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Rinnovato per sei anni il contratto di comodato d’uso gratuito per l’osteria sociale La Tela di Rescaldina

Per l'edificio è già stato anche approvato un progetto che, nell'ottica di «valorizzare l'immobile», prevede il posizionamento di panelli fotovoltaici

osteria la tela rescaldina

Si apre un nuovo capitolo per l'”avventura” dell’osteria sociale La Tela di Rescaldina: nei giorni scorsi è stato infatti rinnovato per sei anni il contratto di comodato d’uso gratuito per l’immobile confiscato alla ‘ndrangheta sulla Saronnese. Per l’edificio, peraltro, è già stato approvato un progetto che, nell’ottica di «valorizzare l’immobile», prevede il posizionamento di panelli fotovoltaici.

«La normativa relativa ai beni confiscati permette l’assegnazione diretta di questi beni – spiega il sindaco Gilles Ielo -, ma l’amministrazione di Rescaldina ha sempre scelto di operare con manifestazioni di interesse e bandi ad evidenza pubblica. Tra sei anni, infatti, la procedura verrà riavviata, proprio perché vogliamo garantire non solo la legalità, ma anche la massima trasparenza. C’è un gruppo di cittadini che si sta impegnando, in molti casi a titolo volontario, per far sì che questo bene confiscato alla criminalità organizzata venga riconsegnato alla comunità e spero che questo possa essere un ulteriore passo in un percorso che, come sta già succedendo, continui a produrre porti effetti».

La storia dell’osteria sociale La Tela

L’osteria sociale del buon essere è nata sulle ceneri dell’ex Re Nove, locale sequestrato e poi confiscato alla ‘ndrangheta al timone del quale, attraverso una serie di prestanome, c’erano esponenti della locale di Mariano Comense. Nel 2011, poi, l’immobile era stato destinato al Comune di Rescaldina, che ha puntato sul progetto “Tutto il gusto della legalità” per farlo rinascere ottenendo da Regione Lombardia un finanziamento da 175mila euro.

Per l’assegnazione Piazza Chiesa aveva puntato su un bando, vinto da una cordata di associazioni capitanate dalla cooperativa sociale Arcadia, che aveva sottoscritto con il comune un contratto di comodato d’uso per sei anni, rinnovabile per altri sei. A fine 2015, quindi, la riapertura sotto la nuova insegna “La Tela”. Il locale, però, da subito aveva dovuto fare i conti con le difficoltà di portare avanti con tutti i crismi e i carismi un’attività di ristorazione. Tanto che per i primi due anni di esercizio l’osteria sociale era stata in passivo. Da marzo 2018 erano poi stati applicati una serie di correttivi che si sperava già da settembre avrebbero potuto riportare in pareggio i conti del ristorante, ma a fine estate era arrivato il passo indietro della cooperativa capofila, che aveva deciso di restituire le chiavi de La Tela al comune.

Il momento buio dell’osteria sociale era durato poco più di un anno: poi a fine 2019 – dopo due bandi, il primo dei quali andato deserto – in paese era tornato “tutto il gusto della legalità” e il locale lungo la Saronnese aveva riaperto i battenti. Nessuno allora avrebbe potuto prevedere che un nuovo stop sarebbe arrivato solo qualche mese dopo, ma la pandemia aveva stravolto (anche) i piani de La Tela, creando non poche difficoltà ad un locale appena risorto, ancora una volta, dalle sue stesse ceneri. Anche una volta passata la parentesi dello “stop & go” per ristoranti e bar, però, La Tela aveva dovuto continuare a fare i conti con non poche difficoltà, tra quelle lasciate dagli strascichi della pandemia e i rincari, anche considerando che si trattava di un locale che aveva ormai cinque decadi sulle spalle con attrezzature che avevano a loro volta già un quarto di secolo di storia da raccontare. Ora per La Tela i giorni più difficili sembrano ormai alle spalle, e l’osteria sociale è pronta a continuare a ricordare giorno dopo giorno alle mafie che restituire alla comunità quello su cui la criminalità organizzata ha messo le mani si può e si deve.

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 15 Ottobre 2025
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