Finti SMS dell’ATS: truffa telefonica da 15 euro a chiamata tra Como, Lecco e Pavia
La Polizia Postale comasca mette in guardia contro una nuova ondata di smishing che sfrutta il nome delle Agenzie per la Tutela della Salute. Decine di vittime e numeri a pagamento con prefisso 895

Una nuova truffa digitale sta colpendo cittadini nelle province di Como, Lecco e Pavia, sfruttando l’apparente affidabilità di messaggi SMS che sembrano provenire dalle Agenzie per la Tutela della Salute (ATS). A lanciare l’allarme è la Sezione Operativa per la Sicurezza Cibernetica della Polizia di Stato di Como, che nelle ultime settimane ha raccolto una cinquantina di segnalazioni da parte di persone truffate con la tecnica dello smishing.
Finti appuntamenti sanitari, veri addebiti
La truffa si presenta con un messaggio SMS che simula una comunicazione ufficiale da parte dell’ATS, in cui si invita il destinatario a contattare telefonicamente un numero per chiarimenti su un presunto appuntamento sanitario o altra comunicazione medica. Il numero fornito, però, è un 895, ovvero un recapito a tariffazione speciale che comporta un addebito immediato sul conto telefonico, anche fino a 15 euro per una singola chiamata.
Una volta contattato il numero, la conversazione – spesso gestita da sistemi automatici o operatori fittizi – non fornisce alcuna informazione concreta, ma basta per generare l’addebito. Molti utenti si sono accorti della truffa solo dopo aver consultato l’estratto conto telefonico.
Consigli utili per difendersi
La Polizia Postale, impegnata negli accertamenti investigativi per risalire agli autori della truffa, invita i cittadini colpiti a sporgere denuncia-querela presso gli uffici delle Forze dell’Ordine. Inoltre, ricorda che è possibile chiedere il rimborso delle somme indebitamente addebitate al proprio operatore telefonico. Si tratta dell’ennesimo episodio in cui tecniche di ingegneria sociale e smishing vengono usate per ingannare i cittadini sfruttando sigle istituzionali e contesti sanitari credibili, già resi sensibili dal periodo post-pandemico.
La Polizia ribadisce alcune semplici regole di autodifesa digitale: non chiamare mai numeri a pagamento riportati in messaggi sospetti, verificare sempre la provenienza del messaggio e in caso di dubbio contattare direttamente l’ente interessato tramite i canali ufficiali. Nessun ente pubblico invia comunicazioni urgenti tramite numeri a tariffa speciale.
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