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Orientamento scolastico: come nasce l’offerta formativa in provincia di Varese

La Provincia di Varese gestisce un’offerta formativa ampia e articolata grazie a un lavoro di coordinamento con scuole, Comuni, imprese e uffici scolastici per rispondere alle esigenze del territorio

materia del giorno orientamento scolastico

A novembre è il momento degli Open Day, delle visite alle scuole, delle riflessioni sul percorso dopo la terza media. Ma come viene costruita l’offerta formativa in provincia di Varese? Quali criteri orientano la pianificazione dei percorsi scolastici? E quali sono le novità in arrivo? Ne abbiamo parlato a La Materia del Giorno con il Presidente della Provincia Marco Magrini e la responsabile del sistema Istruzione e Formazione di Villa Recalcati Cristina Zambon. 

Un lavoro di squadra per l’offerta formativa

La regia dell’offerta scolastica è nelle mani della Provincia di Varese, che coordina e organizza i percorsi in collaborazione con scuole, comuni, ufficio scolastico, imprese e associazioni di categoria. «Raccogliamo i dati, analizziamo l’evoluzione del territorio e cerchiamo di rispondere ai bisogni locali – spiega Marco Magrini, presidente della Provincia di Varese – coinvolgendo anche le amministrazioni comunali e le aziende per garantire percorsi formativi utili e mirati».

Attualmente sul territorio provinciale sono presenti 234 percorsi statali nei 32 istituti superiori, oltre a 160 percorsi nei 20 Centri di Formazione Professionale. «L’offerta è ampia e matura, ma siamo sempre attenti a cogliere le esigenze che emergono – sottolinea Cristina Zambon, responsabile del settore istruzione e formazione – e ogni nuova proposta viene valutata in base a criteri precisi stabiliti dalla Regione Lombardia: evitare duplicazioni, valorizzare le competenze esistenti e rispondere a richieste concrete del territorio».

Meno pendolarismo, più equilibrio territoriale

Uno degli obiettivi centrali della Provincia è quello di ridurre il pendolarismo scolastico, garantendo in ogni area una gamma di indirizzi sufficiente per rispondere alle scelte degli studenti. Questo ha portato alla distribuzione strategica degli indirizzi in città come Luino, Saronno, Gallarate e Tradate. Non è stato sempre possibile coprire tutte le richieste, ma l’attenzione è rimasta alta per evitare che gli studenti siano costretti a lunghi spostamenti quotidiani.

Il modello 4+2: una novità che guarda al futuro

Tra le principali novità spicca la sperimentazione del modello formativo “4+2”. Si tratta di un percorso quadriennale di istruzione tecnica o professionale, seguito da due anni opzionali in un ITS (Istituto Tecnico Superiore), con un forte coinvolgimento delle imprese. «È una risposta concreta alle esigenze del mondo del lavoro – afferma Zambon – con un approccio progettato insieme a scuole, CFP e ITS. Al termine dei quattro anni si ottiene un diploma valido per l’università, ma chi prosegue nella filiera ha un’alta probabilità di trovare occupazione in tempi brevi: oltre il 95% dei diplomati ITS lavora».

L’adesione alla sperimentazione in provincia di Varese è stata significativa e ha coinvolto diversi ambiti, dall’elettronica alla robotica, dall’energia all’intelligenza artificiale, fino al turismo e alla sanità. Settori dove il territorio esprime un alto fabbisogno ma che faticano ancora ad attrarre giovani, nonostante le opportunità.

Mismatch tra domanda e offerta

Un altro nodo critico è il disallineamento tra le richieste del mondo del lavoro e le scelte dei ragazzi. «Ci sono percorsi, come quello della logistica, che il territorio chiede a gran voce ma che non raccolgono iscrizioni – racconta la responsabile del settore Istruzione – mentre altre figure professionali, come saldatori, elettricisti o infermieri, sono sempre più richieste, ma non attirano gli studenti».

Per affrontare questa sfida è fondamentale il tavolo di regia territoriale che coinvolge scuola, Provincia, uffici scolastici, centri per l’impiego, associazioni datoriali e agenzie formative. È in questo contesto che si studiano gli aggiustamenti dell’offerta e si costruiscono percorsi che rispondano in modo efficace al cambiamento continuo del mercato del lavoro.

Il progetto di Magrini per una scuola condivisa

Accanto alle sfide didattiche c’è anche quella infrastrutturale. La Provincia di Varese gestisce oltre 80 plessi scolastici, molti dei quali necessitano di importanti interventi di riqualificazione. Gli investimenti, anche grazie ai fondi PNRR, sono ingenti ma si scontrano con l’inverno demografico: tra cinque anni si stimano oltre 9.000 studenti in meno solo nelle scuole elementari.

Per questo il presidente Magrini ha avviato un percorso di riflessione con Comuni e istituti scolastici per costruire un nuovo modello condiviso. «Bisogna ragionare insieme, superare i campanilismi e investire in scuole sicure, tecnologiche, attrezzate e attrattive – dichiara – unendo le forze, si possono garantire strutture di qualità e un’offerta più centrata, anche in zone montane o meno servite».

Un consiglio per scegliere

Ai ragazzi che si apprestano a scegliere la scuola superiore, Magrini lancia un messaggio chiaro: «Sognate. Seguite le vostre inclinazioni, perché solo così potrete costruire davvero il vostro futuro. E ai genitori dico: lasciate scegliere i vostri figli».

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 19 Novembre 2025
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