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In centinaia in piazza per chiedere di salvare l’ospedale di Saronno

Sono arrivati da tutto il territorio circostante, ovviamente in tantissimi da Saronno, ma anche dai comuni del Varesotto, del Comasco, del Milanese e di Monza e Brianza che vedono nell’ospedale saronnese un punto di riferimento

Generico 10 Apr 2023

Si sono presentati in centinaia in piazzale Borella, davanti all’ingresso dell’ospedale di Saronno, per la manifestazione in difesa della struttura sanitaria cittadina indetta dal gruppo “Saronno e il territorio per il loro l’ospedale”.

Sono arrivati da tutto il territorio circostante, ovviamente in tantissimi da Saronno, ma anche dai comuni del Varesotto, del Comasco, del Milanese e di Monza e Brianza che vedono nell’ospedale saronnese un punto di riferimento.

Niente bandiere o vessili, ma solo cartelli del gruppo organizzatore, con diversi esponenti politici di varia provenienza presenti in piazza e altrettanti sindaci bipartisan di tanti Comuni in fascia tricolore, dal saronnese Augusto Airoldi al caronnese Marco Giudici, passando per Stefano Calegari di Cislago, Luigi Clerici di Uboldo, Marco Volontè di Rovello Porro, Elena Daddi di Bregnano e altri. Con loro anche i consiglieri regionali del Pd Samuele Astuti e Pierfrancesco Majorino, del M5S Paola Pizzighini, al fianco della parlamentare europea pentastellata Mariangela Danzì, la consigliera provinciale Alessandra Agostini e diversi consiglieri comunali.

Dopo il presidio, il gruppone si è spostato in piazza Libertà dove hanno preso la parola i sindaci, mentre davanti all’ospedale si sono susseguiti gli interventi dei rappresentanti regionali e delle persone “comuni” interessate alla sorte dell’ospedale cittadino.

Tra gli interventi, quello del capogruppo del Pd in Regione Majorino, che ha promesso una «lotta trasversale per l’ospedale», ricordando il piano per rilancio ospedale presentato 5 anni fa e totalmente ignorato dalla maggioranza di centrodestra. Piano per il quale si è battuto con impegno Samuele Astuti: «Non ci hanno ascoltato quando abbiamo proposto gli investimenti per rilanciare l’ospedale e questo è il risultato. Serve un vero progetto per far ripartire l’ospedale di Saronno, che per noi è importante, non fatto solo di investimenti infrastrutturali, ma che coinvolga medici, infermieri, personale sanitario per rilanciare l’ospedale».

L’europarlamentare 5 Stelle Danzì, membro della commissione salute del Parlamento Europeo ha promesso il suo appoggio per portare anche in Europa le istanze del territorio saronnese, mentre la consigliera provinciale Alessandra Agostini ha garantito che anche Villa Recalcati starà vicina a sindaci e cittadini per ribadire l’importanza dell’ospedale saronnese. Accalorato l’intervento della presidente di Obiettivo Saronno Novella Ciceroni: «Recentemente ho dovuto fare controlli in ospedale, è triste vedere il padiglione verde vuoto, abbandonato. Esiste solo il sesto piano e il meno uno, vogliamo che l’ospedale sia rilanciato, tutti i reparti devono tornare, l’ospedale di Saronno deve essere un ospedale di primo livello, vogliamo che ognuno si prenda l’impegno facendo la propria parte per salvare l’ospedale. Noi siamo andati in Regione con 3 mila firme dei cittadini, è in Regione che serve farsi sentire».

A fare da “padrone di casa” e ribadire le istanze degli organizzatori Roberto Guaglianone, storico attivista saronnese che ha riassunto quali sono i problemi dell’ospedale di Saronno e quali le richieste degli organizzatori: «Non ci rassegniamo alla chiusura o privatizzazione dell’Ospedale di Saronno voluta da Regione Lombardia e Azienda Sanitaria. La sanità è pubblica e universale, come dice la Costituzione. Le richieste sono sintetizzate in quattro punti molto chiari: un piano immediato per il rilancio dell’Ospedale, riaprendo i reparti chiusi in questi anni; l’immediata attivazione reale della Casa di Comunità di va Fiume, 12; il mantenimento senza interruzioni della ex Guardia Medica; un piano che prevenga la carenza dei medici di medicina generale. Si parte dall’ospedale, la cui situazione è drammatica, nemmeno la Rianimazione funziona più a regime. Cardiologia e Ortopedia sono state messe in condizione di non operare. I reparti chiusi “per Covid” non sono più stati riaperti. Il Pronto Soccorso può essere garantito solo con turni di medici sottratti ai loro reparti». Sulla stessa lunghezza d’onda Cinzia Colombo del Comitato per il diritto alla salute: «mentre sul territorio chiudono gli ospedali pubblici, quelli i privati crescono: così non va e dobbiamo fermare questo circolo vizioso che favorisce solo i più ricchi. Vogliamo la sanità pubblica e non aspettare di morire aspettando il nostro turno in lista d’attesa».

E poi tanti cittadini. Bruna, saronnese, che ha chiesto a tutti di «collaborare a prescindere dal colore politico»; Laura, che incita la folla: «Basta silenzio, bisogna farsi sentire»; l’ex infermiere in pensione da due settimane che ha ricordato i tempi belli e la tristezza di un ospedale senza medici, infermieri e raparti chiusi come quello di oggi: «33 anni fa c’era scuola infermieri, era un ospedale forte, oggi non capiamo cosa vogliano fare, dove si voglia andare. La situazione è difficile per chi lavora, il periodo Covid è stato durissimo, speravamo che dopo cambiasse qualcosa, ma non è cambiato nulla. I reparti una volta c’erano tutti, piano piano sono spariti. Tra i lavoratori vedo la fatica, la rassegnazione, le difficoltà. Serve che tutti si facciano sentire. I sindaci dovrebbero andare in Regione con le fasce tricolore e piazzarsi lì per farsi ascoltare davvero»; Ezio, un altro saronnese, che invita ad «andare oltre chiusura di uno o più ospedali. La cura, la salute, devono arrivare prima della sanità. Va ripensata insieme al concetto di cura di tutti, per una società migliore»; Patrizia, nata qui 58 anni fa: «L’ospedale rappresentava Saronno, la città è legata all’ospedale, è un punto di riferimento per tanti cittadini che devono avere il diritto di curarsi; e infine il commento commosso ed emozionato di un’insegnante, che all’ospedale di Saronno è stata salvata e che non vuole vederlo morire: «Io qui non ci sono nata, ma ci sono rinata almeno due volte: 16 anni fa sono uscita da scuola in ambulanza per un malore, mi hanno trovato due tumori, li ho affrontati in questo ospedale, sono stata curata e accudita. Non deve chiudere, è una risorsa troppo importante, è il nostro ospedale».

Il gruppo che ha organizzato la manifestazione ha anche promosso la richiesta di un consiglio comunale aperto a tema ospedale, sottoscritta da diversi consiglieri di maggioranza e opposizione. Un altro momento atteso per far sentire la voce della città e del territorio a difesa dell’ospedale di Saronno. E lunedì 17 aprile a Saronno arriva l’assessore al Welfare Bertolaso.

LA DIRETTA DELLA MANIFESTAZIONE

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Pubblicato il 15 Aprile 2023
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