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Le ACLI di Caronno Varesino, settant’anni di impegno civile e solidarietà

Un punto di riferimento per la comunità, con servizi, attività e una presenza che ancora oggi si fa sentire, nonostante la crisi dell’associazionismo

Tour Acli Caronno Varesino luglio 2025

La terza tappa del nostro tour alla scoperta delle Acli del Varesotto, dopo Ispra e Bergoro ci porta a Caronno Varesino.
Qui troverete tutte le puntate del nostro reportage

Un temporale estivo e la pioggia battente invitano a salire quei pochi gradini che portano all’ingresso del vecchio circolo ACLI di Caronno Varesino. Dentro, tutto sembra rimasto immobile nel tempo: l’arredamento essenziale, il bancone del bar con l’immancabile bottiglia di Sambuca, una libreria che ospita ancora l’enciclopedia “Conoscere”, memoria di un’altra epoca.

In sala, alcuni volontari insieme alla presidente sistemano cartelloni con vecchie fotografie di gite, feste, momenti di vita condivisa. I colori sono sbiaditi, tenui, ma il tempo che portano addosso racconta molto più di quanto le parole possano fare. C’è una lunga storia, in quelle immagini. E in quelle stanze.

Nel cuore di Caronno Varesino, in via Giuseppe Garibaldi 7, da oltre settant’anni pulsa un centro vitale di solidarietà e impegno civile. È il circolo ACLI locale, una realtà che ha saputo attraversare i decenni mantenendo salda la propria vocazione al servizio della comunità e alla formazione dei cittadini. (nella foto la presidente del Circolo Acli di Caronno Varesino Annalisa Piotto)

Le prime tracce della presenza ACLI a Caronno Varesino risalgono agli anni 1947-48, periodo in cui, grazie agli aiuti del piano Marshall, iniziarono a formarsi i primi gruppi di volontari. La fondazione ufficiale del circolo viene fatta risalire al 1951, con una forte connessione alla parrocchia, come accadeva per molti altri circoli ACLI nati in quegli anni. Una fotografia del 1952, che ritrae il parroco don Carlo Orsini al Sacro Monte accanto all’allora cardinale Montini e alla bandiera ACLI, è la prima testimonianza visiva dell’esistenza formale del circolo.

Don Orsini fu probabilmente uno dei promotori della nascita del circolo, in un contesto storico in cui la Casa del Popolo rappresentava l’anima comunista del paese. Serviva un punto di riferimento cattolico altrettanto forte. Il circolo non fu solo luogo di ritrovo, ma anche centro di formazione per operai e lavoratori, con corsi dedicati alla consapevolezza dei diritti sindacali e sociali.

L’edificio che ospita il circolo racconta una storia di generosità e partecipazione. Costruito interamente con i fondi raccolti dalle ACLI attraverso le erogazioni liberali dei soci e dei benefattori, rappresenta un esempio concreto di come l’impegno collettivo possa trasformarsi in opere durature. Per decenni è stato un vero e proprio circolo ricreativo nel senso più completo del termine, con il dispensiere che viveva nell’appartamento al piano superiore e offriva il servizio di ristorazione ai soci, creando un ambiente familiare e accogliente.

In quegli anni il circolo aveva tante funzioni, non solo aggregative, era anche formativa, perché c’erano corsi per gli operai per prendere coscienza dei loro diritti sindacali e sociali

“In quegli anni il circolo aveva tante funzioni, non solo aggregative”, ricorda Annalisa Piotto, presidente dal 2008, “era anche formativa, perché c’erano corsi per gli operai per prendere coscienza dei loro diritti sindacali e sociali”. Una vocazione educativa che ha caratterizzato fin dall’inizio l’esperienza aclista caronnese.

Il circolo di Caronno Varesino ha saputo anticipare i tempi con iniziative che oggi definiremmo all’avanguardia. Già negli anni Settanta organizzava corsi di educazione alimentare e gruppi di acquisto solidale, ben prima che diventassero una pratica diffusa. Le camminate serali per il paese negli anni Ottanta, i tornei di carte e dama durante le feste parrocchiali: ogni iniziativa nasceva dall’ascolto dei bisogni reali della comunità.

Oggi il circolo mantiene una ricca programmazione di attività: il corso di ginnastica dolce per anziani, che ha raggiunto numerose edizioni, le camminate del giovedì che uniscono benessere fisico e socialità, la tradizionale castagnata di ottobre, gli auguri di Natale e le gite sociali che permettono di scoprire insieme nuovi luoghi e di rafforzare i legami di amicizia.

Accanto all’anima associativa, le ACLI di Caronno Varesino hanno sviluppato una importante attività di servizi alla persona. Il patronato, attivo una volta alla settimana, e il servizio fiscale durante la campagna delle dichiarazioni dei redditi rappresentano un punto di riferimento fondamentale per molte famiglie del territorio. “I servizi sono gestiti da professionisti”, spiega la presidente Piotto, “mentre la parte dei volontari fa l’accoglienza e l’informazione, garantendo quel rapporto umano che fa la differenza”.

Il circolo apre regolarmente il martedì, giovedì e sabato pomeriggio dalle 15:30 alle 18:30, e la domenica mattina dalle 8:30 alle 11, dopo la messa, quando si registra tradizionalmente la maggiore affluenza. Un presidio costante di vicinanza e disponibilità per chiunque abbia bisogno.

Una delle specificità più interessanti del circolo caronnese è la capacità di mantenere vivo il dibattito civico. Durante le elezioni amministrative comunali, le ACLI locali riescono ancora a essere “l’unica associazione che riesce a mettere intorno allo stesso tavolo i candidati sindaco”, come sottolinea con orgoglio la presidente. Un’iniziativa che registra sempre grande partecipazione e che testimonia la fiducia della comunità verso un’associazione percepita come super partes.

Le ACLI non sono un’associazione partitica, ma politica. L’aclista dovrebbe essere un cittadino attivo, interessarsi delle problematiche, essere cosciente

“Le ACLI non sono un’associazione partitica, ma politica”, chiarisce Piotto, “l’aclista dovrebbe essere un cittadino attivo, interessarsi delle problematiche, essere cosciente”. Una vocazione che si è manifestata concretamente anche nella raccolta firme per il referendum sull’acqua del 2011, quando i volontari del circolo non esitarono a schierarsi sotto la pioggia in piazza per sostenere una battaglia di principio.

(Al centro Espedito Michelon, colonna portante del Circolo, e a destra Antonella Scantamburlo, vicepresidente)

Il cuore pulsante del circolo è rappresentato da un gruppo di volontari che hanno fatto della disponibilità verso gli altri una vera e propria missione di vita. Oltre alla presidente Annalisa Piotto e alla vicepresidente Antonella Scantamburlo, il consiglio di presidenza può contare su figure di riferimento come Espedito Michelon, dirigente storico e colonna portante dell’associazione, Carla Tollardo alla mescita, Giovanni Paolo Mantovan per la contabilità e Dante Visintin ed Adriano Carollo per la manutenzione, oltre a Nadia Limonta, responsabile del Gruppo di Cammino ed Enrica Picchetti, consigliera storica, ognuno con le sue specificità e qualità, senza le quali il Circolo non potrebbe rimanere attivo.

“Mi piace la compagnia, quello che si è creato, un’unione tra persone che vogliono dare del tempo alla comunità”, racconta Antonella Scantamburlo, sintetizzando perfettamente lo spirito che anima i volontari. Un sentimento condiviso da tutti i membri del gruppo, che trovano nell’impegno associativo non solo un modo per rendersi utili, ma anche un’occasione di crescita personale e di amicizia.

La forza formativa delle ACLI emerge chiaramente dall’esperienza personale della presidente Piotto, che nel 2003 partecipò a un corso organizzato dal circolo per comprendere il funzionamento delle istituzioni comunali. “Una formazione sui diritti di cittadinanza, sulla cittadinanza attiva”, ricorda, “e guarda caso, nel 2004 mi sono candidata come consigliere comunale”. Un esempio concreto di come l’attività delle ACLI sappia trasformare la partecipazione in impegno civile diretto.

(La raccolta delle firme per il referendum sull’acqua: una foto “storica”)

L’identità cristiana delle ACLI si esprime nella collaborazione costante con la parrocchia locale e con don Franco Saporiti, l’attuale parroco. Una collaborazione che ha superato anche momenti di tensione del passato, quando negli anni Settanta le scelte politiche nazionali dell’associazione crearono qualche attrito con la Chiesa locale. A Caronno Varesino si rischiò persino lo sfratto per aver sostenuto politicamente i socialdemocratici anziché la Democrazia Cristiana. L’allora parroco, don Carlo Orsini, non gradì quella posizione. Espedito Michelon divenne presidente proprio in quel periodo turbolento. Oggi il rapporto è sereno e costruttivo, nel segno di una fede che sa tradursi in opere concrete di solidarietà.
“Mettersi a servizio della comunità mi sembra già una cosa onorevole per noi stessi e anche per gli altri”, sintetizza efficacemente Carla Tollardo, esprimendo quella dimensione di servizio che caratterizza l’impegno aclista.

Con i suoi 174 soci attuali, il circolo rappresenta un patrimonio importante per Caronno Varesino. In un territorio dove i punti di aggregazione sociale scarseggiano, le ACLI mantengono aperto uno spazio prezioso di incontro e condivisione, soprattutto per le persone di una certa età che trovano qui un ambiente familiare e accogliente.

Per me significa essere dei cittadini consapevoli”, spiega la presidente quando le si chiede cosa rappresenti far parte delle ACLI. Una consapevolezza che si traduce quotidianamente in gesti concreti di vicinanza e sostegno, nella disponibilità ad ascoltare e nell’impegno a mantenere vivi quegli spazi di socialità che rendono più umana la vita di una comunità.

Come tutte le realtà associative, anche le ACLI di Caronno Varesino si confrontano con i cambiamenti dei tempi e con la necessità di intercettare le esigenze delle nuove generazioni. Ma la solidità della loro esperienza, la ricchezza della loro storia e la passione dei loro volontari costituiscono basi solide per continuare a scrivere pagine importanti di impegno civile e solidarietà sociale.

Le difficoltà del presente e lo sguardo al futuro

Le ACLI a Caronno si confrontano oggi con una realtà demografica che rende difficile il ricambio. «Se chiudessimo qualcuno se ne accorgerebbe – dice Piotto – e già questa non è cosa da poco». Il circolo resta uno dei pochi punti di aggregazione per la comunità, insieme al centro anziani e alla parrocchia, in un paese dove perfino una gelateria fatica a restare aperta.

Il futuro, però, resta incerto. «La società è diventata più individualista. Cinquant’anni fa ci si associava per difendere i propri diritti. Oggi i diritti vengono tolti e nessuno reagisce. Ma non significa che i giovani siano egoisti. Bisogna intercettare i loro bisogni, trovare formule diverse, più brevi, più mirate. Esperienze come i campi di volontariato ACLI, ancora attivi a livello nazionale, potrebbero essere una strada, ma replicarle in una realtà come Caronno è tutt’altro che semplice».

Il senso dell’appartenenza rimane però forte tra i volontari. Carla Tollardo sottolinea il valore di mettersi a servizio della comunità. Giovanni Paolo Mantovan parla del piacere della compagnia e della conoscenza personale tra i soci. Antonella Scantamburlo evidenzia il legame che si è creato tra persone che scelgono di dedicare tempo alla comunità, anche se la partecipazione è calata. Ma proprio questo legame continua a tenere in piedi il circolo, oggi più che mai. Malgrado le “nuvole nere” che s’addensano, e non quelle del cielo.

Roberta Bertolini
roberta.bertolini@varesenews.it
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Pubblicato il 28 Luglio 2025
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