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Scaffali vuoti e corsie deserte, crisi per la catena Superdì

La crisi del GCA Generalmarket srl di Melzo, nato dalla fusione di diversi marchi qualche anno fa, è iniziata qualche mese fa. Già a maggio in alcune provincie i primi problemi, con mancate consegne di prodotti e scaffali che piano piano si sono andati svuotando

Crisi Superdì e Iperdì, scaffali vuoti

Scaffali vuoti, aria condizionata spenta, niente acqua, carne, frutta, surgelati.

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Crisi Superdì e Iperdì, scaffali vuoti 4 di 5

È questo il desolante panorama che si incontra entrando nei supermercati Superdì e Iperdì in Lombardia, che ha quattro punti vendita anche in provincia di Varese a Gallarate, Cislago, Cairate e Porto Ceresio.

La crisi del Gruppo Commercianti Associati Generalmarket srl di Melzo, nato dalla fusione di diversi marchi qualche anno fa, è nata qualche mese fa. Già a maggio in alcune provincie si sono verificati i primi problemi, con mancate consegne di prodotti e scaffali che piano piano si sono andati svuotando. Ora succede in tutta la Lombardia, nei 43 punti vendita sparsi in Regione tra le province di Milano, Varese, Pavia, Como, Bergamo, Brescia, Lodi, Monza (oltre a Novara, Alessandria e Savona).

Della situazione si stanno naturalmente occupando i sindacati, anche se il muro che si sono trovati di fronte non sembra far sperare in una conclusione positiva della vicenda: «Solo a Porto Ceresio i dipendenti sono una trentina, in provincia si parla di un centinaio di lavoratori e in regione arriviamo a circa 800 persone – spiega Marco Molinari della Fisascat Cisl -. La crisi va avanti da almeno un anno. I sindacati erano stati convocati a livello regionale, quando era stata prospettata la cessione di 15 punti vendita per fare cassa e poter pagare i fornitori e far partire una ristrutturazione del gruppo. Ma le cessioni non sono avvenute, i punti vendita ceduti (non venduti) sono stati a metà luglio solo 2 e la situazione non è stata risolta. Un incontro che era fissato per fine luglio è stato disdetto senza dire nulla o dare motivazioni. Ai lavoratori non è stato detto nulla: gli stipendi arrivano, ma non si sa per quanto e con gli scaffali desolatamente vuoti le prospettive non sono rosee, anzi. Ufficialmente non è stata aperta nessuna vertenza o procedura di crisi. La novità è che il 25 luglio è stata chiesto un incontro urgente con il presidente della Regione Attilio Fontana per discutere dei livelli occupazionali, della vendita di parte dei negozi e del pagamento dei fornitori che non vedono un euro da mesi».

La società, con una nota, ha risposto quanto segue: «La società in questo periodo ha certamente preso atto della situazione di crisi in cui si trova. Nel corso del 2017 e nei primi mesi del 2018, si è perseguito un progetto di riorganizzazione operativa (già avviato in precedenza) e sono al vaglio diverse ipotesi per il superamento della crisi. L’interesse primario è quello di preservare i livelli occupazionali e di salvaguardare i valori aziendali».

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 01 Agosto 2018
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