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Addio a Giannetto Bravi

L'artista è stato colpito da un infarto. Domani avrebbe inaugurato una mostra collettiva a Sovico.

Una notizia che ha colpito come un fulmine il mondo dell’arte. Questa mattina 29 giugno 2013, intorno alle 11.00 un attacco cardiaco non ha lasciato scampo Giannetto Bravi. Proprio domani avrebbe inaugurato una mostra collettiva allo Studio Apeiron di Sovico, insieme agli artisti amici Carlo Buzzi, Gabriele Jardini e Luca Scarabelli.

Nato a Tripoli in Libia nel 1938 aveva vissuto a Napoli e poi a Saronno. Dal 1990 viveva e lavorava a Cislago.
Artista poliedrico è sempre stato in grado di guardare al di fuori degli stretti confini dell’arte visuale, le sue opere infatti sconfinano nel campo del design, della moda, dell’oreficeria, del merchandising e raramente sono realizzate con materiali e tecniche propriamente artistiche. Nei primi anni della sua carriera l’artista ha sperimentato i più svaria media, dalla pittura alla scultura, dagli interventi di pubblic-art (anche se all’epoca non si chiamavano ancora così) alle performace e dalle azioni alla mail art.

I primissimi lavori di Bravi sono opere pittoriche di derivazione optical realizzate con colori luminescenze, in questo modo l’artista fonde l’esperienza percettiva delle ricerche Op del centro Europa e dell’America Latina con l’esperienza e l’uso dei colori della Pop Art di stampo anglosassone e statunitense ed è proprio su queste contaminazioni che si basa il lavoro dell’artista, nella sua capacità di far dialogare tecniche, stili, culture, pratiche e procedimenti differenti.

Poi i lavori che hanno come mondo di riferimento il museo, e in particolare quell’area attrezzata per il consumo culturale che va sotto il nome di bookshop. Da qui Bravi attinge la materia prima con cui realizza la sua Quadreria (una sorta di riassunto della pittura mondiale attraverso assemblaggi di cartoline dei capolavori), e ultimamente preleva anche gli oggetti del merchandising più avanzato: delle piccole eccellenze di ingegno commerciale, dei gadget visionari come scatole di puzzle, gomme da cancellare, borse in tela, magneti decora-frigorifero che possono contare su di una sorta di “indotto d’aura”, su di un riflesso straniante di bellezza proveniente dalle opere riprodotte sulla loro superficie.

Un signore dell’arte di cui si sentirà la mancanza.

 

Redazione Saronnonews
saronnonews@gmail.com
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Pubblicato il 29 Giugno 2013
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