Quando le mafie entrano nelle curve. A La Tela di Rescaldina i legami tra ultras e criminalità organizzata
Alessandra Dolci della DDA di Milano, Claudio Arrigoni della Gazzetta dello Sport e Andrea Gianbartolomei di "La via Libera" a La Tela per la terza edizione della settimana della legalità organizzata dall'osteria sociale
Quando le mafie entrano nelle curve degli stadi, e non solo. Che i tentacoli delle mafie si allunghino (anche) sullo sport ormai non è certo un segreto. A dimostrarlo, solo nell’ultima settimana, sono stati l’assalto al pullman dei tifosi del Pistoia Basket, la Juve Stabia in amministrazione giudiziaria, lo scandalo delle scommesse illegali in NBA, l’arresto in Serbia dell’arbitro di Eurolega Uros Nikolic. Ma ancora prima, per rimanere agli ultimi anni e al tifo organizzato di Inter e Milan, lo hanno fatto il tentato il tentato omicidio di Enzo Anghinelli nel 2019 e gli omicidi di Vittorio Boiocchi nel 2022 e Antonio Bellocco nel 2024.
Le connessioni tra il tifo ultras milanese e la criminalità legata alla ‘ndrangheta sono tante, figlie della presa di consapevolezza della criminalità mafiosa che «l’introito del calcio è estremamente remunerativo», oltre ad offrire possibilità importanti di allargare «il capitale sociale». Dai biglietti al ticketing, passando per il merchandising, cosa si può fare per arginare questo fenomeno? Ne hanno parlato a La Tela di Rescaldina Alessandra Dolci, coordinatrice della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, Claudio Arrigoni della Gazzetta dello Sport e Andrea Gianbartolomei di “La via Libera” in occasione della terza edizione di “SosteneTela”, la settimana della legalità organizzata dall’osteria sociale sulla Saronnese.
Il contrasto, ça va sans dire, passa per il rispetto delle norme e le contromisure per garantirlo, e le inchieste passate e presenti vanno in questa direzione. Quello del “Follow the money”, però, per le mafie è un dogma, difficile pensare che mollino l’osso. Per questo serve anche, e forse soprattutto, un cambio di passo culturale, che metta fine all’accettazione, a tutti i livelli, del “mondo stadio” così com’è: un’accettazione che troppo spesso sconfina nella rassegnazione e finisce per mettere la polvere mafiosa sotto il tappeto.
«Molto va investito nella formazione – ha sottolineato la coordinatrice della DDA di Milano -. Le società, ad esempio, hanno investito nella formazione dei calciatori? Molti sono stranieri, serve una formazione “seria”, serve metterli in guardia e non limitarsi a far firmare contratti dove c’è scritto che sono vietati i rapporti con gli ultras. Certamente un problema culturale generale c’è, e tutti gli attori istituzionali devono fare la loro parte, ad esempio con il Daspo fuori contesto e la clausola di gradimento: sono piccoli passi in avanti per convincere almeno una parte del tifo ad essere più rispettosa delle regole in quel contesto».
«Parlare di mafie e calcio è uno strumento molto efficace per spiegare i meccanismi della criminalità organizzata, ad esempio nelle scuole – ha aggiunto Gianbartolomei -: parlare di tifosi e criminalità organizzata permettere di attirare l’attenzione e dare degli insegnamenti. Talvolta in passato c’è stata la tendenza a minimizzare il problema, ma le ultime indagini hanno permesso di scoperchiare il vaso di Pandora e comunicare meglio quello che avveniva negli stadi, che è specchio di quello che succede al di fuori e permette di capire quanto la penetrazione della mafie al Nord sia forte».

Durante la serata è stata anche presentata la seconda edizione del concorso “RicordaTela”, incentrata sulle storie di ragazzi che si battono contro la mafia: storie reali, ma anche inventate, per parlare di cosa i giovani possono fare contro la mafia attraverso un testo, un video o un podcast. «Lavorare in un posto come La Tela è impegnativo, non è semplice far funzionare un bene confiscato alle mafie, ma dà tante soddisfazioni – ha spiegato il presidente della cooperativa La Tela Giovanni Arzuffi -: grazie alla prima edizione del concorso, ad esempio, una classe della scuola di Cerro Maggiore, partendo dal solo nome della vittima di mafia, ha iniziato una ricerca che ha portato a dedicare l’aula magna della scuola del paese a questo bambino. Speriamo che questa edizione dia gli stessi frutti».
Il programma della settimana della legalità
A dare il via alla terza edizione di “SosteneTela” è stato venerdì 17 ottobre lo spettacolo teatrale “Vite spezzate”, portato in scena all’auditorium di Canegrate da E-Motivo Teatro in collaborazione con Ci Aiutiamo e Libera. Il palinsesto vero e proprio ha poi preso il via giovedì 23 ottobre all’osteria sociale con una serata dedicata alla riforma della magistratura in discussione in Parlamento e ai riflessi sulla lotta alla mafia, con protagonisti Sergio Rossetti, componente della giunta esecutiva centrale dell’Associazione Nazionale Magistrati, Franco Mondini, già sostituto procuratore a Brindisi e Lecce, impegnato nella lotta alla mafia, e il giornalista e criminologo David Gentili come moderatore.
Gli incontri proseguiranno sabato 25 con una cena comunitaria con i prodotti di Libera Terra e delle cooperative sociali partner de La Tela: in tavola ci saranno i vini di Libera Terra, la pasta e la passata di pomodoro di Verbumcaudo dalla Sicilia, i dolci di Banda Biscotti da Verbania, i cioccolati di Modica dalla Casa Don Puglisi, la sbrisolona del carcere di Mantova e le composte della cooperativa Radici nel Fiume di Somma Lombardo, fino al concerto finale con l’Amaro Partigiano di Rimaflow. A chiudere il weekend sarà domenica 26 ottobre “PedalaTela”, una biciclettata lungo le ciclabili di Rescaldina, Legnano, San Vittore Olona e Cerro Maggiore con arrivo e partenza a La Tela e tre momenti musicali a cura di ArcEnCiel Ensemble.
Giovedì 30 all’osteria sociale si parlerà della gestione dei beni confiscati nel Legnanese con Alessandra Veggiani, ricercatrice dell’Università Cattolica di Milano che ha dedicato la tesi alle implicazioni psicologiche nella gestione di un bene confiscato, e Riccardo Falcone di Libera, che dialogherà con i sindaci del Legnanese. Ultima data “in cartellone” quella di venerdì 31 ottobre, serata dedicata alla cena degli educatori con maestri, professori, educatori, allenatori insieme per parlare di come educare alla legalità.
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