Il futuro del Polo Baraggia tra i banchi dei consigli comunali del Legnanese
Mentre Legnano si prepara a discutere l'ordine del giorno presentato dalla maggioranza per il Polo Baraggia, la mozione che il Comitato No Discarica è finita sul tavolo della commissione Urbanistica - Lavori Pubblici a Rescaldina
Il futuro del Polo Baraggia tra i banchi dei consigli comunali del Legnanese. Mentre Legnano si prepara a discutere martedì 18 novembre l’ordine del giorno presentato dalla maggioranza rispetto al progetto per la riqualificazione ambientale dell’area a cavallo tra Cerro Maggiore e Rescaldina, a Rescaldina nei giorni scorsi è finita sul tavolo della commissione Urbanistica – Lavori Pubblici la mozione che il Comitato No Discarica aveva sottoposto ai consigli comunali di Cerro Maggiore, Rescaldina, Legnano, Castellanza, Uboldo, Origgio e San Vittore Olona.
A che punto è l’iter per la riqualificazione ambientale del Polo Baraggia
L’ombra del ritorno della discarica al polo Baraggia aveva iniziato ad allungarsi su Cerro Maggiore e Rescaldina ormai quasi sette anni fa, quando a fine 2018 la ex Simec aveva presentato una Valutazione di Impatto Ambientale a Città Metropolitana per un progetto che prevedeva la realizzazione di una discarica controllata di rifiuti speciali dove avrebbero dovuto essere smaltiti in sette anni 2.153.000 metri cubi di rifiuti non pericolosi inorganici, ovvero, in parole povere, fanghi, scarti di lavorazione industriale e terre provenienti da attività di recupero.
Al progetto si erano da subito opposti i Comuni di Cerro Maggiore e Rescaldina puntando il dito soprattutto contro due aspetti. In primis l’accordo di programma di venti anni prima per il ripristino di adeguate condizioni ambientali e di riqualificazione territoriale del polo Baraggia: accordo le cui finalità non erano state completamente assolte e in base al quale non era prevista la possibilità di conferire altri rifiuti. Poi il fattore di pressione, criterio localizzativo per le discariche che punta ad evitare concentrazioni eccessive di rifiuti in base al rapporto tra il quantitativo di rifiuti e l’estensione del territorio, nell’ottica di tutelare l’ambiente e la salute pubblica pur garantendo un corretto dimensionamento delle aree adibite a discarica. Le loro obiezioni erano andate a segno, e alla fine della discarica non se ne era fatto nulla.
Poi nell’autunno 2024 Cerro Maggiore, come preannunciato fin dalla campagna elettorale che ha portato alla riconferma di Nuccia Berra come sindaco, aveva approvato la bozza di convenzione per il recupero ambientale dell’area, portando a gennaio scorso all’avvio della conferenza dei servizi poi conclusa il 9 giugno. Mesi durante i quali contro il progetto si erano fatti sentire la voce del Comitato No Discarica, ma anche i dubbi del Comune di Rescaldina, tanto che proprio Rescaldina in conferenza dei servizi aveva dato parere contrario al progetto.
«Nel piano di governo del territorio di Rescaldina l’area del Polo Baraggia è individuata come principale corridoio verde di collegamento ambientale tra la rete verde urbana e il sistema ambientale e agricolo – spiega il sindaco Gilles Ielo -: per il PGT di Rescaldina quindi questa è un’area strategica di collegamento tra le aree agricole urbane e la rete verde prevista anche dal piano territoriale metropolitano. L’intenzione dell’amministrazione è mantenere quel corridoio ecologico. Ci aveva poi preoccupato il 70% del traffico in uscita previsto sulla Saronnese: parliamo di sette camion l’ora per dieci anni. Inoltre la relazione accompagnatoria evidenziava come il traffico avrebbe comportato un alto stato di usura del manto stradale».
L’apertura di Rescaldina
Dall’operatore, però, erano poi arrivati «la disponibilità a modificare le previsioni viabilistiche e a presentare uno studio del traffico approfondito con impatto sui comuni contermini e l’impegno ad installare delle telecamere a circuito chiuso leggi-targa per il monitoraggio del traffico in entrata e in uscita dal sito». Non solo. «Abbiamo chiesto che i contributi per la gestione dell’usura del manto stradale non siano ripartiti in base ai volumi del progetto, ma in base al transito dei mezzi, e inoltre abbiamo chiesto le opere di mitigazione – sottolinea il primo cittadino in commissione -. Abbiamo sottolineato che è necessario, a nostro avviso, un confronto con l’operatore del centro commerciale adiacente, il quale ha già delle prescrizioni sulla viabilità imposte da Regione Lombardia in sede di non assoggettabilità alla VIA: la modifica di corsia di assestamento in uscita dal centro commerciale in direzione Saronno e la realizzazione di una rotonda all’intersezione tra la Saronnese e la via San Clemente. Abbiamo chiesto, e anche in questo caso ci è stata confermata la disponibilità, controlli dei materiali conferiti non solo documentali ma con prelievo di campioni dal sito di provenienza».
«L’operatore si è reso disponibile a dare continuità e quindi attuazione al PGT di Rescaldina, assumendosi la responsabilità di realizzare un corridoio ecologico per una profondità di almeno 80 metri dal Comune di Rescaldina all’interno del Comune di Cerro Maggiore – aggiunge Ielo -. Nel momento in cui verranno presentati i documenti aggiornati rispetto a quanto dichiarato in conferenze dei servizi, il Comune di Rescaldina si impegnerà a sedersi al tavolo e capire quale potrebbe essere l’iter per il progetto, con le ulteriori richieste che venga specificata in bozza di convenzione il riempimento sul territorio di Rescaldina con materiali di colonna A e l’assenza di qualsiasi impianto di trattamento di rifiuti e di qualsivoglia attività volta alla trasformazione dei materiali. Ad oggi i documenti sono quelli che sono depositati per l’istanza del permesso di costruire al comune di Cerro Maggiore e non riportano quanto richiesto dall’amministrazione comunale di Rescaldina: per questo Rescaldina è ferma».
I dubbi sulla mozione del Comitato No Discarica
Alla luce di questo quadro, la maggioranza al timone di Rescaldina ha portato in commissione una mozione da discutere al prossimo consiglio comunale diversa da quella proposta dal Comitato No Discarica, con l’auspicio che venga sostenuta anche dall’opposizione: alcuni elementi del documento originale, infatti, per Ielo e i suoi sarebbero «superati» o comunque presenterebbero una serie di criticità.
Anche l’opposizione di centrodestra, peraltro, non ha nascosto dubbi sulla mozione proposta dal Comitato No Discarica. «Il nostro capogruppo Luca Perotta non ha esitato a definire questa mozione come un atto politico volto a mettere in difficoltà l’amministrazione comunale di Rescaldina, un atto dell’ex sindaco Michele Cattaneo proprio contro la sua maggioranza di Vivere Rescaldina, un regolamento di conti tutto interno alla maggioranza dal quale vogliamo stare fuori – sottolineano da Cambia Rescaldina -. Un atto politico il cui fine è ancora tutto da scoprire: potrebbe essere un avvertimento ad una maggioranza troppo sbilanciata sulle posizioni di “Noi X” o un primo passo per una nuova discesa in campo?».
«Al di là di queste considerazioni, dopo un ampio confronto all’interno del gruppo di centrodestra e dopo un altrettanto proficuo confronto con i rappresentanti del centrodestra dei comuni vicini, Legnano, San Vittore Olona, Cerro Maggiore e Uboldo, si è appurato che la mozione fa acqua da tutte le parti anche da un punto di vista tecnico in quanto gran parte dei punti evidenziati sono già stati realizzati o comunque affrontati – aggiungono dal centrodestra -: i pareri tecnici di Ministero, Città Metropolitana, Arpa, degli uffici tecnici dei comuni vicini sono già stati tutti acquisiti; l’accordo di programma del 1999 è di fatto chiuso, così come le successive riunioni dei comitati di vigilanza. Esiste già una convenzione tra operatore e Comune di Cerro Maggiore che recepisce gran parte delle osservazioni e delle raccomandazioni contenute nella mozione».
«Gli unici punti condivisibili, rispetto ai quali cercheremo di far pressione sulla nostra amministrazione affinché vengano presi seriamente in considerazione, affrontati su un tavolo di confronto con tutte le parti coinvolte e gestiti – concludono da Cambia Rescaldina -, sono il tema della viabilità che subirà inevitabilmente Rescaldina e per il quale abbiamo proposto una soluzione risolutiva che eviti di caricare ulteriormente la Saronnese e i controlli che dovranno essere estremamente puntuali, puntigliosi e determinati».
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