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Cambiare gli uomini violenti per proteggere le donne: a Varese e Como i percorsi attivati con i Cuav

Sono già quattro i Cuav-Centri per Uomini Autori di Violenza operativi nelle due province su iniziativa di ATS Insubria. Obiettivo prevenire recidive e promuovere un cambiamento nelle loro modalità di comportamento

violenza sulle donne

La lotta contro la violenza di genere e domestica ha sempre messo al centro la tutela delle vittime, ma negli ultimi anni si è iniziato a porre un’attenzione crescente anche alla necessità di intervenire sugli autori di violenza, con l’obiettivo di prevenire recidive e promuovere un cambiamento nelle loro modalità di comportamento. In questo contesto sono nati in Lombardia importanti strumenti di supporto e riabilitazione per gli uomini che compiono abusi nelle relazioni di coppia, attraverso i Cuav, i Centri per Uomini Autori di Violenza).

Un percorso che è stato avviato anche nelle province di Varese e Como, dove sono già quattro i Cuas attivati da ATS Insubria.

Educazione e prevenzione

Nati per implementare e rafforzare le politiche di prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne, i Cuav sviluppano e realizzano interventi specifici dedicati agli uomini che hanno agito violenza di genere o che intendono intraprendere un percorso di cambiamento.

In linea con la Convenzione di Istanbul e in stretta collaborazione con i servizi territoriali – dai Servizi sociali, alle Forze dell’Ordine e ai Centri Antiviolenza – l’intervento dei Cuav mira a prevenire la violenza e interrompere i cicli di abuso, promuovendo un’assunzione di responsabilità da parte degli autori, per modificarne i modelli comportamentali violenti e ridurre il rischio di recidiva.

I Centri offrono percorsi personalizzati, sia individuali che di gruppo, condotti da un team multidisciplinare di professionisti esperti e specializzati, garantendo un monitoraggio costante dell’andamento dei programmi.

«I Cuav agiscono in un’ottica di tutela della sicurezza e dei diritti delle donne e dei loro figli minori – spiegano dalla direzione di ATS Insubria – In accordo con le direttive regionali, il nostro Piano di Intervento, mira ad attivare una rete permanente ed integrabile di soggetti che operino nella strutturazione dei percorsi di recupero e riabilitazione per uomini autori o potenziali autori di violenza di genere, per garantire un intervento sempre più coordinato ed efficace. Sostenendo l’attività dei Cuav, ATS Insubria conferma e rinnova il proprio impegno nel promuovere attivamente una cultura del rispetto e della non violenza, oltre a favorire azioni e collaborazioni con tutte le realtà coinvolte, a diverso titolo, nella realizzazione della progettualità».

Regione Lombardia per questa progettualità ha stanziato fondi per quasi 290mila euro, su una programmazione biennale.

Un percorso anche per imputati e condannati

Uno dei Cuav è stato attivato all’interno della Casa circondariale di Varese. Si tratta di un progetto volto ad offrire una risposta strutturata al problema della violenza di genere e relazionale, attraverso l’attivazione di percorsi trattamentali per imputati e condannati per reati di maltrattamento e stalking.

Realizzato dal Cipm – Centro Italiano per la Promozione della Mediazione – in stretta collaborazione con l’Istituto penitenziario e con il contributo del  Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, il progetto risponde alla necessità di applicare le disposizioni normative relative al trattamento degli autori di condotte violente, affrontando una problematica di grande rilevanza sia sul piano della sicurezza sociale che da un punto di vista culturale.

I percorsi si inseriscono nel sistema integrato di interventi territoriali per il contrasto della violenza di genere, al quale il Cipm partecipa attivamente. Le azioni del CUAV, inclusa quella intramuraria che andrà ad integrare e potenziare la progettualità attivata all’interno della Casa Circondariale di Varese, sono parte integrante del Piano di Intervento di ATS Insubria. Quest’ultimo, in linea con le direttive regionali, ha come obiettivo la creazione di una rete permanente ed integrabile di soggetti che operano nella strutturazione dei percorsi di recupero e riabilitazione per uomini autori o potenziali autori di violenza di genere. L’attività trattamentale realizzata all’interno dell’Istituto Penitenziario si affianca quindi a quella territoriale, per creare percorsi di presa in carico e monitoraggio che seguono i soggetti dal contesto detentivo al loro reinserimento, specialmente nei casi a rischio di recidiva.

Le attività, rivolte ai detenuti della Casa Circondariale di Varese, mirano infatti a prevenire la recidiva e la vittimizzazione secondaria, favorendo l’assunzione di una maggiore responsabilizzazione e consapevolezza, e stimolando negli autori una riflessione sulle conseguenze delle proprie azioni. L’obiettivo è integrare la dimensione retributiva della pena con la funzione rieducativa e riparativa, offrendo strumenti che aiutino a riconoscere l’impatto della violenza sulle vittime e sulla collettività.

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 19 Settembre 2025
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