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E le erme stanno a guardare….

In corso fino al 31 luglio la mostra di Federico Simonelli a Villa Borletti, una mostra caratterizzata da una profonda meditazione attorno alle condizioni dell’esistenza

Arte - Mostre

Prosegue nelle nitide stanze di Villa Borletti a Origgio l’esposizione delle opere di Federico Simonelli.  Una mostra caratterizzata da una profonda meditazione attorno alle condizioni dell’esistenza dove la vita non è vista solo come azione ma nel suo continuo flusso.
Ben ha fatto l’autore a ordinare l’intera esposizione nelle nove stanze dell’edificio legandole a ben definite tematiche.
Amore e morte, tempo e memoria, quotidianità e storia sono le comuni radici che caratterizzano, condizionano, sostanziano il percorso della vita stessa e dell’intera mostra. Simonelli se ne fa carico con la lucida consapevolezza che tra l’essere e l’essere del mondo esista una frattura incolmabile dovuta alla certezza della nostra finitudine e della difficoltà ad accettare una tale condizione.
Dentro questa sofferenza melanconica si sviluppa tutta la sua ricerca poetica e le stanze, nel loro aprirsi e succedersi agli occhi dei visitatori, non solo liberano forme ma anche il contenuto di una ricerca estetica legata ad una dimensione di classicità. Una ricerca che non si pone il problema del divino o del mito ma mette a nudo visioni che mostrano l’insignificanza d’ogni nostro agire. Tutto si gioca solo nel tempo della vita, dentro la sua faticosa dimensione umana, in un’ irripetibile soggettività, in un definito luogo, in un preciso tempo.
Così in “Non ho avuto il tempo”, un lavoro che mette in evidenza le foto di alcuni personaggi mentre guardano il proprio busto celebrativo, il silenzio degli sguardi insieme alla forza evocativa della frase posta ad esergo sulla foto riempie la situazione temporanea di domande mentre il tutto della loro vita resta sospeso in un proprio mondo, così che lo spazio della stanza si riempie di parole.
Oppure in “Non vennero i cavalieri” dove l’immagine fotografica di un defunto, messo in mostra all’interno del proprio catafalco, colloquia con l’impronta in ghisa di un cavaliere mutuato da una tomba medioevale. Rilievo plastico e fotografia evidenziano solo uno stato d’essere e, metaforicamente, rimandano ad una differente temporalità, ad un essere stato. Anche se non c’è continuità storica tra i personaggi c’è una concomitanza di ruoli, di situazione nell’unico tempo della visione.
Il rigore formale delle composizioni immerge il visitatore in una visione unica, assoluta. Non bastano le silenziose Erme che appaiono nella parte alta di molti lavori a dare senso propositivo alla lettura che Simonelli fa del vivere. Nella loro enigmaticità e immutabilità restano testimoni muti ma caricano le composizioni di un senso universale. Diventano uno sguardo sulle cose del mondo, sulla fatica del vivere, sulla bellezza e sulla tragicità.
Ecco allora che “amore e morte”, “tempo e memoria”,” quotidianità e storia” altro non sono che due stati dell’essere, due situazioni, due condizioni viste e vissute nelle loro soggettiva irrepetibilità, perché è dentro il sé del vivere e del morire che si alimentano gli avvenimenti, i luoghi, il tempo, costruendo una dimensione di vita che pur facendosi simulacro dell’esistenza si apre nella sua continuità ad una dimensione di universalità e di sacralità.
FEDERICO SIMONELLI
“Un pensiero del tempo”
ORIGGIO – Villa Borletti
Dal 2 aprile al 31 luglio 2016
A cura di HESPERIA – associazione culturale
Tel: 333 6919848 hesperia.origgio@gmail.com

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Pubblicato il 27 Maggio 2016
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