“Riflessioni, una stagione per tutti”, si riapre il sipario del teatro di Saronno
Sabato 20 settembre prende il via la nuova stagione del Giuditta Pasta. Alla vigilia del primo spettacolo abbiamo incontrato Andrea Chiodi, dal 2023 direttore artistico del teatro cittadino
Andrea Chiodi, classe 1979, si occupa dal 2023 della direzione artistica del Teatro Giuditta Pasta di Saronno.
Laureato in Giurisprudenza con una tesi sulla tragedia greca, si forma artisticamente con Piera Degli Esposti, avviando un percorso che unisce il rigore dei classici a una visione scenica contemporanea.
Grazie alla direzione di spettacoli per teatri di primo piano, come il Teatro Argentina di Roma, il Teatro Regio e il LAC di Lugano, riesce a ottenere premi significativi, tra cui il Golden Graal, il Mario Mieli e arrivando finalista ai prestigiosi premi Ubu e Hystrio. Chiodi, inoltre, è fondatore del festival “Tra Sacro e Sacro Monte“, che guida ancora oggi.
Lo abbiamo incontrato per farci raccontare il ruolo del teatro a Saronno, la nuova stagione teatrale che prenderà il via sabato 20 settembre e il progetto “Porte Aperte”.
Ci troviamo in un periodo storico in cui l’intrattenimento è facilmente reperibile in qualsiasi momento grazie alla tecnologia. Qual è il valore aggiunto fornito oggi dal teatro? Per esempio, se prendiamo in considerazione i giovani che sono sempre più in cerca di stimoli e intrattenimento, come si fa ad approcciarsi a loro?
L’esperienza dal vivo in generale riesce a suscitare e provocare delle emozioni importanti, lo abbiamo visto anche durante il Covid, che ha portato la nostalgia di una socialità. Forse dobbiamo essere tutti un po’ più attenti a non dimenticare cosa è accaduto in quel momento e ricordare che desiderio avevamo di ritornare nelle sale teatrali, ma anche nelle caffetterie, nei bar, nei ristoranti, nei cinema, nei treni, negli aerei… ovunque, quindi c’è qualcosa che al cuore dell’uomo in fondo manca quando non c’è un’esperienza reale.
Come si può far capire il fascino dell’esperienza dal vivo?
Facendola. Credo sia fondamentale il lavoro che fanno la scuola e la famiglia nell’educazione delle giovani generazioni, che non solo è quella di dare la possibilità di fare l’esperienza ma soprattutto di fare quella giusta, perché se vai a teatro e ti imbatti nello spettacolo sbagliato non ci torni più. Quindi il compito del direttore artistico di un teatro è quello di individuare delle esperienze buone e giuste, anche poche ma adeguate al pubblico. Per avvicinare il pubblico giovane, sono utili delle esperienze con la scuola; in particolare vedendo grandi artisti e ascoltando testi importanti si può avvicinare parte del pubblico e se in un gruppo di cinquanta persone questo avvicinamento si instaura anche solo in tre o quattro è già un gran risultato.
Possiamo dire che la stagione di quest’anno è indirizzata a coinvolgere più persone possibili?
Il teatro deve fornire degli strumenti di pensiero educativi ma anche momenti di intrattenimento: la musica, la danza e la prosa devono poter essere un’occasione per incontrare grandi artisti; quindi sì, è proprio una stagione per tutti. “Riflessioni” è il titolo che abbiamo scelto quest’anno, per una stagione che ci suggerisce di meditare e maturare, di compiere un passo in più rispetto agli anni precedenti.
Il teatro di Saronno offre occasioni per accedervi gratuitamente?
Sì, il progetto “Porte aperte” offre eventi liberi e gratuiti. Il 3 e 4 ottobre ci saranno due spettacoli aperti a tutti e l’occasione per incontrarci di persona con chi vorrà venire a conoscere il teatro di Saronno.
Cosa ci può dire in merito a questa iniziativa?
Regalarsi in questo caso alla città è stato possibile grazie all’accordo con l’amministrazione del Cda del Teatro, con il desiderio di creare un rapporto stretto tra il teatro e la città. I protagonisti dei due spettacoli sono artisti molto noti. Fausto Russo Alesi ha lavorato molto nel cinema e anche in una produzione nel Piccolo Teatro di Milano, che è uno dei più importanti d’Europa. Sicuramente avere una produzione del Piccolo Teatro, in collaborazione con Regione Lombardia, all’interno di un progetto di diffusione della cultura e attribuire proprio a Saronno l’occasione di ospitare uno di questi eventi, mi sembrava molto prezioso e importante. Anche lo spettacolo di Lucilla Giagnoni è molto interessante, lei è un’artista che ha fatto della narrazione il suo punto di forza e ha la capacità di creare un’attrattiva per il suo pubblico. Avere queste due figure in questo contesto mi sembra importantissimo, soprattutto per avvicinare persone nuove al nostro teatro.
Parlando di spettacoli e del valore che questi possono dare alle persone, si può dire che questo è percepito da qualsiasi fascia d’età? Per esempio, i più giovani che sono coinvolti anche in questi progetti, come ad esempio Porte Aperte, ne comprendono l’importanza?
Parlando di giovani, le scuole superiori sono sicuramente il maggiore interlocutore per un teatro; poi ci sono le proposte rivolte invece ai più piccoli, ovvero per le scuole elementari e per le scuole medie, però nello specifico il progetto Porte Aperte è sicuramente più adeguato alle scuole superiori.
Abbiamo visto che ci sono diverse sezioni, per esempio prosa, contemporanea, musica e danza, qual è tra queste quella che viene apprezzata di più dal pubblico?
In generale la più apprezzata è la prosa, però anche la prosa contemporanea è sicuramente un fiore all’occhiello e in questi ultimi anni è decisamente cresciuta. Poi ci sono tantissime proposte per tutti, per cui poi ognuno ha la possibilità di scegliere cosa lo affascina di più.
Il teatro di Saronno è di proprietà privata o pubblica?
Il teatro è pubblico, è gestito da una fondazione sostenuta dal Comune, che lo supporta economicamente insieme a sponsor privati, quindi si può affermare che è un lavoro condiviso tra il pubblico e il privato. Per quanto riguarda l’aspetto più poetico io mi immagino che il teatro sia un teatro sempre pubblico, cioè che sia capace di essere per tutti, che possa rappresentare anche il suo territorio e che possa essere una casa per eventuali artisti di questo territorio. In questo senso si può parlare di teatro pubblico.
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