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Processo Cazzaniga, il difensore di Clelia Leto: “Ha perso la fiducia nel prossimo”

L'avvocato Basilico ha raccontato le conseguenze della vicenda Cazzaniga-Taroni sulla vita della sua assistita, grane accusatrice del processo: "Minacciata per aver fatto emergere anomalie"

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Dopo le pesanti richieste di condanna da parte dei pm (ergastolo per Leonardo Cazzaniga e 4 anni ai membri della commissione medica) al processo sulle morti in corsia e tra i familiari di Laura Taroni, che si sta svolgendo in Corte d’Assise a Busto Arsizio, è stato il giorno delle parti civili che concluderanno nella prossima udienza di lunedì 9 dicembre.

Le richieste dei pm: ergastolo per Cazzaniga e 4 anni per la commissione medica

Uno ad uno i legali delle parti offese hanno cercato di rappresentare ai giudici togati e ai giudici popolari le conseguenze delle azioni di Cazzaniga sui familiari delle presunte vittime del medico che operava all’interno del reparto di emergenza-urgenza dell’ospedale saronnese.

Particolarmente sentita la richiesta di Carlo Basilico, legale di Clelia Leto, l’infermiera che ha assunto il ruolo di grande accusatrice di Cazzaniga, il quale ha parlato di «minacce gravi e continuate nei suoi confronti da parte di Cazzaniga» ha ricordato le frasi «volgari, provocatorie e sgradevoli» nei confronti della sua assistita. Basilico ha analizzato le condotte anomale, le voci sulla Taroni definendo la situazione all’interno del reparto come insostenibile: «In quel pronto soccorso si era perso il controllo, nessuno vagliava , nessuno verificava le voci che correvano di bocca in bocca. Cazzaniga è stato visto più volte prendere farmaci psicoattivi (benzodiazepine) durante i turni di lavoro». Basilico parla anche elle «effusioni amorose tra Taroni e Cazzaniga che avvenivano davanti ai pazienti, senza alcun rispetto per un luogo di dolore come un ospedale. Per Basilico «Cazzaniga ha una responsabilità civile, politica e morale in senso lato. Un caso di malasanità lampante».  Secondo il legale la Leto «ha subito danni psicologici e fisici, «ha perso la fiducia nel prossimo. Lei ha avuto coraggio morale e la schiena dritta. Molti altri erano a conoscenza e non hanno agito. Questo fa di lei un esempio positivo di fronte alle miserie morali uscite dal dibattimento, atteggiamenti al di là del male e del bene». Infine è arrivata la richiesta di condanna e di risarcimento quantificato in 50 mila euro.

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All’avvocato Maria Chiara Arca, parte civile dei figli di Massimo Guerra, forse il compito più ingrato: «Questi bambini sono vittime di adulti irresponsabili. Il padre, di cui sono stati privati, era una presenza, anche se poco loquace, quindi i bambini hanno subito un danno. Le condotte degli imputati hanno portato allo sradicamento dopo che gli è stata fatta terra bruciata dei legami familiari» – ha raccontato. Sostanzioso il risarcimento richiesto per i due minori che ancora oggi vivono in un contesto esterno a quello familiare.

Interessante anche la richiesta dell’avvocato Fabio Gualdi, parte civile per i familiari di Angelo Lauria:«Laura era al pronto soccorso per caso. Era in ospedale per controlli periodici, vigile , cosciente al livello massimo secono una scala che viene utilizzata per capire la lucidità. Per il suo medico di base non era un malato terminale. Il dottor Di Lucca, che lo aveva in carico, lo ha mandato in quel reparto per mancanza di posti letto e per avviare le cure palliative. Entra in codice verde e muore. Cazzaniga disse che avrebbe applicato il suo protocollo senza avvisare il paziente e i familiari, in completa autonomia. Un infermiere lesse sulla cartella l’anomala annotazione di aspettativa di vita di una settimana, fatta dallo stesso Cazzaniga. L’infermiere Iliescu Radu fece la segnalazione per questo caso».

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 02 Dicembre 2019
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