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Hotel Del Ponte, l’albergo candidato a diventare “Covid Hotel” a Caronno Pertusella

La struttura ha aderito alla chiamata di Ats Insubria, che per il momento ha avviato le procedure con due alberghi di Gallarate e Induno Olona

Generica 2020

Quella dei Covid Hotel è una soluzione che Regione Lombardia, come altre regioni in tutta Italia, ha individuato per ospitare persone Covid positive, ma senza sintomi o con una sintomatologia bassa, che non possono rimanere isolati al proprio domicilio. Una soluzione per alleviare la situazione degli ospedali, all’interno dei quali il numero dei letti occupati è in costante crescita.

Ats Insubria ha promosso una chiamata pubblica alla quale hanno risposto 8 strutture nel Varesotto. Due di queste, l’Shg Hotel Villa Porro Pirelli di Induno Olona e il Jet Hotel di Gallarate, sono quelle scelte per l’avvio del progetto, mentre è rinviata a successivi provvedimenti la sottoscrizione della convenzione con ulteriori strutture in base alle esigenze dello stato emergenziale. Ora dovrà essere sottoscritta la convenzione tra Ats Insubria e gli hotel, con regole e modalità che saranno stabilite attraverso un protocollo condiviso tra Ats, Comuni e albergatori verranno stabilite le modalità di accesso e le caratteristiche degli ospiti. Agli alberghi spetteranno i compiti di pulizia e igienizzazione, ma anche la preparazione la e distribuzione dei pasti. La Regione pagherà 85 euro al giorno per ogni ospite.

Tra le otto strutture che hanno presentato la manifestazione d’interesse ce ne sono due nella zona del Saronnese, una a Caronno Pertusella e una a Saronno.

Quello caronnese è l’Hotel Del Ponte, albergo di via Toti, nato una ventina di anni fa e gestito dai nuovi proprietari da 5 anni. Una struttura piccola, con 10 camere in tutto, che fino a prima dell’inizio dell’emergenza coronavirus lavorava con una clientela variegata, fatta di famiglie e lavoratori in trasferta per convegni e fiere: la posizione è comoda, tra la Fiera di Rho e Malpensa, con Como e Milano a pochi minuti di treno o auto. Ma da settimane l’agenda delle prenotazioni è vuota: «Abbiamo risposto alla chiamata per tentare una strada che ci faccia sopravvivere – spiega la titolare -. Dobbiamo capire bene come funziona il protocollo, vanno fatti investimenti per le sanificazioni ad esempio e vorremmo essere certi che il gioco valga la candela. Ats è venuta, ha fatto sopralluoghi, ha verificato la condizione della struttura e che la documentazione fosse in regola. Ora aspettiamo che ci diano informazioni per poi valutare se aderire o meno a questa possibilità».

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Pubblicato il 18 Novembre 2020
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