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Le scuole di Varese a rischio spopolamento: “Governare il cambiamento è possibile se si anticipano le sfide”

Provincia, Camera di Commercio e Ufficio scolastico hanno invitato dirigenti e sindaci ad affrontare il tema del futuro delle scuole, un tema che riguarda tutte le comunità ma anche il futuro del territorio

Il futuro della scuola e della società varesina si gioca nei prossimi dieci anni.  Il calo demografico rischia di svuotare le aule e rimettere in discussione servizi, economia e coesione sociale. Se ne è discusso ieri pomeriggio a Ville Ponti, durante l’incontro “La transizione demografica in provincia di Varese: criticità o opportunità?”, promosso da Provincia, Camera di Commercio e Ufficio scolastico territoriale, con il contributo del documento “Anticipare per governare il cambiamento” presentato da Francesco Manfredi, presidente INDIRE.

Una sfida che non può più attendere

L’analisi dei dati è impietosa: in Italia, negli ultimi cinque anni, si sono perse 5 milioni di persone, con appena 300.000 nascite nel 2024. L’età media cresce e, tra il 2021 e il 2028, gli studenti passeranno da 7,4 milioni a poco più di 6 milioni, con la chiusura stimata di 1.200 scuole e la riduzione delle cattedre da 684.000 a 500.000 nel 2033/34.

Calo di studenti e classi, rischio mismatch per le aziende

Le previsioni sono impietose anche nel territorio varesino: entro il 2028 la provincia perderà altri 7.000 studenti. Meno studenti significa meno classi e, di conseguenza, meno personale docente necessario: secondo le stime, in provincia di Varese si prevedono 419 classi e 629 insegnanti in meno già entro il 2028, con ulteriori tagli negli anni successivi. Già quest’anno scolastico il Ministero ha dato segnali in questo senso con una riduzione sensibile dell’organico di diritto.

Nei piccoli comuni e nelle aree meno densamente popolate, la diminuzione degli studenti comporterà la chiusura o l’accorpamento delle scuole, con un depauperamento dell’offerta dei servizi e quindi minor attrattività per i giovani in un circolo vizioso che impoverisce la coesione sociale.

Un problema di futuro, non solo di numeri

Autorità e amministratori locali, dal Prefetto Salvatore Pasquariello, alla dirigente ANCI Lombardia Gianpiera Vismara, hanno sottolineato che ormai si parla di “glaciazione demografica”: una crisi non più governabile, in cui il sistema educativo, le imprese e i servizi sociali entreranno in grande sofferenza. Dal 2015 al 2025, in provincia, si è perso il 7% della popolazione studentesca, andando peggio della media italiana (-6,3%). Anche la Svizzera guarda con apprensione al futuro, penalizzata dal saldo naturale negativo e da giovani formati che scelgono altri Paesi.

convegno futuro scuola

Le indicazioni di INDIRE: anticipare per non subire

Per INDIRE, la scuola può essere l’asse portante della capacità di risposta. «Il cambiamento va anticipato per essere governato – ha spiegato il presidente Francesco Manfredi – e non semplicemente subito. La nostra proposta è di rendere la scuola più reattiva e personalizzata, valorizzare il personale e ridurre i divari di competenze, ponendo il sistema scolastico come community hub del territorio: un modello esteso, policentrico, integrato con adulti e imprese che generi valore sociale e non solo formativo».
L’idea è di puntare su laboratori, orientamento precoce, ITS e inclusione dei cittadini stranieri, per costruire comunità dinamiche e contrastare la desertificazione sociale ed economica dei territori.

La scuola cambia radicalmente

INDIRE propone una trasformazione radicale della scuola, che la vede come centro comunitario aperto, capace di rispondere ai bisogni educativi di giovani e adulti e di integrarsi con il territorio. Un luogo di orientamento, valorizzazione dei talenti ed educazione inclusiva, con percorsi flessibili e progetti condivisi tra scuola, imprese e enti locali.

Superando il tradizionale ruolo trasmissivo, gli insegnanti diventano protagonisti della comunità, facilitatori di esperienze e transizioni sociali. Le piccole scuole diventano nodi dinamici anche nelle aree periferiche e si promuove l’istruzione degli adulti, favorendo una cittadinanza inclusiva e multigenerazionale. Ambienti educativi ibridi e lavoro in rete rendono la scuola più resiliente e capace di generare valore per il territorio, anticipando e governando i cambiamenti demografici e sociali.

Le sfide del territorio

Dai dati emerge la necessità di alleanze: tutti i comuni sono chiamati a fare la loro parte per favorire l’insediamento di nuove famiglie e creare condizioni di vivibilità. Il mismatch tra domanda e offerta di lavoro è già realtà: le aziende lamentano difficoltà a trovare personale, anche non qualificato: non si trova una figura ogni due. Serve, dunque, una scuola capace di formare cittadini e lavoratori, ma anche di essere presidio sociale, con scelte rapide sull’edilizia e sulla tenuta dei servizi di prossimità.

Un futuro da costruire insieme

La sfida della transizione demografica richiede scelte coraggiose e strategie condivise, riportando la scuola al centro come leva per una società più coesa e resiliente. Solo una solida integrazione tra pubblico, privato, scuola e comunità potrà trasformare una crisi annunciata in un’opportunità per ridisegnare il volto della provincia di Varese nei prossimi decenni.

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it
Sono una redattrice anziana, protagonista della grande crescita di questa testata. La nostra forza sono i lettori a cui chiediamo un patto di alleanza per continuare a crescere insieme.
Pubblicato il 17 Ottobre 2025
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