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“Vi racconto mio zio Peppino e la sua lotta alla mafia”, a Castiglione Olona emozioni con Luisa Impastato

La storia di Peppino Impastato, raccontata dalla nipote Luisa, ha commosso Castiglione Olona, con due giorni dedicati alla legalità e alla lotta antimafia. Bravissimi i ragazzi di terza media, coinvolti e attenti

Luisa Impastato castiglione olona

«Se potessi decrivere tuo zio, Peppino Impastato, con una sola parola, quale sceglieresti?”.
«Ragazzo. Peppino era soprattutto un ragazzo».

Sono stati giorni intensi a Castiglione Olona. Il merito è di una ospite che ha attraversato l’Italia per giungere in Valle Olona e offrire un pezzetto della sua storia, che rappresenta però un tassello della storia di tutto il nostro Paese: l’ospite era la 37enne Luisa Impastato, nipote di quel Peppino Impastato divenuto un simbolo dell’antimafia.

Due i momenti di incontro organizzati dal comune di Castiglione Olona in collaborazione con l’associazione Volarte Italia: un evento pubblico domenica 19 ottobre al Castello di Monteruzzo e il giorno successivo all’Istituto Comprensivo “Cardinal Branda Castiglioni”, dove i ragazzi di terza media hanno ascoltato la testimonianza con interesse e sensibilità.

Un riguardo che l’intera comunità ha mostrato, affollando la sala conferenze del Castello al punto da rendere necessaria la proiezione dell’incontro nella sala attigua. Un colpo d’occhio che racconta tanto sul nome Impastato e su quanta voglia ci sia di addentrarsi nella sua storia.

Luisa Impastato castiglione olona

Il “grazie” è arrivato dal sindaco Giancarlo Frigeri, che ha espresso orgoglio per la risposta dei suoi concittadini e da Adelio Airaghi di Volarte, che, osservando le sale gremite, ha sentenziato deciso: “La mafia, questa sera, ha perso. Certamente ha perso, grazie a tutti voi che avete deciso di uscire di casa e venire qui ad ascoltare”.

Luisa Impastato castiglione olona

E così, mente e cuore aperto, i castiglionesi si sono messi in ascolto, imparando immediatamente a comprendere quanto si celi dietro una storia di impegno, lotta e attivismo politico e sociale.

«Peppino Impastato ha fatto una scelta, consapevole che la sua denuncia dell’attività mafiosa portata avanti nella sua Cinisi lo avrebbe messo a rischio, ma deciso a non accettare quella mentalità mafiosa della sua famiglia d’origine».

LA CASA DI PEPPINO E MAMMA FELICIA APERTA A TUTTI

Eppure, come ripetuto più volte dalla nipote: «Peppino Impastato – diventato un simbolo dell’antimafia e capace di ispirare tante persone- era soprattutto un ragazzo, che amava divertirsi con gli amici e scherzare».

E una immersione in quella casa, in quella normalità, è stata possibile proprio grazie a lei, che ha riannodato i fili di cosa avvenne in quegli anni, fino alla notte fra l’8 e il 9 maggio 1978, quando suo zio fu assassinato, e successivamente, quando si chiese giustizia.
La nipote di Peppino, figlia del fratello Giovanni, ha, come il padre e con lui nonna Felicia, abbracciato una vita di militanza, tesa a testimoniare cosa sia la mafia.

Luisa Impastato castiglione olona

Eppure, questa storia collettiva è nata da un lutto personale e quella casa, ora trasformatosi in Casa Memoria: «Era il luogo dove trascorrevo le giornate da bambina con la mia nonna – ha confidato Luisa Impastato con sincerità – Non è stato sempre facile all’inizio condividere la mia nonna, quegli spazi, con gli altri, ma poi anch’io ho abbracciato questa scelta, frutto dell’esempio di Felicia, che visse ogni giorno della sua vita chiedendo giustizia e parlando di lui, affinchè la lotta di Peppino potesse ispirare anche altri. Lui non era un eroe, era un ragazzo come gli altri e questo ci insegna che ribellarsi alla mafia è una scelta consapevole che riguarda ciascuno di noi».

Peppino impastato casa memoria

Diversi ospiti hanno affiancato Luisa Impastato.
Nella serata di domenica Cristina Marzagalli, magistrato della Corte di Cassazione, insieme a una rappresentanza della Polizia locale castiglionese, mentre lunedì a scuola agli agenti si sono uniti l’avvocato Stefano Solida e le divise dei Carabinieri di Castiglione Olona e Saronno, con i marescialli Enrico Roma e Annalisa Menga.

Peppino impastato casa memoria
Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato a Cinisi

TUTTO QUELLO CHE LA MAFIA CI TOGLIE

Chiaro, deciso ed efficace l’intervento del magistrato Marzagalli, che ha iniziato delinenando tutto quello che la mafia ci toglie. Quei diritti che spesso siamo portati a dare per scontati, crollano per l’azione della criminalità organizzata. Il diritto di voto – per i brogli elettorali e le minacce che tolgono la libertà – le libertà personali per la forza intimidatoria presente e la libertà imprenditoriale con le richieste di pizzo – ad esempio – minano le basi stesse della democrazia.

E in nome della democrazia e per difendere diritti e libertà, ciascuno di noi è chiamato a fare una scelta, consapevole.

Di fronte ai relatori, gli agenti della Polizia locale seguivano con attenzione la discussione, mostrando partecipazione e interesse. Simbolico che siano stati proprio loro a offrire l’omaggio floreale – voluto dalla Giunta – alle ospiti. Nella frase del comandante Maurizio Amicarelli «Questa sera resterà una delle più emozionanti della mia carriera» risiede tutto il coinvolgimento che lui, il collega Fabrizio Vitaliti e l’intera platea sentivano per gli argomenti trattati.

Luisa Impastato castiglione olona

E nella legalità, nello Stato, mamma Felicia dimostrò di credere, rifiutando vendette di stampo mafioso all’uccisione di suo figlio e chiedendo giustizia. Nonostante gli insabbiamenti iniziali, anche da parte delle Forze dell’Ordine colluse alla mafia, quella giustizia arrivò nel 2002. Con l’inchiesta Pizza connection, che collegava la mafia siciliana ai traffici di droga internazionali, fu infatti condannato il mandante dell’omicidio, Gaetano Badalamenti: questo avvenne grazie alla cocciutaggine e all’impegno dei magistrati Rocco Chinnici – che avviò le indagini in un contesto di insabbiamento – e Franca Imbergamo – che in seguito riaprì il caso e portò alla condanna di Tano Badalamenti.

LE DOMANDE DEI RAGAZZI DELLE SCUOLE MEDIE

Il giorno successivo, Luisa Impastato è stata accolta a scuola dagli studenti di terza media. Circa ottanta ragazzi hanno ascoltato il suo racconto, entrando immediatamente in connessione con la nipote di Peppino. Il volto dell’attivista, che campeggiava sul palco, dietro i relatori, era già conosciuto alle classi. Gli insegnanti li avevano prepararati, mostrando il film “I cento passi” e discutendo di legalità insieme a loro.

Luisa Impastato castiglione olona
Luisa Impastato castiglione olona

E, loro, hanno risposto.

Lo hanno fatto con una timidezza iniziale, ma anche con la curiosità genuina dei loro anni. E allora, nel momento finale dedicato alle domande, una lunga fila di studenti si è alzata e si è rivolta a Luisa Impastato e di Stefano Solida, al suo fianco. Tutti con la loro domanda da fare, pronti a chiedere la parola.

Anche l’avvocato si è rivolto al giovane pubblico riassumendo cos’avvenne allora: «Fra i mafiosi e Peppino, in fondo, se ci pensate, è la mafia che hanno mostrato di avere paura».

Luisa Impastato castiglione olona

Anche il maresciallo dei Carabinieri di Saronno, Annalisa Menga, ha risposto ad alcune domande sui crimini più diffusi. Nella mattinata ha trovato spazio anche una parentesi importante sul cyberbullismo e su quanti casi si registrino oggi. Il maresciallo Menga ha quindi invitato i ragazzi a fare una scelta, comportandosi da bravi cittadini e scegliendo come agire, ad ogni occasione.

Luisa Impastato castiglione olona

La legalità, dunque, che «Non è un concetto lontano», come evidenziato in chiusura dalla dirigente scolastica Chiara Ruggeri.

In questi due giorni, è forse questo il messaggio più forte che ha soffiato per le strade di Castiglione. Che occorre schierarsi, con coraggio e convinzione, anche nella vita di tutti i giorni.

Un messaggio veicolato dalle Forze dell’Ordine, dai magistrati presenti, da Adelio Airaghi e la sua presenza piena di passione per questi temi, con la presenza del sindaco e del vicesindaco e l’organizzazione meticolosa degli assessori Canziani e Valle – che faticavano a nascondere gli occhi lucidi, ma soprattutto dallo sguardo genuino di una giovane donna, che ha portato con sé la storia della sua famiglia e l’ha offerta, con coraggio e sensibilità, a chi aveva davanti. La storia di Peppino Impastato che fu tante cose, ma soprattutto un ragazzo.

Una storia che è anche quella di Luisa Impastato. E, anche grazie a lei, di tutti noi.

Peppino impastato casa memoria

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Pubblicato il 21 Ottobre 2025
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