti ciascuna. Erano anni che non avevamo classi così consistenti».

Com’è stato tornare in questa scuola in qualità di dirigente scolastico? «È stato molto bello, perché ho trovato un’accoglienza calorosa e benevola da parte dei miei colleghi. L’aspetto positivo è che anziché essere solo la dirigente scolastica, giustamente e per fortuna vengo ancora percepita come una collega».

Su cosa le piacerebbe puntare? «Innanzitutto quest’anno abbiamo a disposizione notevoli fondi del PNRR. Sono risorse che ci serviranno per  sistemare gli ambienti di apprendimento, una occasione per ripensare alla didattica nel suo insieme. È un lavoro in cui ho coinvolto molti insegnanti, con l’obiettivo di pensare a nuovi modi di fare scuola»

Qualche esempio? «Attuare una rimodulazione dell’orario scolastico, pensare a classi aperte, facendo in modo che gli studenti di più classi possano collaborare insieme per creare progetti comuni. O ancora creare aule dedicate a singole discipline, in modo da avere ambienti che siano adatti ad una specifica attività, come ad esempio un’aula di arte o un’aula di lettere.

Ad oggi abbiamo individuato i gruppi di lavoro. Entro quest’anno scolastico dovremo terminare la progettazione, sperimentare quanto ideato il prossimo anno e l’anno successivo ci sarà poi la messa a regime».

Quali secondo lei i punti di forza di questa scuola e quali gli aspetti sui quali è necessario ancora lavorare? «Questa scuola ha diversi punti di forza. Il primo è l’ottima qualità, nel suo complesso, del personale docente, sia nella preparazione professionale che nell’aspetto relazionale con gli studenti. C’è poi un eccellente sistema di tutoring rivolto agli studenti con bisogni speciali. È un aspetto che dovrà essere intensificato ancora di più, perché con la pandemia inevitabilmente c’è stato qualche problema in più dal punto di visa didattico e relazionale degli studenti.

Sugli aspetti da migliorare, mi piacerebbe in questi anni richiedere l’accreditamento per progetti di mobilità Erasmus+, per avere mobilità di classi individuali o di studenti e insegnanti. Una scuola come questa, con così tante classi di indirizzo linguistico, deve avere un respiro ancora più internazionale. Altro aspetto su cui lavorare è la digitalizzazione di tutti i processi amministrativi, ma è un aspetto che l’utente vede meno».

Liceo Legnani di Saronno: la scuola
In foto il liceo Legnani

È da poco iniziato un nuovo anno scolastico, senza mascherine dopo due anni. Questo ritorno alla normalità è stato troppo anticipato secondo lei? «Sulle questioni sanitarie non posso esprimermi perché non ho la competenza per capire se è affrettato o meno. Forse in autunno vedremo se questa nuova modalità funziona oppure no.

Certamente dal punto di vista dei rapporti degli studenti il ritorno alla normalità è salutare. Diversi Paesi europei, come la Francia, hanno sperimentato prima di noi il tornale alle modalità relazionali a cui eravamo abituati prima del covid. Avevo fatto un viaggio Erasmus in Francia lo scorso anno e ci avevano riferito che questo non aveva comportato un aumento significativo dei contagi. Quello che mi auguro è che anche per noi ci possa essere finalmente un ritorno alla normalità».

In occasione dell’avvio dell’anno scolastico cosa ha augurato a studenti e docenti? «Non ho ancora incontrato tutti gli studenti. Ho visitato solo qualche classe, ma le urgenze lavorative mi hanno impedito di fare il giro completo dell’istituto. Con i docenti è stato molto commovente, perché è stato tornare tra colleghi, alcuni dei quali sono diventati amici. Mi aspetto quindi che ci sia un clima di lavoro sereno e collaborativo, basato sulla conoscenza, sul rispetto reciproco e sulla stima, che è un po’ quello che ho percepito esserci».

Cosa si augura per il futuro? «La scuola raccoglie punti di vista diversi, quello del genitore, dello studente, degli insegnanti, che hanno tutti ragion d’essere e che a volte divergono.  Spero di riuscire a trovare la massima convergenza tra questi punti di vista diversi».

Redazione Saronnonews
saronnonews@gmail.com
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Pubblicato il 19 Settembre 2022
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