Forza Italia sull’ex Isotta Fraschini: “Parco, bonifiche e viabilità. Regalo o “pacco” sotto l’albero di Natale di Saronno?”
Anche Forza Italia torna ad alimentare il dibattito politico sul piano ex Isotta Fraschini, dopo il Consiglio comunale che ha visto i suoi consiglieri lasciare l'aula al momento del voto, in disaccordo su tempi e modalità dell'approvazione
Un regalo (a chi?) o un “pacco” sotto l’albero di Natale della città? Se lo chiede in un lungo comunicato stampa Forza Italia Saronno, tornando sul tema del Piano ex Isotta Fraschini approvato lunedì 22 dicembre dal Consiglio comunale.
«Stiamo finalmente esaminando una documentazione arrivata in colpevole e voluto ritardo da parte dell’amministrazione Pagani – scrive la sezione cittadina di Forza Italia – Un’accelerazione improvvisa, quasi un blitz, che non trova alcuna spiegazione plausibile né in Consiglio comunale né fuori. Nessuna urgenza tecnica evidente, solo urgenza… di che genere non ci è dato sapere. Un vero e proprio inopportuno (a nostro avviso) regalo di Natale all’operatore. Lo stesso, se non ricordiamo male, che in campagna elettorale si era pubblicamente sbilanciato con un endorsement a favore anche dell’attuale sindaca. Un progetto che non è arrivato in silenzio, ma è stato strombazzato come un dono alla città, portato da un “benefattore”. Peccato che il regalo fosse il progetto, non l’area. Tutti gli operatori fanno progetti per costruire e guadagnare: è legittimo, se le cose vengono fatte bene. Il problema nasce quando un’amministrazione rinuncia al proprio ruolo, che non è assecondare il privato, ma negoziare ciò di cui la città ha realmente bisogno, magari attraverso un percorso davvero partecipato».
La nota entra nel merito delle principali criticità del piano secondo Forza Italia: «Le “novità”, però, ci sono. E sono tutt’altro che marginali. La prima riguarda il contrasto evidente con il Pgt, che individuava come strategica una visione unitaria dell’area Isotta Fraschini–FNM–Bertani. Una scelta logica: un parco realmente ampio e strutturato; una strategia ambientale seria; una nuova viabilità, indispensabile per assorbire l’impatto di 1500–2000 nuovi abitanti, circa il 5% della popolazione attuale di Saronno oltre a servizi e insediamenti universitari (se mai arriveranno). Inserire tutto questo senza nuove strade vere significa congestionare ulteriormente una zona già al limite e isolare definitivamente il quartiere Matteotti dal resto della città. La seconda, vera, novità è il tipo di bonifica concesso all’operatore: la bonifica “in situ”, a memoria mai accettata dalle amministrazioni precedenti che hanno governato Saronno. Una bonifica che tratta il terreno ma lascia il materiale inquinato nel sottosuolo, abbattendo in modo significativo i costi per la proprietà. Domanda semplice: perché ad altri operatori non è mai stata concessa? Domanda ancora più semplice: quanto questa scelta ha condizionato tutto il progetto? Sotto la spinta di alcuni gruppi ecologisti di sinistra emerge poi l’idea, condivisibile, di creare un polmone verde per la città. Ma il progetto racconta altro. Il “parco” previsto non è un polmone verde: corre tra gli edifici, all’ombra delle costruzioni, ed è composto prevalentemente da prati, piazze e piazzole cementate, con pochissimi alberi ad alto fusto e radici ovviamente profonde. Non arbusti ornamentali, ma quelli che producono ossigeno. Il motivo è evidente: su una bonifica in situ gli alberi ad alto fusto non si possono piantare. Le radici andrebbero dove non devono… Si promette un parco, si realizzano giardini condominiali».
«Per mascherare tutto questo – prosgue Forza Italia – si inventa la “mobilità dolce”, che tradotto significa: niente strade. Una scelta che va in palese contrasto con il Pgtu, il piano del traffico commissionato e pagato dalla precedente amministrazione di sinistra, approvato dal Commissario Prefettizio e oggi improvvisamente diventato scomodo. Perché non va più bene? Per scelta ideologica, radical chic, o perché con questo tipo di bonifica fare strade è complicato e costoso? Chi vive in quell’area, già oggi soffocata dal traffico, si rende conto che domani non riuscirà più a uscire di casa? Si rende conto che l’inquinamento raggiungerà livelli mai visti, altro che sostenibilità? E i parcheggi per i pendolari che diminuiscono di numero? Costruiti sotto un palazzo (230 posti, cioè nulla rispetto alle esigenze) che verosimilmente troveranno utilizzo per le seconde e terze auto dei nuovi residenti…Perché non si realizzano in numero sufficiente dove andrebbero realizzati? Forse perché scavare quel terreno è rischioso e costoso visto il tipo di bonifica?».
«Poi c’è il capitolo università. La sinistra oggi scopre improvvisamente l’importanza dell’alta formazione a Saronno, dopo aver lasciato scappare quella pubblica e del territorio portata in città anni fa da un’amministrazione di centrodestra guidata da Pierluigi Gilli, e poi smantellata dalle amministrazioni di sinistra successive. Quella prevista all’Isotta Fraschini sarà pubblica o privata? Chi lo chiarisce? Il Pd, paladino del pubblico solo quando conviene? Novità anche nella gestione dello pseudo-parco: manutenzione (argomento molto sensibile ci torneremo presto in modo dettagliato…) dai costi elevatissimi, che – ci viene detto – resterà a carico dell’operatore per sempre. Una promessa sentita più volte in Consiglio comunale. Speriamo non abbia lo stesso valore delle promesse sulle bollette “bloccate”, che poi aumentano sempre. E se l’operatore dovesse fallire? Chi paga?».
«Infine il metodo – conclude Forza Italia – Il regolamento del Consiglio comunale è chiaro: chi non partecipa al voto deve uscire dall’aula. Lo ha ricordato correttamente il presidente del Consiglio, anche lui in quota Pd. Resta da capire quando queste regole verranno spiegate anche ai consiglieri della maggioranza. Forza Italia aveva chiesto una sospensiva legittima, motivata dalla mole di documenti e dai tempi tecnicamente insufficienti per valutarli. Il diniego della maggioranza ha confermato un approccio chiuso, forzato, telecomandato. A Saronno ha vinto la sinistra radicale del Pd, quella che per intenderci anche a Milano sponsorizza una certa discutibile rigenerazione urbana, mandando a casa un sindaco che bene ha fatto a tenere il polso fermo sull’interesse pubblico. Non preoccupatevi. Studieremo le carte e faremo domande puntuali, secondo le regole: interrogazioni a risposta scritta. Così le risposte arriveranno dagli uffici e non dalla propaganda, e potranno essere lette da tutti soprattutto dai saronnesi perché state pur certi che le renderemo pubbliche. Perché sotto l’albero di Natale di Saronno non ci sono solo regali. A volte ci sono “pacchi”. E questo ha tutta l’aria di esserlo».
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