Saronno, il Consiglio dice sì al riconoscimento dello Stato di Palestina ma l’unanimità non si trova
Una mozione dal valore simbolico e politico divide l’aula: Forza Italia, Fratelli d'Italia e Obiettivo Saronno lasciano i lavori. L'accusa di Airoldi alla maggioranza: "Se aveste accettato gli emendamenti delle minoranze questa sera la vostra mozione sarebbe passata all’unanimità"

Dopo la lunga discussione sul tema sicurezza, ieri sera il Consiglio comunale di Saronno ha anche affrontato e approvato una mozione presentata dai gruppi di maggioranza per chiedere al governo italiano il riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina accanto a quello di Israele. Una decisione dal forte valore simbolico e politico, che ha acceso un confronto serrato tra maggioranza e opposizione.
Il testo della mozione
La mozione, letta in aula dalla consigliera Nourhan Moustafa di Tu@a Saronno (nella foto), richiamando l’articolo 11 della Costituzione e lo statuto comunale, ha sottolineato il ruolo delle Nazioni Unite e del Parlamento europeo e ricordato che 157 Paesi membri dell’Onu hanno già riconosciuto lo Stato palestinese.
L’impegno richiesto alla giunta e alla sindaca è quello di sostenere formalmente il riconoscimento presso le istituzioni italiane e promuovere sul territorio iniziative di sensibilizzazione e solidarietà per la pace.
Le proposte di modifica delle minoranze
L’opposizione ha presentato emendamenti al testo della mozione. Dopo una richiesta – respinta dalla maggioranza – di rinvio della discussione, alla luce degli eventi che sono in corso in questi giorni, a partire dalla liberazione degli ostaggi e della firma dell’accordo di pace, Forza Italia e il consigliere Amadio hanno chiesto di inserire nel testo come condizione il disarmo di Hamas, la sua esclusione da futuri governi palestinesi e il riconoscimento del diritto all’esistenza di Israele.
Augusto Airoldi di Saronno Civica ha proposto una condanna esplicita dell’attacco terroristico del 7 ottobre 2023 e della risposta sproporzionata del governo israeliano.
La maggioranza ha respinto entrambe le proposte, sostenendo la necessità di mantenere il testo “asciutto e neutro”, limitato al riconoscimento dello Stato di Palestina per evitare divisioni e inviare un messaggio unitario.
Tensioni in aula
Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno accusato la maggioranza di “mancanza di coraggio politico” per non aver accolto gli emendamenti, e i consiglieri dei due gruppi hanno lasciato l’aula prima del voto. Anche Obiettivo Saronno ha scelto di non partecipare alla discussione, ma per una questione diversa ovvero, come ha spiegato Novella Ciceroni, «coerentemente con la propria linea di non intervenire su temi di politica nazionale ed estera».
I consiglieri di maggioranza hanno ribadito che la mozione non intende schierarsi con una parte ma promuovere la pace attraverso la soluzione dei “due popoli, due Stati”. Sono stati condannati sia il terrorismo di Hamas sia ogni forma di violenza e fondamentalismo, «ma – hanno spiegato i firmatari della mozione – non si è voluto trasformare il testo in una ricostruzione storica divisiva».
L’esito della votazione e l’accusa di Airoldi
Dopo l’uscita dall’aula di parte dell’opposizione, al voto finale erano presenti 16 consiglieri (inclusa la sindaca). La mozione è stata approvata all’unanimità dei presenti.
Tra i voti a favore anche quello del consigliere di minoranza Augusto Airoldi che però ha accusato la maggioranza di aver rifiutato gli emendamenti per motivi politici, non sostanziali, e di aver così impedito che la mozione fosse approvata all’unanimità: «Se aveste accettato gli emendamenti delle opposizioni e delle minoranze questa sera la vostra mozione sarebbe passata all’unanimità. Avete scelto scientemente di rifiutare l’unanimità del consiglio comunale».
Ha definito questa scelta una “miseria politica”, imputando alla maggioranza la responsabilità di aver sacrificato un’occasione di unità su un tema cruciale. Nonostante ciò, ha comunque votato a favore della mozione, «perché – ha detto – riconoscere lo Stato di Palestina è più importante di queste miserie».
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