La figura del medico di base è in crisi? “Entro il 2028 saranno risolti tutti i problemi”
Ospite de La Materia del Giorno è stata Giovanna Scienza, già medico di medicina generale e formatrice del corso di formazione. La dottoressa ha affrontato a tutto campo criticità, prospettive e innovazioni
Nel contesto della sanità italiana, uno degli argomenti più caldi e sentiti è sicuramente quello della medicina generale, con il suo ruolo cruciale nell’assistenza territoriale e nella gestione della salute della popolazione.
Ospite da La Materia del Giorno è stata Giovanna Scienza, già medico di medicina generale e oggi formatrice del corso regionale triennale di formazione post laurea.
Nella diretta sono state affrontate le criticità, le potenzialità e le prospettive future di questa figura professionale, ponendo particolare attenzione ai cambiamenti che potrebbero riguardare il settore entro il 2028.
Le criticità attuali: carenza di medici e pensionamenti
Uno dei temi più urgenti e discussi riguarda la carenza di medici di medicina generale, una problematica che colpisce soprattutto le aree più periferiche e meno attrattive. La dottoressa Giovanna Scienza ha sottolineato che la situazione nella nostra zona non è critica anche se qualche ambito carente pesa
«Molti medici stanno andando in pensione e, seppur vi siano giovani che si affacciano alla professione – ha spiegato la dottoressa Scienza – la programmazione a livello nazionale e regionale non è stata adeguata per affrontare questo fenomeno in tempo. In particolare, la medicina generale non è stata resa “appetibile” per le nuove generazioni, e la mancanza di incentivi ha contribuito a una scarsa adesione al corso di specializzazione in medicina generale».
Un aspetto di criticità è la comunicazione tardiva da parte dei medici che scelgono di andare in pensione ( possono protrarre il proprio i carico fino ai 70 anni) .
A volte, infatti, i curanti comunicano la loro decisione all’ultimo minuto, lasciando le ASST (Azienda Socio-Sanitaria Territoriale) e i pazienti in difficoltà. Per sopperire agli “ambiti carenti” vengono istituiti ambulatori temporanei, che, pur non risolvendo completamente il problema della continuità nella cura dei pazienti, garantiscono alcune prestazioni urgenti.
Le potenzialità della Medicina Generale: formazione e aggregazione
Ci sono, comunque, segnali positivi che fanno ben sperare per il futuro della medicina generale. Uno dei più incoraggianti è l’aumento degli iscritti al corso di formazione in medicina generale, che, quest’anno, ha visto quasi il doppio delle adesioni rispetto al passato. La formazione, infatti, si sta evolvendo, permettendo ai giovani medici non solo di formarsi teoricamente, ma anche di affiancare un medico esperto fin dal primo anno, lavorando direttamente con i pazienti.
Un altro aspetto positivo è legato alla medicina di gruppo, una modalità che sta guadagnando sempre più terreno. Le esperienze di medicina di gruppo, che la dottoressa Scienza ha avviato negli anni ’90, sono fondamentali per affrontare le sfide legate alla complessità della burocrazia e all’invecchiamento della popolazione. L’aggregazione di medici consente di condividere risorse, migliorare l’efficienza e garantire una migliore qualità del servizio. La normativa attuale, infatti, prevede, infatti, un finanziamento per il personale di studio, una misura che potrebbe alleggerire il carico di lavoro burocratico e favorire la creazione di strutture di medicina di gruppo.

La riforma del sistema: il ruolo unico e la casa di comunità
Un’altra novità riguarda la riforma con l’introduzione del ruolo unico, che impone una rendicontazione più precisa del lavoro svolto dai medici. In concreto, l’innovazione, inserita nel contratto, non altera in modo significativo la quotidianità dei medici, che continuano a lavorare con un carico di lavoro ben oltre le 38 ore settimanali stabilite dalla legge, a causa di attività collaterali come la burocrazia e le visite domiciliari.
Le case di comunità, un altro aspetto fondamentale della riforma, sono ancora in fase di sviluppo ma rappresentano un’importante novità per la medicina territoriale. Questi centri dovrebbero fungere da punto di riferimento per la popolazione, raccogliendo diversi servizi e rispondendo alle esigenze dei pazienti. Sebbene il numero di case di comunità attualmente attive sia ancora ridotto, l’obiettivo è aumentare il numero di queste strutture, che dovrebbero alleggerire il carico di lavoro dei medici di medicina generale e migliorare l’accesso ai servizi sanitari.
La prospettiva futura: cosa cambierà nel 2028?
Guardando al futuro, il settore della medicina generale si trova di fronte a una trasformazione epocale: «Sebbene oggi vi siano difficoltà – ha spiegato la dottoressaScienza – il numero di medici sarà adeguato entro il 2028, dopo il picco di pensionamenti previsto. Le riforme in corso e l’incremento della formazione dei giovani medici faranno sì che le carenze di personale vengano colmate e le aree più difficili da coprire riceveranno l’attenzione necessaria grazie a incentivi e politiche più mirate».
Il 2028 potrebbe segnare un cambiamento significativo anche nel rapporto medico-paziente, con un’accentuata centralità della prevenzione e una maggiore iniziativa da parte dei medici. L’introduzione di tecnologie come la telemedicina, i teleconsulti e la teleassistenza renderanno più efficiente la gestione delle patologie croniche e dei pazienti fragili, migliorando la qualità del servizio senza sacrificare il rapporto umano che è alla base della medicina generale.
La medicina generale si trova oggi a fronteggiare diverse sfide, ma le innovazioni e le riforme in corso sono destinate a rafforzare il settore e a garantire un futuro migliore per medici e pazienti. Nonostante le difficoltà attuali, il futuro della medicina generale sembra essere segnato da una crescente integrazione tra ospedale e territorio, una maggiore efficienza nella gestione delle risorse e una qualità del servizio che, si spera, sarà sempre più rispondente alle esigenze della popolazione.
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