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Una storia di sport e inclusione, il MaiSMais Baskin Manigunda si gioca la finale di Coppa Italia

Il MaiSMais Manigunda, la squadra di Fagnano Olona di Baskin - sport che presenta squadre miste di normodotati e disabili - avrà un weekend di emozioni disputando le finali di Coppa Italia a Ferrara

Baskin Manigunda MaisMais

«All’inizio nessuno ci credeva, sembravamo degli scappati di casa – ride, Chiara Aldizio, mentre torna con la memoria a quando nacque la squadra di baskin che ha fondato anni fa – Tutto è iniziato nel 2023, con solo cinque atleti. Nonostante fossero tutti inesperti, grazie all’impegno e alla voglia di divertirsi, abbiamo costruito pian piano un gruppo affiatato e contagioso».

Quel nome in dialetto che incita a lottare

Il nome in realtà è un termine in dialetto: «Ci chiamiamo MaiSmais (si legge Mai Smaìs con l’accento sulla i) è un’espressione dialettale che significa “Mai Disperare, Mai Arrendersi”: in queste due semplici parole è racchiusa tutta la nostra storia».

Quattro canestri sul campo per un gioco inclusivo

Il baskin è un basket “rivisitato”: «È uno sport nato nel 2001, ma si sta diffondendo solo negli ultimi anni. A essere innovativa è soprattutto la formazione che scende in campo: giocano sei giocatori, tutti dai 14 anni in su, che devono essere rappresentativi di tutta la rosa.
Ci sono quindi persone abili e disabili, uomini e donne, principianti e professionisti, nessuno escluso, e noi – aggiunge Aldizio con orgoglio – abbiamo anche un giocatore di 76 anni. In questi anni abbiamo reclutato persone diversissime, anche famiglie intere – mamma, papà, figli – e nonni con nipoti. La regola è sempre la stessa: non escludere nessuno».

Già dalle caratteristiche del campo si evincono le dinamiche di gioco: «Giochiamo in un normale campo da basket, con i due canestri regolari, ma, oltre a quelli, ce ne sono altri due, a metà campo, con una zona riservata destinata ai giocatori disabili. Si contano dunque due zone di attacco e due di difesa».

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Da “scappati di casa” a una squadra che ha imparato a credere ai sogni

Tutto è nato da competenza e passione: «Io sono un’educatrice, prima che un’allenatrice, e ho sempre lavorato con la disabilità. Cercavo qualcosa che potesse creare condivisione e ho scoperto il baskin: da appassionata di basket e con la mia formazione di educatrice ho pensato potesse davvero insegnare alle persone a collaborare fra loro.
Così è nata la nostra squadra, che ha trovato “casa” a Fagnano Olona, al PalaMarino, vestendo quindi il giallo e il blu. Siamo inoltre affiliati alla Cestistica Manigunda, da cui prendiamo il nome».

«Intorno a noi si è creata una estesa rete di aiuti: ognuno mette ciò che può, chi il campo, chi le divise, chi il volontariato. È un progetto che continua a crescere, accolto con curiosità e attenzione. La magia è proprio questa: far collaborare tutti insieme, fuori e dentro il campo».

«Adesso siamo arrivati a una trentina di tesserati e, grazie ai professionisti che giocano con noi, le partite non mancano di adrenalina, divertenti da guardare e da giocare. Anche gli atleti che restano a metà campo, nella “zona protetta” in realtà sono quelli che segnano più punti, perché il baskin riesce a coinvolgere tutti» dettaglia Aldizio, anima della squadra e prima tifosa dei suoi giocatori.

Una finale da giocare

Sabato 21 giugno e domenica 22 giugno sono due date cerchiate in rosso sul calendario per il MaiSmais Baskin Manigunda: la squadra è attesa infatti a Ferrara per le finali di Coppa Italia.

Le finali di Coppa Italia che disputerà il MaiSmais Baskin Manigunda

Le finali di Coppa Italia che disputerà il MaiSmais Baskin Manigunda

«Lo scorso anno ci siamo iscritti al campionato ed è stato incredibile, senza prenderci troppo sul serio abbiamo iniziato a vincere. Ci siamo aggiudicati il titolo di rappresentanti della Regione Lombardia e adesso a Ferrara giocheremo con una squadra di Udine, una di San Benedetto Del Tronto e una di Santarcangelo di Romagna. La tensione adesso è tanta, come la nostra emozione».

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La solidarietà del territorio

I giocatori del MaiSais Manigunda non sanno come andranno le partite, ma hanno certamente già vinto nei cuori dei loro sostenitori, pronti a tifare anche da lontano (qui la diretta streaming).

«Siamo circondati da veramente tanto affetto e stiamo raccogliendo una grande generosità dal territorio – racconta Aldizio con la voce che tradisce una forte emozione – grazie ad alcuni donatori anonimi ci è stato pagato il viaggio, mentre i borsoni sono un dono dell’Azienda Nasav – sicurezza e vigilanza di Marnate, dove lavorava mio marito, venuto a mancare tre mesi fa. Anche lui ha fatto parte della storia di questa squadra e i ragazzi lo ricordano ad ogni match, è sempre con noi».

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Con tutte queste emozioni nel cuore, il gruppo è pronto ai giorni di Ferrara: «Non possiamo che essere grati di questo abbraccio che ci ha permesso di partire, per qualcuno è il primo viaggio lontano da casa e sarà una grande avventura».

 

Quella che abbiamo raccontato non è (solo) una storia di sport.

Ogni dettaglio di questa avventura, dalla prima intuizione coraggiosa di Chiara Aldizio, alla formazione della squadra, fino al radicamento sul territorio, mostrano quanta energia ci possa essere dietro un tiro a canestro.
E la regista di tutto questo lo confida con gli occhi bagnati di lacrime, mentre si sofferma sui particolari dei match di Ferrara: «Giocheremo con il tabellone di serie A, quindi, ad ogni canestro fatto, potremo vedere i nostri ragazzi. Questa è la vittoria più grande: il loro successo, l’averci creduto. Tutti insieme».

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Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Giugno 2025
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