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“La siccità è un problema contingente, quello che deve preoccupare è l’innalzamento delle temperature”

Le spiegazioni di Paolo Valisa: nei prossimi anni non si prevede una diminuzione della piovosità, anzi. Ma il problema della siccità, pur contingente, metterà in difficoltà l'approvviginamento di acqua. L'intervento di Alfa

siccità

Acqua e siccità protagoniste anche ad Ingegno 5.0, l’evento formativo annuale dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Varese. Sono stati particolarmente significativi infatti, nel corso della mattina, gli interventi di Fabio Bandera, direttore Area Conduzione, Approvvigionamenti idrici ed emergenza siccità in provincia di Varese di Alfa, che ha parlato delle differenze di approvvigionamento tra il nord e il sud della provincia. E quello di Paolo Valisa, meteorologo del Centro Geofisico Prealpino che ha analizzato il clima che cambia sulle Prealpi, svelando le tendenze del regime di precipitazioni per i prossimi anni.

LE SCARSE PIOGGE PENALIZZANO SOPRATTUTTO IL CENTRO-NORD DELLA PROVINCIA

Bandera ha innanzitutto esposto un’analisi delle fonti di approvvigionamento in provincia, che sono molto diverse al sud o al centro-nord: se al sud «ci sono pochi bacini, perché l’acqua basta prenderla dal sottosuolo, attraverso i pozzi», diversa è la situazione del centro nord, dove l’acqua sgorga dalle sorgenti: «Una forma di raccolta affascinante e molto pulita, ma più vulnerabile e dipendente dalle precipitazioni».

Questo, nell’immediato futuro, rende più incerta la situazione soprattutto nel centro nord: «Stando ai dati che riceviamo da chi si occupa di meteorologia e quindi tutti i dati di qualche maniera fotografano le riserve, al momento purtroppo la situazione non è buona: in questo momento siamo in un deficit idrico già superiore rispetto a quello accumulato l’anno scorso – ha spiegato Bandera – È molto probabile quindi che, soprattutto nella zona nord della Provincia di Varese, quella legata alle sorgenti, potranno manifestarsi gli stessi problemi dell’anno scorso. Tuttavia l’azienda si è strutturata per l’evenienza: abbiamo elaborato una serie di piani e di attività che potranno essere di supporto alla popolazione della provincia Varese qualora il meteo non fosse favorevole e dovessimo di nuovo arrivare a dichiarare un’emergenza idrica».

Paolo Valisa, meteorologo del centro geofisico Prealpino, ha inquadrato in tempi più lunghi e con dati statistici il fenomeno, che è un po’ diverso dalle sensazioni degli abitanti

«Per quanto riguarda l’immediato futuro. Il periodo di siccità è di stretta attualità: sta ancora proseguendo, quindi vedremo nell’estate questo problema acuirsi. Ma se verifichiamo i dati del passato si può vedere che  potrebbe essere un caso isolato come quello del 2003 e potrebbe legarsi con una certa frequenza al suo rovescio della medaglia, quello di anni in cui ci sono piogge intense, e un aumento delle precipitazioni». Valisa mostra come “prova” un articolo della “Cronaca Prealpina” dei primi anni del novecento che segnala “Un anno eccezionale, con una scarsità di pioggia che non si è mai vista” descrivendo strade sempre impolverate e giardini in sofferenza, quindi una situazione simile a quella di questi anni e che periodicamente ricorre.

Ingegno 5.0 e il caso siccità a Varese

Del resto: «I modelli climatici non prevedono una riduzione della piovosità, se non molto limitata, nell’ordine del 10% da qua al 2100 – ha precisato Valisa – Dal punto di vista delle piogge, più probabilmente assisteremo a maggiori oscillazioni tra anni asciutti e anni umidi: ci sarà quindi la siccità con un po’ più di frequenza. Ci aspettiamo perciò nei prossimi anni che riprendano dei regimi di precipitazioni, anche eventualmente abbondanti: questo quanto meno è quello che prevedono i modelli climatici, che soprattutto nella stagione invernale ipotizzano futuri aumenti delle precipitazioni, non una loro diminuzione».

Non è quindi la mancanza delle precipitazioni il problema che ci affliggerà nei prossimi anni: «È molto più grave il fenomeno dell’innalzamento della temperatura, che dagli anni ’60 è salita in provincia di due gradi e mezzo – ha spiegato il metereologo del centro Geofisico Prealpino – Negli anni 60-70 non si sono mai registrati giorni con una temperatura superiore ai 30 gradi, nell’ultimo ne abbiamo avuti ben 52. Anche la nevosità è diminuita molto: da metà degli anni ’80 si è passati da 3.50 a 1.80 metri di neve accumulati. Nell’ultimo decennio la media è addirittura scesa a un metro e 20. Il risultato di tutto ciò ha come effetto di diminuire un bacino di acqua ghiacciata che nell’estate si scioglie e, per effetto dell’innalzamento della temperatura, assistere a una maggiore evaporazione dell’acqua (quindi una minore sua disponibilità) e la necessità di una maggiore irrigazione dei campi, quindi un aumento della sua richiesta».

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it
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Pubblicato il 05 Maggio 2023
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