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Contestata anche l’omessa denuncia ai carabinieri indagati per il tentato omicidio di Castiglione Olona

I fatti la scorsa estate. Imminente la richiesta di rinvio a giudizio dopo la chiusura delle indagini. Le difese propense alla richiesta di rito abbreviato

Generico 09 Oct 2023

Non solo il tentato omicidio e la rapina. Ai militari sospettati di aver accoltellato gravemente un pusher (anch’egli indagato) nei boschi di Castiglione Olona l’estate scorsa, si aggiunge anche l’imputazione di “omessa denuncia“. Lo ha comunicato nei giorni scorsi la Procura, che ha recentemente chiuso le indagini svolte dai sostituti Marialina Contaldo, Lorenzo Dalla Palma e dal procuratore Antonio Gustapane.

I tempi tecnici offerti dalla legge alle difese per le mosse successive alla chiusura delle indagini – ovvero, tra le altre azioni, la possibilità per gli indagati di presentare memorie, chiedere di essere interrogati e svolgere indagini difensive – sono ormai scaduti, e già dalla prossima settimana potrebbero arrivare le conclusioni dei magistrati inquirenti, con il possibile rinvio a giudizio degli indagati.

I difensori dei militari, gli avvocati Fabio Fiore, Bruno Stefanetti e Stefania Chiessi, non sembrerebbero orientati verso un patteggiamento, ma si profilerebbe con forza la scelta del rito abbreviato: un procedimento alternativo che esaurisce il processo nella fase in cui si trova e che, in caso di condanna, comporta uno sconto di un terzo della pena per il risparmio di risorse processuali.

I fatti, come si ricorderà, si articolano in due principali momenti: innanzitutto quanto accaduto nella notte tra il 5 e il 6 luglio 2024 a “Fondocampagna”, località periferica di Castiglione Olona, dove era stata segnalata attività di spaccio nei boschi e dove avvenne il grave ferimento del pusher da parte di due dei tre militari poi arrestati. A questo si aggiungono episodi precedenti, riferiti al reato di rapina, per il quale è indagato anche il terzo militare coinvolto nelle indagini della Procura.

OMESSA DENUNCIA
È il reato nel quale incorre il pubblico ufficiale che «omette o ritarda di denunciare all’autorità giudiziaria, o ad un’altra Autorità che a quella abbia obbligo di riferirne, un reato di cui ha avuto notizia nell’esercizio o a causa delle sue funzioni»: è punito con la multa da euro 30 a euro 516.
«La pena è della reclusione fino ad un anno, se il colpevole è un ufficiale o un agente di polizia giudiziaria, che ha avuto comunque notizia di un reato del quale doveva fare rapporto».

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it
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Pubblicato il 14 Maggio 2025
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