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Donna sequestrata e picchiata a Desio, la salva un’amica chiamando i carabinieri

Le indagini dei carabinieri di Desio sono partite subito dopo aver ricevuto alla una e mezza di notte la chiamata di una donna che dichiarava di essere preoccupata per l’amica connazionale che si era allontana con un cliente e non rispondeva da ore al cellulare

Tenuta sotto sequestro per ore in una camera d’albero, picchiata e costretta al silenzio con un cavo del cellulare stretto intorno al collo. Poteva finire in tragedia l’incubo vissuto  nei giorni scorsi a Desio da una escort 30enne di origine rumena.

La donna probabilmente deve la vita ad una sua connazionale di pochi anni più giovane. Allarmata perché la sua amica da ore non rispondeva al cellulare ha sciolto ogni indugio e ha chiamato i carabinieri.

Le indagini dei carabinieri di Desio sono partite immediatamente, subito dopo aver ricevuto alla una e mezza di notte la chiamata di una donna che dichiarava di essere preoccupata per l’amica connazionale. La 30enne si era allontanata nel cuore della notte, con un cliente per consumare una prestazione a pagamento. Le ore però passavano e della donna non si avevano più notizie. Nessun riscontro neppure al telefonino della vittima, che squillava sempre a vuoto.

Raccolta la testimonianza, i militari del Nucleo operativo e radiomobile hanno subito raggiunto l’hotel indicato dalla giovane. Dopo avere cercato tra i piani dell’albergo, gli uomini dell’Arma sono riusciti ad individuare la camera sentendo i lamenti della donna. Entrati nella stanza, hanno visto la donna sdraiata a terra, ai margini del letto, con evidenti segni della violenza sul corpo.

La vittima, sotto shock, è stata immediatamente soccorsa, e ha riferito di essere stata ripetutamente picchiata, privata dei cellulari, minacciata e trattenuta dall’uomo per diverse ore dentro la camera, che le intimava di non gridare altrimenti l’avrebbe uccisa.

Nella stanza i militari hanno trovato alcuni grammi di cocaina che, su richiesta del suo cliente, la vittima avrebbe dovuto assumere per un rapporto sessuale. E ancora, i due cellulari spenti della donna e un cavo di ricarica per telefonino che l’uomo le avrebbe stretto intorno al collo per evitare che la stessa potesse chiedere aiuto.

L’aguzzino, un 28enne pugliese ma residente in Brianza, nel  dicembre 2021 era stato condannato in primo grado – insieme alla madre – a 12 anni e 8 mesi, per il tentato omicidio del secondo marito di lei avvenuto in Puglia nell’estate del 2016. Arrestato dai carabinieri e portato nella casa circondariale di Monza, è accusato di sequestro di persona.

Redazione Saronnonews
saronnonews@gmail.com
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Pubblicato il 05 Febbraio 2023
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