Convertire la luce del sole in elettricità è ormai una scelta alla portata di tutti: famiglie, condomìni e imprese. Ma come avviene in pratica questa trasformazione? E quali tipi di moduli conviene montare sul tetto o in giardino?

In questa guida facciamo chiarezza sul cuore di ogni impianto: i pannelli solari fotovoltaici.

Cosa sono i pannelli solari fotovoltaici: dal silicio all’elettricità, l’effetto spiegato semplice

Le celle che popolano un modulo sono sottili fogli di silicio trattati con piccole impurità che li rendono semiconduttori. Quando la luce colpisce la superficie, i fotoni trasferiscono energia agli elettroni del silicio: questi si muovono, nasce una corrente continua e il pannello la convoglia verso l’inverter che la trasforma in corrente alternata compatibile con la casa.

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Pannelli solari fotovoltaici: le tre famiglie di moduli

Esistono tre famiglie di moduli solari fotovoltaici:

• Monocristallini: hanno un colore uniforme scuro e il rendimento più alto fra i pannelli solari fotovoltaici. Sono ideali quando lo spazio è limitato perché ogni metro quadrato produce più energia;
• Policristallini: sono riconoscibili per la sfumatura blu, costano un po’ meno e lavorano bene con la luce diffusa. Si tratta di un’ottima scelta se il tetto è ampio e il budget contenuto;
• Film sottile: sottilissimi strati di semiconduttore depositati su vetro o plastica. Sono leggeri, flessibili e tollerano meglio le alte temperature, ma generano meno potenza a parità di superficie.

Quali sono i fattori che alzano (o abbassano) la resa

L’orientamento verso sud e un’inclinazione intorno a trenta gradi sono il punto di partenza, ma contano anche altri dettagli: ad esempio, bisogna evitare ombre proiettate da comignoli o alberi, nonché rispettare la distanza fra le file per scongiurare auto-ombreggiamenti e mantenere pulita la superficie con un lavaggio leggero una volta l’anno.

Un monitoraggio via app, incluso nei moderni inverter, aiuta a rilevare cali di produzione in tempo reale.

Con o senza batteria?

Collegare i moduli a un sistema d’accumulo consente di immagazzinare l’energia di giorno e usarla la sera, tagliando il prelievo dalla rete. È la soluzione preferita da chi ha consumi serali elevati o vuole massimizzare l’autoconsumo.

Senza batteria, l’impianto resta comunque performante: l’elettricità non usata si può immettere in rete e ricevere una compensazione.

Come funzionano i pannelli solari fotovoltaici: durata, riciclo e incentivi

Un buon modulo può anche arrivare a 25 anni di vita utile, con cali di efficienza lenti e costanti. A fine ciclo rientra nei rifiuti RAEE: vetro, alluminio e silicio sono quasi interamente recuperabili.

Sul fronte economico, detrazioni Irpef e meccanismi come lo scambio sul posto riducono il periodo di rientro dell’investimento e rendono di conseguenza l’installazione più accessibile.

Si può dire, quindi, che i pannelli solari fotovoltaici sono in grado di trasformare un tetto in una mini-centrale pulita, riducendo le bollette e aumentando il valore dell’immobile. Scegliere la tecnologia giusta, posizionarli correttamente e valutare l’eventuale batteria sono i tre passi chiave per un impianto efficiente e duraturo.