Custodi di un’avventura straordinaria: negli archivi delle Acli di Saronno la storia e l‘anima della città
Quella del circolo Acli – oggi intitolato al primo segretario Achille Grandi – è un’avventura lunga e affascinante, che ha accompagnato per tanti anni la storia stessa di Saronno: dalla fine della guerra alla ricostruzione del tessuto sociale dopo il ventennio buio del fascismo, dalla stagione dell’impegno ai giorni nostri

La decima tappa del nostro tour alla scoperta delle Acli del Varesotto, dopo Ispra, Bergoro , Caronno Varesino, Curiglia, Cadero, Garabiolo, Tradate, Castellanza e Busto Arsizio, ci porta a Saronno.
Dai “Raggi” alle Acli: un seme di speranza nella tragedia della guerra
All’inizio furono i “Raggi”. E’ il novembre 1943 quando un gruppo di cattolici saronnesi si riunisce a casa del prevosto. In un momento tragico della storia nazionale, all’indomani dell’armistizio, con l’intensificazione della guerra nel nord Italia tanti erano i bisogni urgenti, tra questi quello di “sollevare le sorti delle masse lavoratrici”. Si gettano le basi di un “Segretariato attività sociali”, con lo scopo di coordinare l’attività dei cattolici, in particolare nelle tante fabbriche della città. In ogni azienda si costituirono i “Raggi”, prime cellule attive di uomini e donne riuniti sotto la bandiera dei comuni valori cristiani che trovavano concretezza nell’apostolato sociale. Da questo fertile terreno nel dicembre 1945, a pochi mesi dalla Liberazione, nasce il Circolo Acli di Saronno.
Quella del circolo Acli – oggi intitolato al primo segretario Achille Grandi – è un’avventura lunga e affascinante, che ha accompagnato per tanti anni la storia stessa di Saronno: dalla fine della guerra alla ricostruzione del tessuto sociale dopo il ventennio buio del fascismo, dalla stagione dell’impegno ai giorni nostri.
A Saronno la riconquista della libertà, l’impegno per un’Italia nuova, la costruzione dei nuovi diritti sono passati in larga parte da qui.
L’impronta di don Cesare
Massimo Luigi Villa, l’odierno presidente, è il rappresentante non già di quella stagione, per motivi anagrafici, ma dei custodi che oggi mantengono vivo lo spirito delle Acli e che accudiscono la storia e il ricordo degli 80 anni del circolo saronnese: «Non si può parlare delle Acli di Saronno senza ricordare don Cesare Pagani – racconta – E’ lui che ha dato energia e una direzione al circolo in quegli anni difficili, così come a don Cesare si deve la scelta di un unico circolo che fosse di tutte e cinque le parrocchie della città, e anche la grande indipendenza che il nostro circolo ha sempre avuto».
Don Cesare in realtà aveva “ereditato” la guida spirituale del circolo, nato per volontà del prevosto monsignor Antonio Benetti, che ne aveva inizialmente affidata la cura a don Luigi Legnani, poi sostituito da don Cesare Pagani. E’ il 1948, anno cruciale: arriva don Cesare e si inaugura la nuova sede in vicolo Santa Marta, dove ancora oggi si trovano gli uffici delle Acli saronnesi.
“L’incudine e l’altare”
Tutte le tappe dei primi 50 anni di vita del circolo di Saronno sono raccolte in un prezioso libro, scritto da Nino Villa, professore di lettere, aclista e giornalista. “L’incudine e l’altare”, scritto appunto in occasione dei 50 anni del circolo, è il racconto ricco di umanità di una storia straordinaria, che portò le Acli di Saronno a diventare un punto di riferimento fondamentale nella comunità saronnese.
«Quest’anno lo ristampiamo – dice Pier Aldo Rotondi, socio tra i più attivi, che ci mostra con orgoglio l’ordinatissimo archivio storico e le pubblicazioni che nel tempo hanno raccontato la storia del circolo – Dieci anni fa, in occasione dei 70 anni abbiamo dato alle stampe un album fotografico che raccontava le nostre radici e abbiamo esposto le foto nel salone. Quest’anno cercheremo di ristampare il bellissimo libro di Nino Villa, ormai quasi introvabile».
Era un ambiente operaio, alle 17 si usciva dalle fabbriche e ci si trovava alle Acli per discutere i problemi dei lavoratori, anche se non era propriamente un sindacato
Il racconto dei primi anni delle Acli saronnesi diventa vivo tra aneddoti del passato e ricordi più recenti: «Erano tempi in cui c’era un grande bisogno di stare insieme e confrontarsi – raccontano i custodi di questa storia – Era un ambiente operaio, alle 17 si usciva dalle fabbriche e ci si trovava alle Acli per discutere i problemi dei lavoratori, anche se non era propriamente un sindacato. Ma era anche l’occasione per incontrarsi, c’erano tanti ragazzi e ragazze, e per questo c’era un po’ di lotta con gli oratori della città, perché qui maschi e femmine stavano insieme».
La voce delle donne
Il circolo diventa così uno spazio di crescita importante anche per le donne: «Donne che hanno sempre avuto un ruolo importante alle Acli di Saronno. E anche qui don Cesare ci aveva visto lungo. Diceva “Donne, le cose fatte bene”. Diverse iscritte sono diventate negli anni assessori, rappresentanti sindacali.
«Allora era un circolo Acli con tutto – dice il presidente Villa – C’erano il bar, si giocava a bocce, c’era un salone per gli eventi, tante iniziative anche culturali, ma anche i servizi di patronato. E c’erano tanti associati che partecipavano attivamente”.
Nel 1946, nel primo anno di vita del circolo, gli iscritti sono 485, 249 uomini e 236 donne, e il circolo, come dice Nino Villa nel suo libro, “parte in quarta”.
La spinta propulsiva continua per tutti gli anni Cinquanta, con un crescendo di attività, servizi, momenti di confronto e di studio che fanno del circolo di Saronno un protagonista imprescindibile della vita cittadina.
Il mercoledì dell’aclista
Grande è la tensione formativa che anima il circolo Acli di Saronno. Formazione rivolta a tutti i livelli, dal semplice cittadino agli iscritti, per arrivare ai dirigenti e agli attivisti. E’ del febbraio 1948 la nascita del “mercoledì dell’aclista”, incontri settimanali sui temi più disparati, una sorta di “forum” dove uno impostava la discussione e tutti i presenti dicevano la loro per arrivare a una conclusione. Un gustoso esempio dei temi in discussione, tratto dal libro di Nino Villa, ci offre uno spaccato di quegli incontri: “Servizio e disservizio delle Ferrovie Nord. Il radiomessaggio natalizio del Papa. Perché soffre la classe lavoratrice? Che dobbiamo fare?”.
Amici ed amiche animati da grandi ideali, da incredibili ingenuità, da generose illusioni che non sempre hanno resistito al logorio del tempo, ma che hanno orientato la vita di molti di quei partecipanti
Ad un secondo livello c’era la formazione dei “quadri”, con corsi, giornate di approfondimento, tridui di studio sulla riviera ligure. Un partecipante anonimo ne ha lasciato questo ricordo: “I militanti delle Acli di Saronno si recarono a Loano, nell’inverno, per uno di quei periodici incontri di studio. Lo schema ripetitivo non appiattiva la novità e il piacere che si provava ogni volta di trovarsi insieme: amici ed amiche animati da grandi ideali, da incredibili ingenuità, da generose illusioni che non sempre hanno resistito al logorio del tempo, ma che hanno orientato la vita di molti di quei partecipanti, se non di tutti. La mia certamente”.
Acli a tutto campo, dalla formazione alla spiaggia
Fin dall’inizio grande attenzione è stata data anche alla formazione scolastica. Tra gli anni 50 e 60 su iniziativa delle Acli anche a Saronno nasce l’Enaip: «C’era ragioneria, geometra ma anche taglio e cucito. Poi nel 1977 ci fu la riforma nazionale della scuola e per continuare a fare formazione fu creata l’associazione intitolata a Paolo Maruti, che però oggi non è più delle Acli».
Ma è grande è stato l’impegno anche sul fronte del tempo libero: «Era stato fondato il Centro turistico delle Acli, attivissimo. Si facevano viaggi, gite culturali, ma anche le vacanze al mare a Punta Marina di Ravenna, in una casa per ferie che era gestita direttamente dalle Acli di Saronno, con personale in loco». Ed ecco che dall’archivio spunta addirittura una cartolina che immortala la casa vacanze dove tante famiglie di lavoratori saronnesi hanno potuto concedersi qualche giorno di mare a prezzi calmierati. «E’ durata più di trent’anni, dal 1965 ai primi anni 2000. Poi ci sono state la convenzione con un albergo di Pinarella e altre convenzioni di turismo sociale, fino a quando il Covid ha fermato tutto», dice Pier Aldo.
La fase calante e la ripresa
La macchina delle Acli di Saronno ha marciato a pieno ritmo fino agli anni Settanta poi, come è avvenuto un po’ in tutta Italia, è iniziata una fase di rallentamento, il cui seme si trova anche nella “rottura” del Congresso di Torino del 1969.
A livello nazionale il dibattito interno tra la componente cattolica più fedele alla Chiesa e alla Democrazia Cristiana e quella che andava avanzando posizioni socialiste in quell’anno arriva alla rottura. A Torino, nello storico congresso del giugno 1969, le Acli si esprimono a maggioranza per la fine del “collateralismo” con la Dc e passa il principio che il voto degli aclisti deve essere libero. Una scelta che crea un terremoto nel mondo cattolico e segna una dolorosa rottura con la Santa Sede, che matura nell’agosto del 1970 al convegno di Vallombrosa, rimasto nella storia come “l’ipotesi socialista” delle Acli. L’anno seguente sulla delicata questione si espresse papa Paolo VI, deplorando il nuovo orientamento e sancendo di fatto la rottura con l’associazione. Una rottura che a livello locale ebbe immediate ripercussioni, a partire dal ritiro dei sacerdoti dal ruolo di assistenti che avevano rivestito in ogni circolo Acli.
Una fase di difficoltà che è raccontata dai numeri: nel decennio 1970-1980 il circolo perde un terzo dei suoi soci e si attesta sui 200, la percentuale di giovani scende dal 5 al 2%. Dal 1969 il circolo ha più il bar e nel 1980 è costretto a lasciare la sede di vicolo Santa Marta, ormai da ristrutturare, e a trasferirsi in uno spazio in piazza Libertà messo a disposizione dalla parrocchia. Una perdita momentanea di visibilità che aggrava ulteriormente la fase discendente.
Nel 1985 si può dire che inizia una nuova fase per le Acli saronnesi. In quell’anno il ritorno nella sede di vicolo Santa Marta, ridotta ma ammodernata e più dedicata ai servizi, la scomparsa di Luigi Ferrario, militante e storico dirigente delle Acli, seguita tre anni dopo dalla morte di monsignor Cesare Pagani, segnano una svolta che in qualche modo prefigura le Acli di oggi.
Oggi, nel segno della pace tra servizi e società civile
«Le Acli di oggi sono attestate sui 450 soci, anche se tanti sono qui solo per i servizi – dice il socio e segretario del circolo Dalmazio Accatino – Io sono iscritto da diversi anni, mi sono trovato bene e sono ancora qui perché credo ancora in quei valori. Però oggi manca la spinta. Mancano anche le forze. Prima si andava in pensione più giovani, oggi a 67 anni i pensionati non hanno neanche le energie per fare i nonni».
E’ una nuova ulteriore fase della vita delle Acli saronnesi, come spiega il presidente Massimo Luigi Villa (nella foto qui sotto): «Difficilmente oggi facciamo iniziative solo nostre. Facciamo parte della rete “4 passi di Pace” e partecipiamo a diverse iniziative con le altre associazioni della rete, con attenzione sempre alle questioni sociali e ai temi della pace. Stiamo organizzando per il mese di ottobre degli incontri pubblici sui linguaggi della pace, con un’attenzione in particolare ai giovani».
Anche qui a Saronno quello della partecipazione di giovani è un punto dolente: manca il ricambio generazionale. «Qualche anno fa abbiamo provato ad agganciarli, abbiamo ospitato dei ragazzi del servizio civile, e anche fatto un concorso per le scuole per far conoscere i valori e la realtà delle Acli. Abbiamo messo anche a disposizione la sede per incontri e attività ma il progetto non è andato avanti. Le nostre porte però sono aperte, sempre».
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