Urologia, la chirurgia robotica mininvasiva arriva all’Ospedale di Saronno
Giovedì i primi interventi all’Ospedale che diventa centro di riferimento aziendale per la nuova metodica: gli interventi con questa tecnica durano meno di 60 minuti e permettono di preservare le funzioni sessuali

Un sistema robotico mini invasivo per il trattamento dei sintomi del basso tratto urinario, in particolare dell’ipertrofia prostatica benigna, per interventi sempre più mirati, controllati e immediati. Giovedì i primi 4 interventi all’Ospedale di Saronno che diventa centro di riferimento aziendale per la nuova metodica. «Si tratta di una tecnica che combina la nitidezza dell’imaging multidimensionale in tempo reale, l’autonomia robotica e l’ablazione a getto d’acqua senza calore e senza bisturi per la rimozione del tessuto prostatico in eccesso che provoca sintomi importanti del basso tratto urinario», spiegano il Dr. Matteo Justich e il Dr. Efrem Pozzi, dell’Unità Operativa di Urologia diretta dal Dr. Giovanni Saredi.
Gli interventi con questa tecnica durano meno di 60 minuti e permettono di preservare le funzioni sessuali (nella stragrande maggioranza è conservata l’eiaculazione) e riducono i tempi di recupero (le dimissioni in massimo 2-3 giorni). «Trattandosi di una disostruzione precisa, mininvasiva ed eco-guidata, i vantaggi per il paziente si traducono in una elevata tutela delle funzioni sessuali, una riduzione delle complicanze e tempi di degenza più brevi – spiega il Dr. Justich. Il tessuto prostatico viene infatti rimosso tramite un getto d’acqua ad alta velocità, senza l’utilizzo di calore; i risultati ottenuti sono concreti e misurabili in termini di efficacia e sicurezza».
«Possiamo senza dubbio sottolineare come questa nuova metodica si adatti, al meglio, ad un percorso di cura personalizzato; la combinazione dei tre principi d’azione del sistema robotico (acquisizione di immagini in tempo reale, pianificazione della rimozione del tessuto prostatico in base alle immagini acquisite e Idro-ablazione del tessuto target senza impiego di energia termica) permette di rimuove il tessuto prostatico in modalità robotizzata e in base alla specifica anatomia del paziente», annota il Dr. Pozzi.
«Una tecnologia innovativa – fa sapere la Direzione sanitaria – che non solo rende più accessibili le cure anche per le patologie benigne ma grazie a una procedura standard e a tempi operatori ridotti permetterà di trattare un numero sempre crescente di pazienti affetti da Ipertrofia Prostatica Benigna».
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