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La Roma di Gasperini: rivoluzione storica o matrimonio impossibile?

Nella Capitale l’entusiasmo non manca, anche se i più scettici vedono in questo matrimonio un rischio di incompatibilità caratteriale

colosseo

L’arrivo di Gian Piero Gasperini sulla panchina della Roma ha scosso l’intero panorama calcistico italiano. Dopo nove stagioni intense a Bergamo, il tecnico piemontese ha deciso di lasciare l’Atalanta proprio quando i nerazzurri sembravano sul punto di consacrarsi definitivamente nell’élite europea. Un addio che ha sorpreso molti e che per qualcuno ha rappresentato l’inizio del declino dell’Atalanta in ottica scudetto.

Oggi Gasperini è a Trigoria e la scommessa è di quelle affascinanti: la Capitale è pronta ad accoglierlo con tutto il suo entusiasmo, mentre lui porta il bagaglio di un calcio verticale, aggressivo, fisico e poco incline ai compromessi.

Un incrocio culturale particolare: una società passionale, nel senso più verace del termine, che incontra un allenatore metodico e rigido, amante della disciplina. Sarà un connubio esplosivo o una difficile convivenza? Intanto, tra la curiosità dei tifosi e la voglia di tornare a primeggiare, cresce la voglia di accaparrarsi i migliori biglietti AS Roma.

L’addio all’Atalanta, il sì alla Roma

Il passaggio di Gasperini alla Roma è stato accompagnato da un retroscena non da poco: un tentativo della Juventus di inserirsi nella trattativa all’ultimo momento. Eppure, il tecnico ha mantenuto la parola data ai Friedkin e a Claudio Ranieri, scegliendo di sposare un progetto triennale che prevede un lavoro graduale ma costante, con l’obiettivo di riportare i giallorossi in Champions League.

In conferenza di presentazione a Trigoria, Gasperini ha parlato di “risultato massimo” con la qualificazione in Champions e della necessità di costruire uno zoccolo duro di giocatori da cui ripartire. Nessuna rivoluzione immediata, dunque, ma un percorso basato su continuità e crescita, anche a costo di un primo anno di apprendistato.

Il mercato e le nuove armi tattiche

Il mercato estivo della Roma è stato intenso. Sono arrivati giocatori funzionali al 3-4-2-1 del tecnico: Wesley dal Flamengo per presidiare la fascia, Neil El Aynaoui dal Lens come incursore di centrocampo, Evan Ferguson in attacco, insieme a innesti difensivi come Daniele Ghilardi e Mario Hermoso. Uscite importanti come Paredes, Saelemaekers e Nelsson hanno permesso di finanziare un progetto che guarda al futuro, pur tra i vincoli del Fair Play finanziario.

Dal punto di vista tattico, la Roma cambia pelle: non più la squadra attendista vista con Ranieri, ma un gruppo che dovrà imparare a pressare alto, correre senza palla, trasformare gli esterni in armi decisive e portare i trequartisti a numeri importanti in termini di gol e assist.

Soulé, già protagonista la scorsa stagione, rischia di diventare il leader tecnico, mentre il grande interrogativo resta Paulo Dybala, spesso alle prese con acciacchi fisici. Gasperini cercherà di recuperarlo con l’obiettivo di esaltarne la qualità e mettere in ombra le fragilità difensive.

Ambizioni, rischi e la sfida culturale

Nella Capitale l’entusiasmo non manca, anche se i più scettici vedono in questo matrimonio un rischio di incompatibilità caratteriale. Da un lato, la Roma ha bisogno di disciplina, continuità e rigore tattico, dall’altro Gasperini si troverà a guidare uno spogliatoio caldo, emotivo e sotto costante pressione mediatica.

L’allenatore piemontese ha già ribadito di non voler essere prigioniero dei nomi e delle gerarchie, ma di pretendere applicazione e disponibilità al sacrificio da tutti. In questo senso, il rapporto con i leader tecnici, come Pellegrini e Dybala, sarà decisivo per evitare fratture interne. Se la Roma riuscirà ad assorbire la durezza del nuovo allenatore senza perdere il suo entusiasmo tipico, potrebbe davvero trasformarsi in una delle sorprese del campionato.

Il tempo dirà se sarà l’inizio di una grande storia o di un esperimento destinato a naufragare.

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 05 Settembre 2025
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