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Picchiato a sangue con calci, pugni e una chiave inglese: 5 in manette

Indagine portata a termine dai carabinieri della Stazione di Lurate Caccivio. All'origine del pestaggio il sospetto di una truffa da poche migliaia di euro

Generico 2018

Tentato omicidio, sequestro di persona e rapina. Sono queste le accuse per cinque persone, in concorso tra loro, arrestati tra le province di Como e Novara dai carabinieri della Stazione di Lurate Caccivio (Compagnia Carabinieri di Cantù), in esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Monza su richiesta della Procura della Repubblica di Monza.

Per 3 dei 5 indagati è stata disposta la custodia cautelare in carcere, per 2 la misura cautelare degli arresti domiciliari.

L’indagine, ha preso il via lo scorso 28 settembre 2019, quando, nelle vicinanze del kartodromo di Montano Lucino, venne ritrovato un uomo sanguinante, in stato di semi-coscienza e con gravi lesioni.

I successivi ed immediati approfondimenti investigativi hanno consentito appurare che la vittima, un artigiano, si era recata a Lentate sul Seveso (MB), presso il Centro Commerciale Bennet per un appuntamento con una cliente nel quale concordare un lavoro da svolgere; oltre alla donna, però, all’incontro trovò altre quattro persone che lo pestarono con violenza, colpendolo al capo con una chiave in ferro solitamente utilizzata per lo smontaggio dei bulloni delle ruote delle auto, nonché usando calci e pugni.

Gli aggressori lo caricarono poi in macchina, contro la sua volontà, trasportandolo presso il cimitero di Villaguardia prima e nella zona boschiva di Montano Lucino, non lontano dal citato kartodromo, dove continuò il pestaggio con calci e pugni fino a lasciarlo in stato di incoscienza. Infine gli rubarono il cellulare prima di fuggire.

A soccorrerlo arrivò il padre, a sua volta avvisato da un dipendente del menzionato kartodromo, e dal personale sanitario intervenuto sul posto che lo trasportò all’ospedale di San Fermo della Battaglia (CO), dove i medici gli prescrissero 35 giorni di prognosi.

All’origine dell’aggressione, secondo le indagini, un presunto tentativo di truffa commesso in precedenza dalla vittima del pestaggio in danno della donna con la quale aveva appuntamento per un ulteriore lavoro: si parla di una cifra complessiva di 2700 euro per un lavoro pattuito e mai iniziato, con tanto di caparra di 500 euro restituita ai committenti.

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 12 Maggio 2020
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